in parte ti hanno risposto Peter62 e Abbadia, ma mi permetto di intervenire perchè leggo un errore di fondo (basato su un'ambiguità ): l'ambiguità consiste nel cogliere un estremo per paragonarlo ad una normalità . Ma ti elenco le cose che vi sono in comune (non simili, IN COMUNE): entrambe le situazioni nascevano da un'imposizione di legge (il servizio militare) non gradita (vedasi gara a chi l'evitava, incluse le renitenze, le diserzioni o allontanamenti illeciti...fatti spiegare); entrambe ti condizionavano la vita (dovevi attendere per entrare nel mondo del lavoro, mentre, ad esempio, le fanciulle no, e magari perdevi qualche treno che non sarebbe più passato); entrambe ti preparavano (ti preparano, perchè esistono ancora i volontari - ho notato come glissi sull'ucci ucci...- che muoiono, magari non congelati, ma carbonizzati, va bene lo stesso?) all'estremo sacrificio; entrambe erano sottoposte a codici speciali (penale del tempo di pace e penale del tempo di guerra...a proposito che vale per le attuali "menti aperte"?); entrambe si fondavano, non mi stancherò anche se fate finta di ignorarlo, sulla DIFESA IN ARMI DELLA PATRIA. Basta o debbo continuare?PieriUdin ha scritto:...non avranno vissuto la vostra esperienza di 12 o 15 mesi sotto le armi, ma del resto come la mininaja non è paragonbile alla vecchia naja con tutti i crismi, questa non è paragonabile con l'esperienza di chi ha fatto la guerra congelandosi i piedi nella ritirata del Don......
Vedi dunque che se un congelato in Russia o un caduto in trincea avesse incontrato i "fortunati" che avevano fatto 18 (diciotto, si, esistono anche gli anni pre-'70) o 15 mesi di naja gli avrebbero potuto dire solo "fortunati voi", perchè non avrebbero potuto imputar loro alcuna "scelta".
Morale: diceva un mio professore di fisica al liceo "i paragoni lasciano il tempo che trovano" e, aggiungo io, anche se graditi al CDN debbono comunque sempre rispettare i canoni fondamentali della logica, ma da quelle parti fanno confusione.
Non ti unire alla confusione.