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axtolf
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Permetto eccome, ci mancherebbe! (...)
A dire il vero ho valutato solo il contenuto e non lo scrittore. Non ho mai a dire il vero, letto altro di Rigoni che non fosse inerente agli alpini e quindi non saprei fare una valutazione.
In realtà  il mio paragone si limita ai due libri cardine dei due autori, e ho sempre trovato Bedeschi piu' umano e piu' bello da leggere, senza nulla togliere a Rigoni. Il sergente nella neve lo lessi da piccolo, a scuola. La maestra era ancora una che capiva qualcosa. Bedeschi lo lessi molto dopo. Ma mentre Il sergente nella neve l'ho due o tre volte, 100.000 gavette di ghiaccio l'ho letto almeno una decina di volte. Bedeschi eplora molto di piu' il lato umano secondo me. Rigoni secondo il mio modesto parere molto bene, è piu' simile a un diario arricchito di qualcosa quà  e là .
Nuto Revelli mi è piaciuto molto. Proprio perchè racconta i fatti dal suo diario, piu' o meno come sono stati scritti allora. L'esperienza poi è leggermente diversa dagli altri due autori, con il ferimento dell'autore e altre cose.

Tutte opinioni e sensazioni personalissime, condivisibili o no ovviamente :wink:
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Gian Luca
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Tutto vero Ax.
Il risultato di Bedeschi nello scrivere è impressionante.
Epicità  è la parola giusta, che Luigi ha usato.
Una epicità  dimenticata, forse di proposito.
Ad esempio io, guardando le fotografie della ritirata, penso a Bedeschi e non a Rigoni Stern.
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
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Luigi
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Mi unisco alla lode per la monumentale serie "C'ero anch'io".
Consiglio, fuori dalle tematicche alpine, quella dedicata all'Africa. Stupenda.
Quando penso che nessuno ebbe idea di qualcosa di simile per i reduci della Grande Guerra...
Mandi.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
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Federico
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Bedeschi à¼ber alles :lol:

Per uno come me che la cultura alpina se l'è fatta dopo la naja, che prima non aveva letto proprio niente sull'argomento, Bedeschi è il non plus ultra. Nelle sue pagine ho ritrovato pari pari sensazioni che mi avevano colpito in certi momenti del mio servizio. Naturalmente fatte le dovute differenze.

Della sarie "c'ero anch'io" sono ottimi i due volumi sul Fronte Russo, quello su Nikolajewka, e quello sul Fronte d'Africa. Niente male, anzi ottimo Fronte Greco-Albanese: da quelle pagine emerge chiarissimamente che quella campagna fu l'inizio della fine del Ventennio. I macelli a cui i nostri nonni andarono incontro in quella guerra oltrepassarono, di molto, il sopportabile. Fronte Jugoslavo-Balcanico, invece, se non erro lascia emergere il caos che regnava da quelle parti quando l'ora dell' "alba radiosa" scoccò...

Ciao
Art. Federico
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Gian Luca
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ripesco questo "coso" per dire che, per le edizioni Fandango, è uscito il libro + dvd con intervista a Rigoni Stern.
Oltre all'intervista già  pubblicata in vhs con la regia di Carlo Mazzacurati nella versione in disco ci sono, a colori stavolta, altri pezzi di quella tre giorni che Paolini fece sull'altipiano.
Beh, a vedere quei primi e primissimi piani, mi si è ancora accapponata la pelle.
Il finale è la lettura di uno dei passi più belli del Sergente, un sogno nel sonno profondo e disperato lungo la ritirata, con il commento dello scrittore:

“Come passano lente le ore; il freddo aumenta con l'avvicinarsi della sera. Lassù non si è deciso ancora niente, e gli spari sempre più radi, anche le raffiche sembrano stanche. Il cielo è tutto verde- celeste, immobile come il ghiaccio, gli alpini parlano poco e sottovoce fra di loro. Giuanin mi si avvicina, mi guarda da sotto la coperta che si è tirato sulla testa, non dice niente e torna via. Vorrei chiamarlo e gridargli:”perché non mi chiedi se arriveremo a baita?”. E' freddo e si fa sera, la neve e il cielo sono uguali. A quest'ora nel mio paese le vacche escono dalle stalle e vanno a bere nel buco fatto nel ghiaccio delle pozze. Dalle stalle escono il vapore e l'odore di letame e latte; i dorsi delle vacche fumano e i camini fumano. Il sole fa tutto rosso: la neve, le nubi, le montagne e i volti dei bambini che giocano con le slitte sui mucchi di neve: mi vedo anch'io tra quei bambini. E le case sono calde e le vecchie vicino alle stufe aggiustano le calze dei ragazzi. Ma anche laggiù in quell'estremo lembo della steppa c'era un angolo di caldo. La neve era intatta, l'orizzonte viola, e gli alberi si alzavano verso il cielo: betulle bianche e tenere e sotto queste un gruppetto di isbe. Pareva che non ci fosse la guerra laggiù; erano fuori del tempo e fuori del mondo, tutto era come mille anni fa e come forse tra mille anni ancora. Lì aggiustavano gli aratri e le cinghie dei cavalli; i vecchi fumavano, le donne filavano la canapa. Non ci poteva essere la guerra sotto quel cielo viola e quelle betulle bianche, in quelle isbe lontane nella steppa. Pensavo:”Voglio anch'io andare in quel caldo, e poi si scioglierà  la neve, le betulle si faranno verdi, e ascolterò la terra germogliare. Andrò nella steppa con le vacche, e alla sera, fumando macorka, ascolterò cantare le quaglie nel campo di grano. D'autunno taglierò a fette le mele e le pere per fare gli sciroppi e aggiusterò le cinghie dei cavalli e gli aratri e diventerò vecchio senza che ci sia mai stata la guerra. Dimenticherò tutto e crederò di essere sempre stato là . Guardavo in quel caldo e si faceva sempre più sera.”


E poi? Era un sogno, il sogno anche di oggi potrebbe essere. Ad un certo momento però c'è qualcuno che ti chiama, e ti richiama alla realtà , e devi essere presente in questa.
Ad un certo momento lì hanno gridato:”Adunata, adunata Vestone, adunata cinquantacinque!” che era la mia compagnia.

E si riprese a camminare.
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Pierpa
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Dove lo trovo? Io ho la versione con il vhs... se ci sono pezzi in più non voglio perdermeli
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Gian Luca
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Pierpa ha scritto:Dove lo trovo? Io ho la versione con il vhs... se ci sono pezzi in più non voglio perdermeli
In libreria, è uscito ieri.
Alla mitica Goriziana dovrebbero averlo di sicuro.
Ciao.
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)
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Pierpa
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Grazie! Farò un salto alla Goriziana allora, ormai mi conoscono :lol:
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Bricchetto
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Che tristezza. Mazzacurati.

Vi passo le consegne come si faceva tra ufficiali di picchetto: "E mò 'sò c***i tuoi".
Adesso che il "nuovo" cinema italiano vi ha scoperto, fratellini, vi aspettano tempi duri, molto duri.

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Bricchetto ha scritto:Che tristezza. Mazzacurati.

Vi passo le consegne come si faceva tra ufficiali di picchetto: "E mò 'sò c***i tuoi".
Adesso che il "nuovo" cinema italiano vi ha scoperto, fratellini, vi aspettano tempi duri, molto duri.

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Io ho visto la versione in vhs dellintervista di Paolini a Rigoni Stern ma non conosco Mazzacurati, anche se potrei immaginare ciò che intende Bricchetto... Per meglio capire, cosa mi sai dire di lui?
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Luigi
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Potrei ricordare male, ma forse Brick si riferisce al fatto che il regista in questione ha acquisito i diritti cinematografici de "Il sergente nella neve".
Così almeno lessi un paio d'anni fa.
Mandi.
Luigi
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Ma Mazzacurati ha diretto El Alamein? :shock:
spero di no, comunque io ho visto Vesna va veloce e La lingua del santo, non mi sono sembrati male.
Vabbè poi nel caso dell'intervista più che di regia direi che si dovrebbe parlare di scelta dei contenuti.
Della regia ho apprezzato i primissimi piani e bona lè.

Comunque, mio parere personale, nel film di guerra hai due alternative: o fai un lavoro tipo "Band of brothers" che è davvero una serie unica e finora ineguagliata, o fai un film che non è di guerrra in senso tecnico ma introspettivo come "La sottile linea rossa", altro capolavoro.
Diversamente la parola scritta è troppo potente.
Ecco, se per mancanza di fresca o per scarse capacità  del regista, viene fuori un intruglio dei due, il risultato diventa pessimo.
ciao e buona settimana a tutti.
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Gian Luca ha scritto: Comunque, mio parere personale, nel film di guerra hai due alternative: o fai un lavoro tipo "Band of brothers" che è davvero una serie unica e finora ineguagliata, o fai un film che non è di guerrra in senso tecnico ma introspettivo come "La sottile linea rossa", altro capolavoro.
Sempre parere personale, ma a me BoB non è piaciuto molto 8)
Fra i recenti BHD è, secondo me, di un altro pianeta.
Sono in curiosa attesa dei due film di Eastwood su Iwo Jima.
Mandi.
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BoB non l'hai apprezzato? Ottimi sia il libro (di storia, E. Ambrose, Longanesi) che la serie per me; pensa Luigi che ho comprato anche i dvd con visione in megaschermo da amici. Intervallato dai racconti dei protagonisti veri secondo me è un ottimo prodotto e per chi se li vede in dvd consiglio sempre di vedersi l'ultimo in cui ci sono le interviste a loro, ma loro loro! in questo modo non si perde il filo per tutta la serie.
Beh, BHD è come punto di vista abbastanza simile, storico e oggettivo il più possibile.
Scott bravissimo, nulla da dire.
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