Luigi ha scritto:
...«Chiamiamolo col suo nome. Il nostro è un rifiuto politico della gran confusione che scatta quando si mischiano o si deve scegliere fra intervento umanitario e intervento militare. Due mondi all'opposto. La sovrapposizione non ha niente di buono se chi oggi costruisce una scuola la potrebbe buttare giù domani a cannonate».
L'unico pregio di questa risposta è la sincerità espressa nella motivazione del rifiuto: esclusivamente politico. Rabbrividisco di fronte a tanta freddezza. Tu la scuola costruiscila, se poi te la buttano giù a cannonate, avrai dei buoni motovi per lamentarti. Prima no.
Luigi ha scritto:
Gli fa eco da Bagdad Simona Pari, vedetta solitaria di Un ponte per... nella capitale dove coordina il lavoro di tanti iracheni impegnati per aiutare orfani e disperati: «Perché dovremmo schierarci accanto ai militari armati?».
Questa poi sarebbe da ridere, se non fosse da piangere: la signora (?) in questione
è effettivamente a Baghdad. Durante l'ultimo telegiornale che trasmetteva filmati da quella città mi è parso di vedere un sacco di Militari, Iraqeni ma anche tantissimi occidentali, soprattutto loro: i perfidi Amerikani. E tutti erano molto ben armati. Forse la signora (?) non lo sa, e qualcuno dovrebbe avvertirla che lei sta effettivamente lavorando a fianco di militari armati. Ma temo che lo sappia benissimo e che i militari a cui lei si riferisce sono quelli Italiani, con cui non vuole, con tutta evidenza, avere nulla a che fare. Il motivo è lo stesso del signore (?) di prima: politico. E qui si inizia a capire un po' meglio il disegno di fondo di detta "politica".
Luigi ha scritto:
E Nino Sergi, segretario generale di un'altra Ong, Intersos: «Restiamo fedeli, con severità , alla scelta di non collaborare con le forze di occupazione e di non avere quindi rapporti con i militari».
Questa è una scelta perfettamente legittima, che anche se non condivido per nulla, rispetto. Solo, dato che sono un po' malfidente, mi piacerebbe sapere chi ha dato una mano all'organizzazione in questione nel trasporto degli aiuti in giro per il mondo. Siamo certi che mai, ma proprio mai, qualcuno abbia avuto un passaggio su di un C 130 o robe simili?
Ma la cosa più schifosa è che tutti questi personaggi fanno politica. Il loro primo scopo, con tutta evidenza, NON è l'aiuto del prossimo a qualunque costo. La prima preoccupazione è se aiutando il prossimo io faccia o meno gli interessi dellla politica a cui mi ispiro. Se questa pregiudiziale non viene soddisfatta, che si fottano i bisognosi! E' ben più importante che il mio disegno politico vada avanti. Sarebbe interessante sapere se questo lo sanno coloro che li finaziano, magari facendo dei sacrifici. Io, per parte mia, faccio donazioni solo alla CRI e dopo aver letto questo articolo mi sono dato una bella pacca sulla spalla, complimentadomi con me stesso. Il disegno politico di questi signori (?) è del tutto evidente: non fare alcunchè che possa anche per sbaglio o indirettamente fornire frecce all'arco del nostro Governo. Al contrario: fare di tutto affinchè ciò non avvenga e magari far fare al Governo (e quindi al Paese...) un bella figura di m****.
Decisamente Stalin non è vissuto per nulla. Ha buoni discepoli in giro per il mondo, Italia compresa. La "causa", come egli ha isegnato, vien prima di tutto, anche della pelle delle persone che si dice di avere a cuore e per le quali, a parole, si dice di esistere. Tutte balle.
Infine le ultime righe che riportano Marelli che chiede un tavolo di confronto (:roll: ). Ma che vada a lavorare, invece che cercare confronti. Magari spiegando come mai a loro ong va evidentemente bene l'approccio USA all'Iraq di oggi (se mi guardi storto, ti sparo e poi chiedo informazioni), visto che lavorano in zone "USA" che non quello Italiano.
Un saluto schifato, non disgiunto da un ringraziamento ai nostri Soldati laggiù: loro, da "okkupatori fascioimperialisti", qualche cosa la fanno per gli Irqeni.
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86