Pierpa ha scritto:E vogliamo parlare del politically correct della Bonino?
Questa è una provocazione bella e buona!
I radicali sono da oltre trent'anni le truppe d'assalto che aprono in Italia ogni offensiva contro i fortilizi della "nostra millenaria civiltà cristiana" che ancora resistono.
Dal divorzio alla droga, dall'aborto all'eutanasia, dall'omosessualità fino alle piane ancora solo intraviste dell'eugenetica, temprati nel nichilismo e nella dissoluzione di cento battaglie hanno ormai raggiunto capacità operative senza pari.
Sono loro, ogni volta, la punta di lancia dietro cui marciano gli altri eserciti che devono sfruttare la breccia.
Il loro metodo di attacco usuale - ma astute varianti sono previste quando necessario - è ormai noto, eppure ottiene ogni volta di più risultati sbalorditivi.
Si inizia con uno o più casi "pietosi" del tutto particolari, che vengono sfruttati - se possibile anche dopo la morte - con sapiente e consumata abilità propagandistica nel proporre l'alternativa del cosiddetto male minore (che minore naturalmente non è: il male minore rispetto ai figli non voluti non è l'aborto, ma era la ruota dei monasteri). Questo, per chi è interessato, è l'equivalente del tiro a gas sulle retrovie della tattica d'assalto tedesca della seconda parte della Grande Guerra: i risultati materiali effettivi non sono granchè, ma quello che conta è aver rotto il coordinamento e il morale delle unità di rincalzo nemiche, aver gettato lo scompiglio nel campo avverso, aver messo in difficoltà l'artiglieria e i comandi avversari.
A seguire, parte il fuoco tambureggiante sulle trincee delle prime linee nemiche, corrispondente alla riproposizione ad nauseam con metodicità stordente dei temi consueti buoni per ogni scontro (i diritti civili, lo stato laico, le libertà umane, la non violenza: questi i pezzi d'artiglieria campale), cui s'uniscono di volta in volta bombarde e lanciamine delle argomentazioni specifiche (la dignità del malato, la non pericolosità delle droghe leggere, la non accettabilità della sofferenza). Notare come non siano presenti, al pari del resto di quanto avveniva nel paragone storico, i grossi obici d'assedio di una ipotetica costruzione ideologica alterativa, di "un altro mondo è possibile", come poteva essere quella marxista-leninista; a questo punto della guerra non solo non sono più necessari, ma risulterebbero anzi controproducenti.
Quando arriva l'alba, è il momento dell'irruzione delle squadre di fanteria, che in uno scenario apocalittico - è proprio il caso di dirlo - irrompono fra le posizioni nemiche già in fase di pre-rottura. Qui è il regno del referendum, dove è abbandonato qualsiasi residuo di umanità e conta solo il dilagare nelle retrovie. Sono scene di lotta feroce con lanciafiamme, mitra, pistole, granate, pugnali; qui i Capezzone, i Pannella, le Bonino sono davvero nel loro ambiente, sapendo sfruttare con abilità diabolica ogni minuto di apparizione radiotelevisiva, ogni rigo di quotidiano, ogni sciopero della fame o della sete, ogni fumatina di spinello.
Sono anche i momenti in cui le unità nemiche meno solide scompaiono dal campo di battaglia, alcune passando letteralmente dalla parte nemica.
Solo quelle ben condotte, ben addestrate e provate al fuoco riescono a ripiegare su nuove posizioni. È infatti raro, molto raro, pur se talvolta accade, che l'attacco non riesca.
Dietro i radicali marciano poi tutti gli altri reparti che devono occupare e mettere in sicurezza il terreno ancora fumante. Arriva così l'oscuro lavoro di coloro che con tenacia infaticabile ogni giorno e ogni notte (soprattutto notte) vantano le mille, segrete bellezze del nuovo ordine, così che dai prigionieri dell'ultima battaglia escano le fila dei soldati della successiva.
Ripeto: sono stato provocato.
Hellis, sostenere che AN sia antiamericana è alquanto difficile. Mi pare però evidente che farlo per la sinistra sia altrettanto difficile.
Comunque non hai risposto: sei disposto a pagare il prezzo di un'Italia un po' più indipendente?
Mandi.
Luigi
P.S.: avvertenza. Dove pensate ci voglia una faccina, mettetela. Poi non dite che non sono generoso.