Noi non viviamo in una nazione, è per questo che succedono cose come quelle descritte nell'articolo linkato da Luigi.
Invece nelle nazioni (non dico serie: nazioni e basta) esiste l'istituto del congedo/espulsione con disonore, cosa che in casi del genere, almeno, eviterebbe la presa in giro della pensione (indipendentemente dal suo ammntare). Anche in quelle nazioni, ritengo, il militare disonesto può magari sfangarla per la falsa malattia e, magari, essere arrestato per spaccio di droga. Ma almeno verebbe espulso con disonore dall'esercito, cosa che naturalmente cancella qualsiasi beneficio fin li accumulato, pensione compresa.
Si dirà : provvedimento troppo drastico, e forse è anche vero: si rischia, per un errore di cancellare decenni di servizio, magari impeccabile. Può essere, non lo nego. Ma il problema è un altro: l'espulsione con disonore presuppone l'esistenza, nei cuori e nelle menti degli abitanti di quella nazione, del concetto di onore. Possedendone la nozione, avendola come propria, allora l'espulsione causata dal disonore, con tutte le conseguenze del caso, apparirà naturale.
Da noi, invece, vige il concetto di res publica = res nullius, il che porta, diritti diritti, allo jus callidorum. Di questo diritto siamo patria, sarebbe bene specificarlo quando si ciancia di Italia patria del diritto.
Ciao