Proseguiamo con gli If, se vi va.
A partire dal 1992 e seguenti è stato demolito un bel pezzo di politica italiana. In pratica: tutto ciò che esisteva che non fosse PCI, fu seppellito sotto una valanga di fango (per non dire altro) mediatico prima e più che giudiziario (dati i tempi celerrimi della nostrana cosiddetta giustizia, alcuni processi non sono ancora conclusi. Credo che comunque le assoluzioni/pene irrisorie battano per "cappotto" le condanne, raggiungendo queste ultime percentuali infime rispetto al numero di rinvii a giudizio, per tacere del confronto col numero degli indagati).
Il MSI evaporò, diventando il nulla che è AN oggi, grazie alla solerte opera del suo capo. Uomo capace, capacissimo... capace di tutto.
Il PCI si trasformò in sé stesso cambiando il nome ma non la sostanza (come del resto un operatore ecologico fa sempre il netturbino, che è comunque lo spazzino). Acrobazie semantiche finissime per arrivare ad oggi: un arco parlamentare spezzettatissimo, con varie comari che si contendono la primazia sul nome "comunismo" (
cuisque suum 
) - mi pare che siano due oggi, quasi tre. Mussi&Co sono ancora DS, perchè i DS esistono ancora, pare, almeno sulla carta mentre lottano per dimostrare che sono loro la vera sinistra e non i capi dei DS, che vogliono inciuciarsi con gli ex DC sinistri in un paritito unico che dovrebbe chiamarsi, con un volo di fantasia degno di un masso, Partito Democratico.
E oggi, in questi giorni, scatta la seconda epurazione, come la precedente sarà più mediatica che giudiziaria, vedrete. Oddio: qualcuno più sfigato in galera ci finirà (o ci è già finito ai preventivi), ma non tanti come il chiasso odierno potrebbe far sospettare. Si demoliscono i DS: sono loro l'obiettivo. Si colpisce D'Alema, che è - oltre che il più altezzosamente antipatico - anche l'unico vero leader di quel partito. Gli altri... o piacioni (Uolter), c'abbiamo già l'origgginale, Rutelli, con tanto di addetto stampa personalissimo, o degli isterici/nevrotici con una troppo scarsa tenuta dei nervi per sedere su poltrone che contano davvero.
Dalla prima sceneggiata demolitoria uscì, invero trionfante, il Berlusca. Cioè un non politico, ma un eccelso uomo di marketing applicato (cioè quello pratico, non quello fumoso da accademia, sebbene quasta ci sia, eccome). Un uomo del business, insomma. Il mondo economico, per suo mezzo, mise le mani direttamente nella politica. Per la prima volta.
Chi sarà l'equivalente "comunista" del Berlusca, passata questa bufera mediatica?
Io do, forse abbastanza per troppo scontata, d'accordo, la
finis D'Alemae (e dei suoi, almeno per come li conosciamo oggi, ma si sta facendo un po' di fantapolitica, no?), ma mi pare che la situazione,
mutatis mutandis, sia molto simile al 1992.
La manovra è in corso da lungo tempo, da prima del 1992. E l'obiettivo di questa manovra, è la politica. Il potere politico, per essere precisi. Con cui l'economia è sempre andata a braccetto.
Io ho vissuto molto da vicino la crisi del 1992, fin dal suo inizio (anzi: dal secondo atto, il subito dopo Chiesa). Tanti conoscenti finirono chi indagati, che in galera (preventiva: il celebre "tintinnar di manette"), che, ahimè, in un caso suicida subito dopo aver parlato (da persona informata sui fatti: quindi senza difensore) con la mente nera del pool Mani Pulite-Lorde di Sange, che oggi fa il moral censore in Corte di Cassazione.
L'economia scoprì che per restare competitivi e quindi veloci (e per fregare il concorrente onesto), il mondo politico italiano, il sistema Paese era assolutamente inadeguato. Burocrazia inetta ed inefficiente, decisioni mai prese e sempre rimandate, potevano mettere in ginocchio il business. Soluzione: se si pagano i politici, le cose funzionano a meraviglia. A Milano i Socialisti di allora in questo senso erano efficientissimi. E non sto scherando: un aprecisione direi svizzera. Solo che il meccanismo si guastò (non che fosse sano
ab origine, intendiamoci). Perchè una volta soddisfatto il proprio bisogno, l'impresa tendeva ad allontanarsi dal politico. Che di converso restava a bocca (tasche) asciutte. E quindi si assistette al meccanismo contrario: la corruzione si trasformò in concussione, arrivando al ricatto. La politica era entrata direttamente nel governo delle aziende. Inaccettabile.
Tutto, pur di evitare questo. Risultato: Mani Pulite. Portato avanti da un PM sensibile a certi argomenti (curiosamente i Cleinti difesi da un avvocato, sempre quello, videro pochi o nessun guaio. Certamente un principe del Foro.), da un teorico del diritto comunista (non scherzo: negli anni sono girati parecchi scambi di email di mailing list di Magistratura Democratica in cui costui, essendo in ottima e qualificata compagnia, disquisiva sul come interpretare in maniera consona al marxismo leninismo le norme del nostro diritto che sono di ispirazione diversa se non opposta. L'obiettivo: arrivare al comunismo vero per via giudiziaria. Arrivare ad una società comunista di fatto, se non di diritto, tramite l'applicazione interpretativa della legge. Il che, l'interpretazione della legge, non rientra nelle attribuzioni di un PM, che deve per ufficio occuparsi solo della sua applicazione. Comportamento eversivo se ce n'è uno. Ovviamente mai indagato da nessuno, ché questi sono i buoni, stanno facendo Mani Pulite! (io dico: si sono parati il didietro anche loro), e da un cervello davvero fino in campo di diritto penale (anche se per me è e resta una mente nera, personaggio negativo più d'ogni altro). Insomma: tre utili personaggi, che NON erano le punte di diamante della Procura di Milano. Nomi celebri ce n'erano tanti altri. Quali il PM Pomarici, che tanto fece nella lotta al terrorismo nel decennio precedente, e che girava da solo, senza scorta, perchè non voleva portarsi dietro qualche ragazzo della scorta. A sua protezione si portava una mitraglietta Beretta M12 nella valigetta. Il primo dei tre che ho nominato, impegnato contro pericolossissimi delinquenti molto violenti, girava con auto blindata preceduta da quella di scorta, sempre a sirene spiegate. E così i suoi colleghi. I condomini del secondo, dalle parti di P.zza Novelli, non poterono più parcheggiare l'auto sotto casa. Solo lui, con la sua scorta, poteva fermarsi davanti al portone. Del resto è di Mageistratura Democratica, no?
Il risultato lo sapete: poche o nulle condanne, ma vertici politici azzerati. Aziende libere dal ricatto politico. Peggio: aziende padrone, in un certo senso, della politica. I nuovi personaggi affacciatisi sulla scena, o i pochi non investiti dalla tribunalizia ondata di giustizia che vedeva benissimo solo in una direzione, erano le mezze o i quarti di calzetta. Facilissimamente conrollabili data la loro pochezza.
Poi, da qualche anno, si parla di disaffezione della popolazione dalla politica. Addirittura due giornalisti del Corriere (vero centro di potere in Italia, forse il più potente, insieme a Rep. e, molto meno, alla Stampa), scrivono un libro, instant classic e super best seller, intitolato La Casta (quella dei poltici). E' solo uno dei colpi che da certi ambienti, gli stessi che con Mani Pulite si sono liberati del giogo della Politica che controllava le loro aziende, si sferrano alla politica, onde prenderne in mano in toto le redini.
E' rimasto un unico bastione, rudere di bastione, da abbattere. Quello che si salvò anni fa a Milano. Non si colpirà altri, perchè altri da colpire non ci sono, essendo il leader dell'attuale opposizione un membro, e che membro, di quel mondo. E i suoi soci sono già da tempo molto ben legati allo stesso circolo, del tutto manovrabili.
Quindi le domande: è positivo che l'economia metta le mani in maniera così diretta sulla politica? Certo: si risolverebbe ipso facto il conflitto d'interessi - non quello minchione sbandierato da michioni ciechi e sordi del Berlusca, bensì quello vero, quello autentico: la coincidenza della politica con gli affari, con questi ultimi in posizione di (occulto) mandante e region d'essere della prima - ma a che prezzo?
Poi, chi sarà l'esponente che, "da sinistra", "scenderà in campo politico" (notate la scelta del verbo: scendere. Certo: l'origine dell'espressione è calcistica. Non di meno, a mio modesto avviso, essa da pienamente la misura della considerazione, che emerge dall'inconscio, che si ha per la materia, la politica, da parte del business. Qualche cosa di basso, un male necessario). Certo: la politica è sporco affare, spesso. Ma dovrebbe essere vista come alta, almeno in teoria, essendo essa la funzione sociale destinata al governo del Paese. Qui invece non si fa altro che sputtanare la funzione - la politica - e non coloro che la rendono la cosa orrenda che è oggi. E nemmeno i gesti, le azioni sporche si indicano al pubblico discredito, tacendo i nome dei responsabili, come sarebbe corretto fare, ma la contrario si sputtanano le persone, senza indicare che cosa, di davvero malvagio, essi avrebbero fatto. Risultato: la poltica e (questi) politici sono tutta spazzatura. La gente ne ha il vomito e inizia a rifiutarla. Inizia a sentire, abilmente e sottilmente guidata in questo, che la politica è male e quindi si deve cambiarla o addirittura farne a meno. Errore enorme e gravissimo, anche se fortemente voluto: non è la politica in sé ad essere sbagliata. Sono le azioni. Ma qui si vuole cambiare il mondo, ci vuole un bello scossone.
Cavoli, ho scritto troppo. Chiedo venia.
Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86