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Power
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Von Kleist ha scritto:Poi ho trovato anche una foto, arrivata chisà  come dalla Russia.
Si vede chiaramente che è stata ritoccata, forse per non far intuire ai familiari le pietose condizioni dei militari?
Ma è una foto? Sembra quasi un disegno, a parte il volto... stranissima!!
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Von Kleist
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Power ha scritto:
Von Kleist ha scritto:
Ma è una foto? Sembra quasi un disegno, a parte il volto... stranissima!!
Infatti, i particolari sono indistinguibili, è chiaro che alla foto sono stati applicati dei rozzissimi ritocchi chisà  da chi...forse dalla censura? Quella foto proviene infatti dalla Russia e io credo che sia stata ritoccata per non "demoralizzare" troppo i parenti in Italia. Non credo che sia un caso isolato.
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Luigi
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Von Kleist ha scritto: Comunque appena possibile mi farò un giretto a Salerno. Non sapevo che per prelevare questi documenti ci volesse un'autorizzazione...
Infatti non ci vuole. :P
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Von Kleist
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Allora stamattina sono andato all'archivio di stato a vedere questo famoso foglio matricolare, ne ho fatto una copia ed ecco in poche parole cosa c'è scritto:

Il mio prozio ha svolto nel 1931 il servizio militare nel 1° Reggimento Artiglieria da Montagna, e venne congedato col grado di sergente.

Nel 1942 venne richiamato presso il 9° Raggruppamento Artiglieria di C.A. e al 456^ Gruppo appiedato di Artiglieria T.M. ( :?: ) per poi venire trasferito al 4° Reggimento Artiglieria Alpina (Gruppo Pinerolo) in partenza per la Russia. Venne catturato dai Russi il 18 gennaio, presso Rossosch, e internato nel Campo n°81 di Krinovoje, vicino Voronez. Lì morì il 23 febbraio 1943.
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Von Kleist
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Ora però mi domando, da dove è satato fuori quel distintivo?
Mha! Ipotizzo a questo punto che sia appartenuto ad un conoscente o a un parente.
Credo infatti che il fratello di mio nonno non sia stato il solo del suo paese a servire nelle Truppe Alpine. Ipotesi avvalorata anche dalla diffusione in quella zona di alcune canzoni di chiara origine alpina: Bombardano Cortina, dove sei stato mio bell'alpino, sul cappello, sul ponte di bassano, tapum, quel mazzolin di fiori, la rivista dell'armamento, la montanara, ecc.
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Federico
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Von Kleist ha scritto:Allora stamattina sono andato all'archivio di stato a vedere questo famoso foglio matricolare, ne ho fatto una copia ed ecco in poche parole cosa c'è scritto:

Il mio prozio ha svolto nel 1931 il servizio militare nel 1° Reggimento Artiglieria da Montagna, e venne congedato col grado di sergente.

Nel 1942 venne richiamato presso il 9° Raggruppamento Artiglieria di C.A. e al 456^ Gruppo appiedato di Artiglieria T.M. ( :?: ) per poi venire trasferito al 4° Reggimento Artiglieria Alpina (Gruppo Pinerolo) in partenza per la Russia. Venne catturato dai Russi il 18 gennaio, presso Rossosch, e internato nel Campo n°81 di Krinovoje, vicino Voronez. Lì morì il 23 febbraio 1943.
Ciao :)

Vedo che la tua ricerca è proseguita fruttuosamente.

T.M. potrebbe significare Traino Meccanico (e notare l'arte tutta italiana nelle denominazioni dei reparti: un Gruppo appiedato a traino meccanico. Ma i trattori ce li avevano o no?) Credo però che in questo caso si trattasse più o meno di reparti "contenitore", da cui prelevare il personale da inviare a reparti "attivi".

Se stava dalle parti di Rossosch, potrebbe aver fatto parte o di un RMV (Reparto Munizioni Viveri) o di un Ospedale, o delle Salmerie in generale che stavano un po' più indietro rispetto alla prima linea. In quei giorni, comunque, la città  fu messa a ferro e fuoco dai Russi e li smisero in pratica di esistere come reparti funzionanti sia i Genieri che il Monte Cervino.

Se non erro il protagonista del libro Muli in Guerra era di stanza da quelle parti.

Ciao
Art. Federico
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wintergreen
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Inserisco la mia ripsota al quesito TM già  inviata a Ferremole.
TM= Territoriale mobile
La sigla TM = Traino meccanico mi sembra piuttosto post II GM
Sarebbe strano un reparto appiedato a Traino Meccanico!
Dal libro Le Forze armate di Lucio Ceva ed UTET, risulta che dalla Direzione delle Tappe dell'8 Armata in Russia (ARMIR)dipendeva anche il CDLVI Gruppo appiedato di artiglieria, su quattro batterie.
Non c'è l'indicazione territoriale mobile, ma la stessa appare a fianco di altre unità  simili, ma di fanteria, sempre dipendenti dalla Direzione delle Tappe.
Quindi si dovrebbe trattare di un reparto di supporto addetto alle comunicazioni ed ai trasporti nelle retrovieed all'assistenza ai militari in trasferimento.
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Lorenzo
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Bel distintivo!

Ti consiglio di portarlo in gioielleria a farlo restaurare come si deve, come feci per quello originale di mio nonno del Batt. Pieve di Cadore.

E' una spesa che vale la pena di affrontare, secondo me.

:roll:
C.le Lorenzo
7°/92 | 51 mortaista, addetto al tiro/tavolettista | 167^ Cp. Mortai "La Signora" | Battaglione Pieve di Cadore | 12° Reggimento Alpini | Brigata Cadore

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wintergreen ha scritto:Inserisco la mia ripsota al quesito TM già  inviata a Ferremole.
TM= Territoriale mobile
La sigla TM = Traino meccanico mi sembra piuttosto post II GM
Sarebbe strano un reparto appiedato a Traino Meccanico!
Mai sottovalutare l'italica fantasia !

Quando uno Stato Maggiore si inventa le divisioni "autotrasportabili" oppure i "battaglioni alpini costieri" può benissimo creare i gruppi ovvero i gruppi squadroni appiedati come effettivamente è successo.

E poi quando qualche comico racconta di aver fatto il militare nei palombari ciclisti oppure nei bersaglieri a cavallo giù risate ...

... ovvero, quando la realtà  supera la fantasia !
"Cosa facciamo noi dell'esercito ? Noi sforniamo efficenza"

(Da una allocuzione del vice comandante la compagnia reclute in un soleggiato primo pomeriggio di uno dei primi giorni da spina nel novembre 1978)
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Von Kleist
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Lorenzo ha scritto:Bel distintivo!

Ti consiglio di portarlo in gioielleria a farlo restaurare come si deve, come feci per quello originale di mio nonno del Batt. Pieve di Cadore.

E' una spesa che vale la pena di affrontare, secondo me.

:roll:
Uhm...potrebbe essere un'idea.
Ma non credi che poi perderebbe la sua originalità ?
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.
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Von Kleist ha scritto:
Lorenzo ha scritto:Bel distintivo!

Ti consiglio di portarlo in gioielleria a farlo restaurare come si deve, come feci per quello originale di mio nonno del Batt. Pieve di Cadore.

E' una spesa che vale la pena di affrontare, secondo me.

:roll:
Uhm...potrebbe essere un'idea.
Ma non credi che poi perderebbe la sua originalità ?
Dipende da te. Se fosse un'auto d'epoca la restaureresti o lasceresti che andasse in malora?

Io l'ho fatto per questioni affettive, nonchè per il fatto che io stesso ho servito nello stesso Battaglione di mio nonno. Ora quel distintivo lo tengo come fosse il gioiello più prezioso del mondo, sul cappello ne ho attaccato uno da pochi €.
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Si, se la metti così il restauro sarebbe sicuramente la scelta migliore, ma ho anche paura di rovinare il distintivo affidandolo ad un gioielliere inesperto o a qualcuno che non se ne intende di queste cose. :(
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Si, se la metti così il restauro sarebbe sicuramente la scelta migliore, ma ho anche paura di rovinare il distintivo affidandolo ad un gioielliere inesperto o a qualcuno che non se ne intende di queste cose.
Attendi il parere illuminato di Jolly, sono certo che ti saprà  indicare cosa è meglio fare.
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Certo richiedere un'opinione “illuminata” ad un perito elettrotecnico è proprio un colmo, comunque eccola.
(:id:) :mrgreen:

Il restauro del distintivo in teoria è possibile quanto di difficile esecuzione se non da abili e collaudati artigiani.
Gli smalti con cui fu realizzato sono i cosiddetti smalti a fuoco o smalti a pasta vitrea (ad alta temperatura a differenza degli attuali smalti che sono a bassa temperatura) che hanno una lavorazione abbastanza lunga e complessa.
In sintesi gli smalti, che dovrebbero essere in polvere o solidi da polverizzare, vengono depositati un colore alla volta sul distintivo partendo dal colore più scuro.
Quindi ogni colore necessità  della messa in forno ad alta temperatura, per questo i colori più chiari sono gli ultimi ad essere lavorati altrimenti se fossero più volte messi in forno “brucierebbero” ed ad esempio il bianco diventerebbe caramello.
Quindi allo stato attuale del distintivo andrebbero tolti tutti i resti di smalti e l'unico modo credo sia con una fiamma ad alta temperatura.
Quindi rifatti tutti gli smalti e levigati fino al metallo poiché ovviamente quando messi in forno un po' “lievitano” e strabordano.
Poi c'è la fase di doratura galvanica del metallo, anche questa abbastanza specifica perché si tratta di una doratura abbastanza opaca mentre in oreficieria si tende a dorature lucide.
Insomma una lavorazione complessa e da veri artisti, un'arte che sta peraltro scomparendo in quanto poche ditte oggi effettuano questo tipo di lavorazione ed ovviamente non per privati.
Ci sono poi gli orafi, molti anche abili e capaci con gli smalti a fuoco, l'importante è trovare la persona giusta.
Il caso di Lorenzo per il distintivo del Pieve di Cadore è un po' diverso e più facile poiché aveva a che fare con un solo colore dello smalto.
Qui invece abbiamo a che fare con molti colori e con mancanze molto estese.
A Napoli la sartoria Coruzzolo negli anni 60 commercializzava degli ottimi distintivi a smalto a fuoco ma non so se erano di propria produzione o si rivolgeva per la realizzazione alle primarie ditte italiane del settore (Johnson, Lorioli, Picchiani & Barlacchi, Granero).
Il mio consiglio è di tenere il distintivo così come è salvo avere la fortuna di trovare la ditta o persona giusta in grado di fare un lavoro di restauro ottimo e fedele.
Sul mercato con un po' di pazienza si può trovare qualche buon esemplare d'epoca di questo distintivo, penso comunque che il prezzo sia fra i 100/200 euro.
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
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Von Kleist
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Grazie jolly, mi hai illuminato.
Ultima modifica di Von Kleist il mer set 07, 2005 12:36 pm, modificato 1 volta in totale.
La nostra patria per noi sono i villaggi, i nostri altari, le nostre tombe. La nostra patria è la nostra Fede, il nostro Re. Ma la loro patria che cos’è per loro? Voi lo capite? Loro l’hanno in testa, noi la sentiamo sotto i nostri piedi.

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