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Pierpa ha scritto:E vogliamo parlare del politically correct della Bonino? Pasionaria dei diritti umani finchè non sale sullo scranno di ministro senza portafoglio quando, per ragion di Stato of-course, dimentica totalmente i diritti umani perchè sennò si offendono i compagni cinesi ai quali il suo principale sta facendo, da buon mandarino di Confindustria, visita ufficiale? 8)
Con la Cina, caro mio, ci stanno attenti tutti: destra e sinistra, usa e russia, francia e inghilterra. E' mica una questione di Bonino. La questione è che metà  dei capitali Usa, per fare un esempio, sono nei portafogli cinesi.
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Luigi
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Pierpa ha scritto:E vogliamo parlare del politically correct della Bonino?
Questa è una provocazione bella e buona!

I radicali sono da oltre trent'anni le truppe d'assalto che aprono in Italia ogni offensiva contro i fortilizi della "nostra millenaria civiltà  cristiana" che ancora resistono.
Dal divorzio alla droga, dall'aborto all'eutanasia, dall'omosessualità  fino alle piane ancora solo intraviste dell'eugenetica, temprati nel nichilismo e nella dissoluzione di cento battaglie hanno ormai raggiunto capacità  operative senza pari.
Sono loro, ogni volta, la punta di lancia dietro cui marciano gli altri eserciti che devono sfruttare la breccia.
Il loro metodo di attacco usuale - ma astute varianti sono previste quando necessario - è ormai noto, eppure ottiene ogni volta di più risultati sbalorditivi.

Si inizia con uno o più casi "pietosi" del tutto particolari, che vengono sfruttati - se possibile anche dopo la morte - con sapiente e consumata abilità  propagandistica nel proporre l'alternativa del cosiddetto male minore (che minore naturalmente non è: il male minore rispetto ai figli non voluti non è l'aborto, ma era la ruota dei monasteri). Questo, per chi è interessato, è l'equivalente del tiro a gas sulle retrovie della tattica d'assalto tedesca della seconda parte della Grande Guerra: i risultati materiali effettivi non sono granchè, ma quello che conta è aver rotto il coordinamento e il morale delle unità  di rincalzo nemiche, aver gettato lo scompiglio nel campo avverso, aver messo in difficoltà  l'artiglieria e i comandi avversari.

A seguire, parte il fuoco tambureggiante sulle trincee delle prime linee nemiche, corrispondente alla riproposizione ad nauseam con metodicità  stordente dei temi consueti buoni per ogni scontro (i diritti civili, lo stato laico, le libertà  umane, la non violenza: questi i pezzi d'artiglieria campale), cui s'uniscono di volta in volta bombarde e lanciamine delle argomentazioni specifiche (la dignità  del malato, la non pericolosità  delle droghe leggere, la non accettabilità  della sofferenza). Notare come non siano presenti, al pari del resto di quanto avveniva nel paragone storico, i grossi obici d'assedio di una ipotetica costruzione ideologica alterativa, di "un altro mondo è possibile", come poteva essere quella marxista-leninista; a questo punto della guerra non solo non sono più necessari, ma risulterebbero anzi controproducenti.

Quando arriva l'alba, è il momento dell'irruzione delle squadre di fanteria, che in uno scenario apocalittico - è proprio il caso di dirlo - irrompono fra le posizioni nemiche già  in fase di pre-rottura. Qui è il regno del referendum, dove è abbandonato qualsiasi residuo di umanità  e conta solo il dilagare nelle retrovie. Sono scene di lotta feroce con lanciafiamme, mitra, pistole, granate, pugnali; qui i Capezzone, i Pannella, le Bonino sono davvero nel loro ambiente, sapendo sfruttare con abilità  diabolica ogni minuto di apparizione radiotelevisiva, ogni rigo di quotidiano, ogni sciopero della fame o della sete, ogni fumatina di spinello.
Sono anche i momenti in cui le unità  nemiche meno solide scompaiono dal campo di battaglia, alcune passando letteralmente dalla parte nemica.
Solo quelle ben condotte, ben addestrate e provate al fuoco riescono a ripiegare su nuove posizioni. È infatti raro, molto raro, pur se talvolta accade, che l'attacco non riesca.

Dietro i radicali marciano poi tutti gli altri reparti che devono occupare e mettere in sicurezza il terreno ancora fumante. Arriva così l'oscuro lavoro di coloro che con tenacia infaticabile ogni giorno e ogni notte (soprattutto notte) vantano le mille, segrete bellezze del nuovo ordine, così che dai prigionieri dell'ultima battaglia escano le fila dei soldati della successiva.

Ripeto: sono stato provocato.
Hellis, sostenere che AN sia antiamericana è alquanto difficile. Mi pare però evidente che farlo per la sinistra sia altrettanto difficile.
Comunque non hai risposto: sei disposto a pagare il prezzo di un'Italia un po' più indipendente?
Mandi.
Luigi

P.S.: avvertenza. Dove pensate ci voglia una faccina, mettetela. Poi non dite che non sono generoso.
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No no va la. Io ti ho scritto che quelli di Aenne la menano con l'antiammerreganismo attribuito alla sinistra, non riuscendo ben a capire com'è il loro ammmmerreganismo (Gasparri conosce a memoria tutta la serie di Rochi, allora è ammerregano). Detto ciò.
I radicali stanno proprio sul c**o anche a me, giusto per la loro innata propensione a salire sul carro del vincitore pre tempore (passami lo slang latineggiante): se vuoi sapere come va a finire un'elezione, guarda da che parte stanno i radicali. Poi magari certe battaglie sono anche giuste, altre patetiche, di certo hanno snaturato il referendum.
Torniamo al punto. Più indipendente quanto? e come? chi la fa? invece credo che la domanda che mi pongo è un'altra: è possibile restare alleati degli americani, ma essere un pò meno zerbini? più che amicizia il nostro è servilismo. Concordi?
Ultima modifica di Hellis il mar feb 06, 2007 9:22 am, modificato 2 volte in totale.
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Ben Arrivato Austrusco (Gallorauco, nevvero? :wink: ).
Altro che se puoi intervenire nel dibattito. Sappi che qui è un pò come in una partita di rugby: ce le diamo, ce le suoniamo, ma il rispetto reciproco non è mai mancato. Buttati anche tu nella mischia. Speriamo dalla mia parte, mi trovo sempre quasi solo, a parte un rissoso geniere alpino di mare che è da un pò che non frequenta.
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Federico
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Hellis ha scritto:No no va la. Io ti ho scritto che quelli di Aenne la menano con l'antiammerreganismo attribuito alla sinistra, non riuscendo ben a capire com'è il loro ammmmerreganismo (Gasparri conosce a memoria tutta la serie di Rochi, allora è ammerregano). Detto ciò.
I radicali stanno proprio sul c**o anche a me, giusto per la loro innata propensione a salire sul carro del vincitore pre tempore (passami lo slang latineggiante): se vuoi sapere come va a finire un'elezione, guarda da che parte stanno i radicali. Poi magari certe battaglie sono anche giuste, altre patetiche, di certo hanno snaturato il referendum.
Torniamo al punto. Più indipendente quanto? e come? chi la fa? invece credo che la domanda che mi pongo è un'altra: è possibile restare alleati degli americani, ma essere un pò meno zerbini? più che amicizia il nostro è servilismo. Concordi?
No che non concordo.

O meglio, concordo si ma sono cosciente di ciò che mi costerebbe l'esserlo.

Ciò che coloro i quali la stra-menano con la teoria (più che legittima intendiamoci bene) dell'indipendenza (maggiore della attuale o totale) che soprattutto a sinistra, ma presente anche in alcuni settori della destra, riempie tante bocche, dimenticano di dire è il costo che questa indipendenza avrebbe.

Su questo punto il silenzio è assordante davvero.

Ci si dimentica troppo facilmente che una Nazione per avere una politica estera efficace deve necessariamente avere nel contempo anche uno strumento militare credibile. E uno strumento militare credibile costa tantissimo, molto più di ciò che (non) spendiamo oggi.

In ogni caso la nostra non potrà  mai essere una nazione indipendente al 100% dal momento che abbiamo perso l'ultima guerra, cosa su cui si sorvola oppure si disconosce a piè pari, sostituendo alla sconfitta una vittoria. Tuttalpiù potrà  essere più autonoma, conquistarsi degli spazi di responsabilità  e gestione autonoma, ma per far ciò si deve essere un Paese credibile (e temibile). Cosa che l'Italia non è né, ahimé, ha i co***oni per diventare. Costerebbe troppo.

Ciao
Art. Federico
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Federico ha scritto: Ciò che coloro i quali la stra-menano con la teoria (più che legittima intendiamoci bene) dell'indipendenza (maggiore della attuale o totale) [...]
Mi fischiano un poco le orecchie... :P

Devo dire, però, che a destra qualcuno il costo almeno a spanne lo ha presente. Non per nulla avevo scritto chiaramente che una politica "alla francese" implica un costo "alla francese".
E, sopra ogni altra cosa, un popolo "alla francese" ("C'est la tete qui commande...").
Noi avevamo un paio di centrali nucleari e gli italiani hanno deciso di chiuderle. Loro ne hanno più di 50, e se le tengono.
Idem per la Leva. Noi un piagnisteo unico, loro finchè c'è stata non avevano nemmeno l'obiezione di coscienza.

Però, c'è la contro-contro-obiezione: i francesi sopportano i costi, ma poi il governo dice Danone (o Suèz) non si tocca (per non parlare delle industrie militari). Oppure: si tengono le centrali nucleari, ma andate a vedere cosa pagano poi di elettricità  (e di minore inquinamento).
Noi non paghiamo, ma a breve avremo tutto in est Europa o in Cina. E aspettate quando dovremo pagare le emissioni di CO2 superiori ai limiti di Kyoto.
Allora ci accorgeremo che forse era meglio sacrificarci prima, ma sarà  troppo tardi.
Mandi.
Luigi
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Di qui non sfondi. Sai benissimo come la penso pure io sul nucleare: è il minore dei mali possibili :D Ma dimmi se consideri la politica filo americana degli ultimi 10 anni (così ci sono dentro tutte due le nostre cariatidi, con relativi squadroni di governo) di amicizia o di servilismo.
Pensa a Craxi quandò mandò i carabinieri a sigonella....
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Luigi ha scritto:
Federico ha scritto: Ciò che coloro i quali la stra-menano con la teoria (più che legittima intendiamoci bene) dell'indipendenza (maggiore della attuale o totale) [...]
Mi fischiano un poco le orecchie... :P

Devo dire, però, che a destra qualcuno il costo almeno a spanne lo ha presente. Non per nulla avevo scritto chiaramente che una politica "alla francese" implica un costo "alla francese".
E, sopra ogni altra cosa, un popolo "alla francese" ("C'est la tete qui commande...").
Noi avevamo un paio di centrali nucleari e gli italiani hanno deciso di chiuderle. Loro ne hanno più di 50, e se le tengono.
Idem per la Leva. Noi un piagnisteo unico, loro finchè c'è stata non avevano nemmeno l'obiezione di coscienza.

Però, c'è la contro-contro-obiezione: i francesi sopportano i costi, ma poi il governo dice Danone (o Suèz) non si tocca (per non parlare delle industrie militari). Oppure: si tengono le centrali nucleari, ma andate a vedere cosa pagano poi di elettricità  (e di minore inquinamento).
Noi non paghiamo, ma a breve avremo tutto in est Europa o in Cina. E aspettate quando dovremo pagare le emissioni di CO2 superiori ai limiti di Kyoto.
Allora ci accorgeremo che forse era meglio sacrificarci prima, ma sarà  troppo tardi.
Mandi.
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In realtà  non era a te, o alla tua posizione che mi riferivo con "stra-menano". A destra (e non mi riferisco necessariamente ad AN, anzi...) è decisamente più presente l'idea di ragionamento costo-beneficio. A sinistra, a sentir parlare i pacifondisti nogglobbal pare proprio di no.

A proposito di Cina ed Est, cambiando discorso solo leggermente ( :lol: ), cosa a cui mi sento autorizzato dal titolo del thread chiederei se qualcuno ha per caso seguito Otto e Mezzo su LA7 ieri sera. La tripartizione (dico io, loro non usavano questo termine) della società  Italiana tratteggiata dal Prof. Ricolfi mi ha molto interessato. Chi se ne va in Cina e all'est sono i rappresentanti di una delle tre parti in cui è suddivisibile la società . Naturalmente sarebbe anche la parte più dinamica e dal più alto rendimento ed efficienza energetica, per così dire, delle tre. Quella sulla quale contare per il futuro, anche perchè, in cambio, dallo Stato riceve poco, anzi: nulla.

Davvero interessante (e molto preoccupante). Anche perchè il Prof. Ricolfi è Diessino, ma ha espresso giudizi ben poco lusinghieri sull'attività  del Governo attuale e scorso (e sui tre precedenti a quest'ultimo).

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Hellis ha scritto:Di qui non sfondi. Sai benissimo come la penso pure io sul nucleare: è il minore dei mali possibili :D Ma dimmi se consideri la politica filo americana degli ultimi 10 anni (così ci sono dentro tutte due le nostre cariatidi, con relativi squadroni di governo) di amicizia o di servilismo.
Pensa a Craxi quandò mandò i carabinieri a sigonella....
Domanda: Craxi secondo te mandò i CC a Sigonella perchè si divertiva a fare un dispetto a Ronnie oppure perchè, coi buoni uffici del Divo Giulio, oramai aveva già  venduto l'anima (la nostra) ad Arafat&Co? Stava spernacchiando gli USA o stava proteggendo un ennesimo accordo tanto segreto quanto calabrache coi terroristi islamici e cioè un ennesimo cedere ad un ricatto?

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Ragazzi, paragonare i nostri patetici radicali alle sturmtruppen della prima guerra mondiale mi pare un po' grossa. Von Dellmensingen e Von Below si rivolterebbero nella tomba.

L'Italia, come gli altri Paesi d'Europa, sta sempre più rinunciando alla propria indipendenza, indirizzati, come siamo lentamente ma inesorabilmente, verso l'Europa nazione.
L'Europa nazione era il sogno di Hitler quando era mezzo matto, ossia prima di diventare completamente matto.
Un po' come la Croazia di oggi che è la realizzazione del sogno di Ante Pavelic, e la Slovenia del sogno dei Domobranci.

Se e quando l'Europa sarà  diventata un'unica nazione (o una federazione tipo USA), solo allora potrà  ambire ad essere indipendente dagli Stati Uniti e sufficientemente forte da poter fare a meno delle basi militari americane.
Forse voi o i vostri figli ci arriverete a quel giorno, che non è affatto vicino.

Nel frattempo, parlare di completa indipendenza d'Italia mi pare proprio una pia illusione.
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Austrusco ha scritto:Ragazzi, paragonare i nostri patetici radicali alle sturmtruppen della prima guerra mondiale mi pare un po' grossa. Von Dellmensingen e Von Below si rivolterebbero nella tomba.

L'Italia, come gli altri Paesi d'Europa, sta sempre più rinunciando alla propria indipendenza, indirizzati, come siamo lentamente ma inesorabilmente, verso l'Europa nazione.
L'Europa nazione era il sogno di Hitler quando era mezzo matto, ossia prima di diventare completamente matto.
Un po' come la Croazia di oggi che è la realizzazione del sogno di Ante Pavelic, e la Slovenia del sogno dei Domobranci.

Se e quando l'Europa sarà  diventata un'unica nazione (o una federazione tipo USA), solo allora potrà  ambire ad essere indipendente dagli Stati Uniti e sufficientemente forte da poter fare a meno delle basi militari americane.
Forse voi o i vostri figli ci arriverete a quel giorno, che non è affatto vicino.

Nel frattempo, parlare di completa indipendenza d'Italia mi pare proprio una pia illusione.
A me invece non pare grossa per niente: la tattica e la manovra sono le stessa.

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L'Europa è molto lontana dal voler essere qualcosa in più di un mercato regolamentato. Sia ben chiaro: io sono saldamente convinto in una ?nazione Europa'... quando sarà  una cosa seria.
Lo so lo so il discorso di Craxi, Arafat, Gheddy etc etc... però in quella occasione fece pure una discreta figura, non tanto per fare dispetti a Ronnie, ma almenò sembrò voler rimarcare la sovranità  dell'Italia a Sigonella.
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Hellis ha scritto:L'Europa è molto lontana dal voler essere qualcosa in più di un mercato regolamentato. Sia ben chiaro: io sono saldamente convinto in una ?nazione Europa'... quando sarà  una cosa seria.
Lo so lo so il discorso di Craxi, Arafat, Gheddy etc etc... però in quella occasione fece pure una discreta figura, non tanto per fare dispetti a Ronnie, ma almenò sembrò voler rimarcare la sovranità  dell'Italia a Sigonella.
Si, sembrò. Sembrò che volesse fare il figo, fargliela un po' vedere ai cowboys yankees. Invece si trattò della difesa ad oltranza di un accordo segreto ed impresentabile coi sequestratori della nave.

Ma in politica l'apparire è tanto, se non tutto, e perciò, anche in questo, Craxi si dimostrò forse il politico Italiano più simile ad uno Statista che noi si abbia avuto nel dopoguerra.

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Ma una 'Nazione Europea' è possibile secondo voi? io credo di no, almeno attualmente, ma sono anche convinto che sia l'unica via per sopravvivere.
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Hellis ha scritto:Ma una 'Nazione Europea' è possibile secondo voi? io credo di no, almeno attualmente, ma sono anche convinto che sia l'unica via per sopravvivere.
Un tempo c'era un concetto, un ideale che univa gli europei indipendentemente da sotto a quale corona vivessero. Era la Cristianità . Oggi che la bozza di costituzione europea ha bandito come la peste qualsiasi accenno a Nostro Signore ed alla cultura che il Cristianesimo ha seminato in Europa, che collante rimane? L'Euro?

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