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Federico
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Innazitutto bentornato al Resident Communist del forum :lol: :lol:

Mi,e credo ci, mancavano i tuoi post
Hellis ha scritto:...
Credo che l'unica differenza stia proprio qui: almeno a sinistra abbiamo una chiarissima idea dei notevoli limiti dei nostri 'leaders'.
...


Ti sbagli: a destra noi abbiamo Una Sola Grande Cetrezza Chiarissima: quella di NON avere leader.

Che dovrebbe essere uno solo, sennò è inutile parlare di leader, ed esser Uomo.

Basterebbe questo.

Ciao
Art. Federico
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Hellis
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Ciao Federico.

In realtà  leggevo ma non intervenivo. Perchè non mi va di passare per un intransigente 'supporter' della sinistra. I miei ideali sono certamente di sinistra, ma il mio essere di sinistra viene dal passato, da una 'essere di sinistra antico'. E spesso non mi ci ritrovo affatto con la sinistra di oggi.

E soprattutto non volevo fare il gioco della classe politica attuale, che a noi ci fa scannare per presunti ideali, e loro (tutti) hanno ossari di cimiteri degli elefanti negli armadi.

Credo che se fossimo un paese normale, la destra e la sinistra dovrebbero perseguire gli interessi del Popolo Italiano.. magari partendo da punti di vista diversi,sicuramente perseguendo metodi diversi, ma con lo stesso scopo finale. E pertanto, sempre se fossimo un paese normale, l'avvicendamento alla guida del paese dovrebbe essere una cosa 'normale per tutti', senza diventare una guerra di religione.

Tieni sempre conto che sono un 'imprenditore' (questione parecchio teorica), quindi in teoria destra o sinistra per me dovrebbe cambiare poco.

A mio avviso, nella campagna elettorale, hanno tutti travisato i veri problemi del paese, parlando solo di cazzabubole.

Prima questione, la più importante. La scuola. La riforma Moratti fa schifo, come faceva schifo la riforma Berlinguer. Per prima cosa nessuno ha posto la questione che oggi i nostri 'giovani' virgulti hanno solo diritti, nessun dovere. E non può essere solo la scuola il problema, sono anche le nostre famiglie (ihh se mi leggono Ruini, Giovanardi e Buttiglione). La 'nostra generazione', fossimo noi di sinistra, di centro o di destra, fu cresciuta con la convinzione che erano da guardare con disprezzo i 'fanfaroni'. 'Non aver voglia di lavorare' era un grosso demerito.
E allora d'estate, per non stare a bighellonare, era normale andare a raccogliere cipolle, a raccogliere pomodori (si cominciava a 13/14 anni, pagati a cassetta). Mentre oggi i rampanti giovani se ne stanno nella bambagia in attesa del lavoro 'buono', poca fatica, poca responsabilità , tanto guadagno.
Poi ci chiediamo perchè i bravi imbianchini iniziano a parlare arabo.

Allora dico he la riforma Berlinguer faceva schifo perchè pretendeva di dare a tutti 'il pezzo di carta', mentre ahimè, per volontà  Divina, c'è chi ha testa e voglia per poter aspirare a diventare un medico che opera a cuore aperto, e c'è chi non potrai mai diventare più di un bravo manovale. Se è questo il problema, cerchiamo di ridare dignità  al manovale.

La riforma Moratti fa schifo perchè tenta di fare la scelta fra chi può permettersi di stare a scuola pagando e chi no. Per intenderci, probabilmente un domani io potrei essere uno di quelli che si può permettere di 'mantenere' a scuola le mie figlie, ma avrei la pretesa che si facessero le ossa da sole, che dimostrassero loro stesse ciò che valgono, senza spendere il cognome di 'papy'. Se non avranno testa e voglia, sputtaneranno i miei 'ipotetici' lasciti, e poi si dovranno dar da fare.
Per la legge del contrappasso, chi ha testa e voglia, ma non ha i 'mezzi', credo che costituisca un patrimonio comune e vada supportato a livello statale.
Ciò che ho scritto è di una banalità  sconcertante, ma non ne ha praticamente parlato nessuno, a parte quella frase in cui 'il figlio di un professionista non può essere trattato come il figlio di un operaio' (e pensare che per le mie figlie ho la pretesa che sia così).

Poi ci sarebbe da dire sulla flessibilità . Ti dico solo che stiamo cercando un giovane ragioniere da affiancare alle mie colleghe, ne abbiamo già  cambiati due (ora c'è il terzo), perchè il lavoro è troppo 'duro'.
Allora il problema delle aziende serie non è quello di poter licenziare chi vuoi quando vuoi. Sai bene anche tu Federico che spesso si hanno dei dipendenti che non ti lasceresti mai scappare, a costo di stipendiarli per un anno senza far nulla. Il vero problema è capire se la persona che hai appena assunto, è affidabile seria e dopo un bel pò di formazione ci puoi ricavare qualcosa di buono. Perchè a volte è capitato che sono stati assunti dei 'testoni' che dopo 5/6 mesi facevano saltare tutti gli equilibri che si creano all'interno di una piccola-media azienda.

Vabbeh mi fermo qui. Ovviamente, tutti pensieri personali e opinabili
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Luigi
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Hellis ha scritto:E sai perchè? perchè riescono a far 'discutere' gente come me e te, credendo che loro condividano i nostri rispettivi ideali... e gente come me o te riconosce i propri valori, mentre credo che oggigiorno, o di qui o di li dall'acqua, gli ideali servono solo per farci parlare.
Sicuro di non aver bevuto? Magari solo un bicchierino? :P
Pensavo infatti di averti ben istradato con la citazione finale...


Rispondo solo a questa frase perchè è il punto fondante.
L'avevo detto in tempi non sospetti: secondo me, mi hai inquadrato male. Io non voto per coloro che penso difendano i miei ideali. Voto per coloro che mi sembrano meno lontani da essi. In guerra si scelgono i nemici, mentre gli alleati spesso si subiscono.
Dovendo scegliere, non posso proprio appoggiare coloro che vogliono aborto, divorzio, eutanasia, matrimoni omosessuali, islamizzazione, eliminazione delle armi, fuga dall'Iraq, scuole di partito e così via. Ma questo non significa minimamente che gli altri rispecchino in pieno la mia visione della vita (che paroloni!). D'altronde la questione "Leva" mi pare sia significativa a tal proposito.
Solo che, come detto da Tolkien, non si possono ripulire tutti i campi.
Soprattutto, aggiungo, non posso votare per gli omuncoli che portano una ragazza di vent'anni a pensare che, vincendo ancora una volta Berlusconi, non sarebbe neppure il caso di avere un figlio in Italia (Corrierino di ieri).
Questo significa aver talmente riempito di rumenta la testa dei giovani da togliere loro perfino la speranza.


Poi, ovviamente, l'ironia urge in me ed allora, ogni tanto, mi diverto un po'. Ad esempio, mi viene da ridere al pensiero delle "guerre" che l'Italia avrebbe fatto in questi cinque anni... :shock:
Comuque, ripeto, rileggi la citazione (grazie Federico!), e capirai. Forse. 8)
Mandi.
Luigi

P.S.: se non sei uno dell'eresia dei Bofonchianti :D, e ad Asiago ti fai vedere, una bottiglia salta fuori. Ma di quelle buone, non tipo bevanda preferita da Casarini... :twisted:
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Federico
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Ecco, Hellis, quando scrivi così io mi chiedo che cosa diamine ci fai dall'altra parte (quella sbagliata :lol: ) del fiume.

Altro che opinabili, mi pare buon senso ben distillato: un po' come nella pubblicità  di quella famosa grappa: via la testa, via la coda, rimane solo il buono.

Io, non avendo figli, non saprei che dirti sulla scuola. Ho 4 nipoti, però, e i miei fratelli, loro genitori, non mi paiono del tutto scontenti. Del resto, però, non è un argomento che si sia mai affrontato in profondità .

Dipendenti: noi, semplicemente, non ce li possiamo (più) permettere: costano troppo. Ma sono d'accrodo con te: i pochi che abbiamo, valgono tanto oro quanto pesano. Età : sopra i 35 anni.

Poi abbiamo dei contratti a progetto e delle P.Iva. Va da se che il nostro settore è propedeutico a questo: essendo essenzialmente dei creativi, spesso e volentieri la conservazione di una autonomia professionale è ricercata dal "dipendente". E qui nascono i probelmi: la maniera migliore per inquadrarli è, cioè, sarebbe la P.Iva. ma ci sono gli stramaledetti studi di settore, imbecille sistema messo in atto per mettere fuori mercato i liberi professionisti e deviare tutto sul rapporto di lavoro dipendente, chè sennò l'INPS annega. Il reddito minimo di una P.Iva nel nostro settore è superiore a 25.000 euri annui. Significa che paghi le tasse comunque su quella cifra, anche se non la fatturi, e se non la fatturi ti vengono a rompere le scatole (ispezioni, controlli e via cantando) per vedere il perchè non la fatturi (presunzione di reato: fai del nero. Perchè da noi funziona così: sei tu a dover dimostrare di essere innocente, non loro a dimostrare la tua colpevolezza. Evviva il Diritto). Ciò significa che un giovane che potrebbe avere ENORMI possibilità  di trovar lavoro come libero professionista, nella realtà  delle cose ha contro un sistema, lo Stato, che fa di tutto per castrarlo. Come è possibile immaginare che un ragazzo appena diplomato o brevelaureato in grafica e/o comunicazione "pretenda" (cioè: non è lui che pretende, è lo Stato che pretende al suo posto) di guadagnare più di 25.000 euri annui cioè più di 50 milioni di vecchie lire? Il risultato è che si fanno i contratti a progetto, che espongono il datore di lavoro a tutti i rischi del caso. In più non soddisfano il lavoratore. Se invece si dovesse assumere come dipendente la stessa persona, essa guadagnerebbe un poco di più, non molto, ma il costo sarebbe pure molto più alto per l'azienda. E non solo in termini economici. Ci sono le ferie + permessi, che si traducono, nella pratica vera, nella possibilità  per il dipendente di starsene a casa almeno due mesi all'anno. Cioè tu paghi una persona 13 mensilità  all'anno, e questa lavora per 10 mesi, festività  nazionali escluse dal conto.

Ci rendiamo conto che è improponibile? E non mi metto nemmeno a parlare della classica sindrome da dipendente che colpisce molti, non tutti, coloro che riescono ad "agguantare" un contratto da dipendente: si siedono. Prima erano disponibili, produttivi, affidabili, onesti, e da un giorno all'altro ti ritrovi con il quasi esatto opposto. Non ne parlo perchè questo, purtroppo, fa parte del rischio d'impresa. Non dovrebbe essere così, beninteso, ma è un'altra delle storture del nostro Paese in cui, da sempre ed in qualsiasi ambito, si cerca di far pagare il conto a coloro a cui ciò non compete.

I co.co.co, che non ci sono più, essendosi trasformati in "a progetto", rendono la cosa ancora più difficile. Difficile fare un progetto che si guadagni il placet dell'ufficio del lavoro. Diminuita la forbice sui costi tra un dipendente e un a progetto.

Quando dici che il licenziamento non è il problema son d'accordo fino ad un certo punto. Se il dipendente è valido, è ovvio che l'imprenditore, prima di lasciarlo a casa, arriva fino all'impensabile, fino alla quasi chiusura dell'azienda. Invece se è una scaldabanchi, dovrebbe essere nel diritto dell'imprenditore liberarsene come e quando meglio crede. Ce la fila, li fuori, di ragazzi e ragazze che si farebbero in quattro per quel posto (ok, di volenterosi sul serio ce n'è pochi. Che la vita sia prima di tutto fottersi e poi semmai, se ce n'è, divertirsi, non è un'idea diffusa), e non vedo proprio perchè l'imprenditore debba sprecarlo per un poco di buono. Le imprese, a dispetto di certe idee che circolano, specie nei sindacati e in certi partiti di sinistra, non sono istituti di previdenza sociale. Che il lavoro sia un diritto, è altamente opinabile. Cioè, lo è, ma a fronte di precisi doveri assolti, che vengono prima dei diritti, secondo me. Nessuno, da nessuna parte, spero voglia impormi l'idea che io come imprenditore, abbia il dovere di dare il lavoro a qualcuno, che si ritroverebbe, come per magia, il diritto di avere il lavoro. E' il contrario: è lui, il lavoratore, che ha il dovere di lavorare con coscienza e sudando. E' mio il diritto di assumerlo.

Ciao
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Robby73
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Ciao Hellis, dopo aver letto i tuoi lunghi ed appassionati post non posso fare altro che essere d'accordo con te su tante delle cose che dici ma vorrei affrontare dal mio punto di vista alcuni argomenti che hai esposto. Tu non vuoi passare per un'intransigente supporter della sinistra, io non voglio passare per un'intransigente berlusconiano, forse lo sembro perché tutti i sinistri che mi trovo attorno tutti i giorni gli attribuiscono, secondo me in malafede, tante e tali colpe che mi viene spesso da difenderlo.

Innanzitutto, visto che hai affronatato l'argomento, ci tengo a dire che durante i miei studi universitari sono andato a lavorare nel periodo estivo per otto anni in una delle tante fabbriche della nostra zona che lavorano il pomodoro (e di vacanze, anche per questo motivo, ne ho fatte ben poche) tuttavia ne ho un ricordo bellissimo perché mentre lavoravo sentivo di stare bene con me stesso e forse lenivo un po' i miei sensi di colpa per come andavo a rilento negli studi.

(aperta parentesi)
Tu dici che prima di Berlusconi era più facile comprare casa, forse sarà  vero ma tanti miei amici proprio in questi ultimi 5 anni hanno messo su casa, facendo un mutuo come è normale che sia, e guarda caso sono tutti ragazzi che hanno iniziato a lavorare a vent'anni, ora che ne hanno 30 possono prendere casa. Io di anni ne ho 33 e i soldi per mettere su casa non li ho ma non è colpa di Berlusconi se ho finito l'università  a 30 anni, casomai è colpa mia. Mia e di tutti quelli che mi hanno detto che senza una laurea non si va da nessuna parte, perché la chiacchiera era quella. Balle! Chi inizia a lavorare presto si rende economicamente indipendente prima di chi vivacchia all'università  per poi trovarsi come un pivello nel mondo del lavoro a 30 anni e accorgersi che gli anni sono passati.
(chiusa parentesi)

E veniamo al discorso scuola. Concordo sul fatto che la scuola di oggi sia messa male, (anche se ad onor del vero è un ambiente che non frequento più da qualche anno) ma non trovi ad esempio che molte delle colpe siano da addebitare alla sinistra? Io trovo che il massimo problema della scuola odierna sia il mancato rispetto dei ruoli e molto di questo, se non tutto, è da addebitare alle battaglie combattute dalla sinistra in nome dei più svariati diritti che poi ovviamente sono degenerate in un marasma da cui non sarà  facile uscire.
A scuola gli studenti devono studiare e gli insegnanti devono insegnare! Invece adesso gli studenti studiano se ne hanno voglia se no chissenefrega tanto si va avanti coi debiti formativi da recuperare chissà  come, chissà  dove e chissà  quando; l'unica cosa ai miei tempi che ti obbligava a studiare era la possibilità  di essere rimandato a settembre; una volta eliminata quella che armi ha in mano un professore che voglia fare seriamente il proprio dovere per poter avere un minimo di autorevolezza? Ormai sarà  già  tanto se gli studenti non lo mandano affan… Ma poi se gli insegnanti non hanno più dignità  la colpa è della Moratti, ovviamente.
Occupazioni di qua, autogestioni di là â€¦ e guai a protestare, tanto qualche pseudo-politico che difende il diritto dei ragazzi ad autogestirsi lo trovi sempre. Ma stiamo scherzando? E i professori che spesso si schierano con gli studenti di quale parte politica saranno? Non è per polemizzare ma per quelle che sono le mie esperienze dirette ed indirette gli autori di queste belle imprese sono sempre stati gli elementi più politicizzati e guarda caso sono tutti di sinistra, studenti e insegnanti. Quando dici che gli studenti hanno solo diritti dici bene ma credo che i maggiori responsabili di ciò siano da cercare soprattutto tra quelli che hanno allevato i loro pargoli a pane e “rivoluzione”, lotta proletaria anche nella scuola, ribaltamento dei ruoli, 6 politico, diritto allo “studio” che è diventato diritto al “titolo di studio” e via dicendo. Ai tempi del liceo ricordo uno studente, rappresentante di istituto, sempre pronto a rivendicare diritti e ad organizzare scioperi, alle assemblee chi non era d'accordo veniva messo all'indice perché …”quelli là  mi fanno girare le palle in senso antiorario”… -testuali parole sentite con le mie orecchie-. Bè adesso il signorino fa il consigliere comunale coi DS a Parma. E poi mi tocca vedere i bambini delle elementari mandati in strada con i cartelli appesi al collo e gli striscioni per protestare con la riforma Moratti, che loro manco sanno cosa sia; è serietà  questa? Queste sono le cose che hanno distrutto la scuola non la riforma Moratti, SECONDO ME. E adesso rimediare non sarà  facile.
Cos'ha poi di così catastrofico ‘sta benedetta riforma? Forse dà  fastidio il fatto che si voglia incentivare la scuola privata (ovvero la scuola cattolica) che essendo in mano ai preti e non ai sindacati è meno controllabile e quindi meno influenzabili politicamente le menti degli studenti.

Sulla frase di Berlusconi confesso la mia ignoranza (negli ultimi mesi leggo anche poco i quotidiani) quindi non so né quando né dove l'avrebbe detta quindi, così decontestualizzata, non ho elementi per giudicarla. O meglio, così come la riporti tu è una stronzata ma ho i miei dubbi che abbia detto esattamente ciò che riferisci, mi piacerebbe conoscere il discorso per intero, quello che è stato detto prima e dopo.
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Hellis ha scritto:...il mio essere di sinistra viene dal passato, da una 'essere di sinistra antico'...
Viene da Stalin? :D :D :D
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Robby73 ha scritto: (aperta parentesi)
Tu dici che prima di Berlusconi era più facile comprare casa, forse sarà  vero ma tanti miei amici proprio in questi ultimi 5 anni hanno messo su casa, facendo un mutuo come è normale che sia, e guarda caso sono tutti ragazzi che hanno iniziato a lavorare a vent'anni, ora che ne hanno 30 possono prendere casa. Io di anni ne ho 33 e i soldi per mettere su casa non li ho ma non è colpa di Berlusconi se ho finito l'università  a 30 anni, casomai è colpa mia. Mia e di tutti quelli che mi hanno detto che senza una laurea non si va da nessuna parte, perché la chiacchiera era quella. Balle! Chi inizia a lavorare presto si rende economicamente indipendente prima di chi vivacchia all'università  per poi trovarsi come un pivello nel mondo del lavoro a 30 anni e accorgersi che gli anni sono passati.
(chiusa parentesi)
Il primo Governo Berlusconi aveva puntato molto sugli investimenti dei capitali etc etc, favorendo molto chi i capitali li aveva. Per carità , è una legittima politica ecomica anche questa. I tassi di interessi di quegli anni, già  parecchio alti, schizzarono oltre il 15%, ed è un dato di fatto consultabilissimo.
In quel periodo, fine 94, mi trovai a fare un muto prima casa: nessuna banca, dico nessuna, concedeva un mutuo superiore ai 100.000.000 £, max 10 anni... gli altri li dovevi avere tu. Fra l'altro io e la mia futura moglie eravamo in 'ottime condizioni' per la banca (lavoro stabile, entrambi quadri impiegati in due aziende che lavoravano con quella banca), quindi mi chiedo chi aveva due stipendi più bassi dei nostri, che probabilità  avrebbe avuto di comprare casa?
Se fosse ancora in vigore questo stato di cose, mi chiedo in quanti oggi potrebbero comprare casa.
Comunque 'strappammo' un tasso del 15,75%, che dopo due anni sarebbe diventato 'tasso d'usura'.
Dal 97/98 in poi, con tassi di interesse del 3/4%, le banche iniziarono a concedere mutui 'totali', anche oltre i 300.000.000 £ con durate trentennali. Fantascienza 2-3 anni prima.

La scuola ha tante colpe. Io ho scritto che la riforma Moratti è una stronzata gigante, perchè pretende di mandare a scuola solo chi ha i soldi e ghettizzare chi non ce li ha. Ma ho anche scritto che la rigorma Berlinguer (che poi era quella prima della Moratti) è una stronzata altrettanto gigante, perchè pretende di mettere tutti sullo stesso piano quando, per volontà  Divina o per ereditarietà  genetica, non siamo tutti uguali.
La scuola funziona male. La colpa è degli insegnanti, certamente. Ma da genitore ti posso dire che la colpa all'85% è dei genitori. Quando all'Itis si faceva sciopero, io me lo sognavo di farlo. Con un padre di sinistra avevo due possibilità : a) andare a scuola con impegno perchè, come mi ricordava spesso, i soldi dei libri li sudava fino alla copertina b) mettermi la tuta e andare in officina.
Quindi, se leggi bene ciò che ho scritto, penso che prima di tutto la colpa va data alle famiglie. I nostri 'giovani virgulti' mancano di educazione, e questa caro Robby non è una questione politica.
La frase del Berlusca è stata detta nel confronto televisivo del 3 aprile.

Federico. Rispondo alla tua ultima parte del post. Come ti scrivevo, sostengo che le aziende devono avere la possibilità  di licenziare chi non va bene, chi non si impegna affatto e frena l'azienda.
Insieme ai miei soci, gestisco un'azienda di 17 dipendenti, più vari artigiani che lavorano per noi all'esterno.
Come dico ai miei ragazzi io mi sento in dovere di procurare lavoro per tutti. Loro devono lavorare più serenamente possibile, pensando a come far bene il loro lavoro, e io mi devo occupare di portare a casa il lavoro per tutti. Però loro mi devono mettere in condizioni di stare sul mercato. Quindi dobbiamo essere uno zerovirgola più efficaci dei nostri concorrenti, dobbiamo essere in grado di realizzare impianti che i nostri concorrenti non fanno, non ci possiamo permettere di sprecare nulla. E l'azienda deve guadagnare. Il giusto, ma deve guadagnare. Per potersi permettere di fare investimenti, di poter affrontare nuovi mercati dall'oggi al domani, poter cambiare tipologia di prodotto se serve (se anni fa fossimo rimasti al ns prodotto storico, oggi avremmo chiuso).
Ci sono 17 persone che, per come possono (c'è chi è più lento, chi più veloco, ma entro certi limiti se c'è serietà  e impegno, c'è posto per tutti), condividono da anni questa filosofia. E sono i primi ad alzare le barricate quando ci troviamo per le mani un fancazzista.
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Robby73 ha scritto:
Hellis ha scritto:...il mio essere di sinistra viene dal passato, da una 'essere di sinistra antico'...
Viene da Stalin? :D :D :D
ahah si si e mangio bambini in fricassea. Ma ci siete mai stati in campagna.. quella buona, verso il Po... in mezzo ai filari delle viti, tenuti a balia dai nonni 'comunisti'? ma credete davvero che hanno consegnato la loro eredità  culturale ai caruso, leoncavallini, etc etc? vi assicuro che sono due mondi incompatibili. Quella era gente che faceva 20/22 ore in mezzo ai campi, che si spaccava la schiena, e che ci diceva che i loro figli avevano il 'dovere' di studiare e imparare per il progresso di tutti. Non per andare in un ufficio dove possibilimente non si hanno responsabilità  e si guadagna tanto.
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Azz... Luigi. Stamattina sono particolarmente logorroico. Sarà  l'euforia.
Lo so bene caro conterraneo che tu sei un 'Supporter' molto critico, non ti ho inquadrato male.
Però non ti viene il dubbio che i tuoi 'alleati momentanei' sbandierano tanto presunti valori contro divorzio, aborto etc etc solo per una manciata di voti? Leviamo il divorzio, a me non mi tocca. Ma Casini e Berlusconi che hanno due famiglie a testa, che fanno? insomma.. per la serie 'da che pulpito viene la predica'.
La frase della ragazza di ventanni mi ha colpito. Hai figli? credo che ci penseresti su 6 o 7 volte oggigiorno a mettere al mondo un figlio in questa Italia. Ti do solo un parametro di valutazione: il costo del latte in polvere. Due settimane fa la mia bimba più piccola ha fatto il vaccino: 59€ + 29€ il richiamo. Con la prima non avevo pagato nulla. Ti giri ed è una spesa assurda. In ogni caso è meglio non pensarci: mettili al mondo e basta. La soddisfazione di crescere un figlio ripaga ampiamente.. sempre che le mie, fra molti anni, non mi portino sottocasa un forzaitagliota.....
Vabbeh sarebbe la legge del contrappasso: alla mia bigottisma e fascistissima suoceraccia gli è toccato un comunistaccio per casa.
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Hellis ha scritto:
Robby73 ha scritto:
Hellis ha scritto:...il mio essere di sinistra viene dal passato, da una 'essere di sinistra antico'...
Viene da Stalin? :D :D :D
ahah si si e mangio bambini in fricassea. Ma ci siete mai stati in campagna.. quella buona, verso il Po... in mezzo ai filari delle viti, tenuti a balia dai nonni 'comunisti'? ma credete davvero che hanno consegnato la loro eredità  culturale ai caruso, leoncavallini, etc etc? vi assicuro che sono due mondi incompatibili. Quella era gente che faceva 20/22 ore in mezzo ai campi, che si spaccava la schiena, e che ci diceva che i loro figli avevano il 'dovere' di studiare e imparare per il progresso di tutti. Non per andare in un ufficio dove possibilimente non si hanno responsabilità  e si guadagna tanto.
Peppone. Che, come tutti sanno, teneva in gran conto le opinioni e gli insegnamenti di Don Camillo, ma senza che di questo si accorgesse alcuno.

Ora sia Peppone che Don Camillo sono morti. Le loro eredità  sono state scippate rispettivamente da Casarini&co e "don" Vitaliano come si chiama.

C'è bisogno, e subito, di una bella fuga all'indietro, altro che "progresso".

Ciao
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Hellis ha scritto:[...Federico. Rispondo alla tua ultima parte del post. Come ti scrivevo, sostengo che le aziende devono avere la possibilità  di licenziare chi non va bene, chi non si impegna affatto e frena l'azienda.
Insieme ai miei soci, gestisco un'azienda di 17 dipendenti, più vari artigiani che lavorano per noi all'esterno.
Come dico ai miei ragazzi io mi sento in dovere di procurare lavoro per tutti. Loro devono lavorare più serenamente possibile, pensando a come far bene il loro lavoro, e io mi devo occupare di portare a casa il lavoro per tutti. Però loro mi devono mettere in condizioni di stare sul mercato. Quindi dobbiamo essere uno zerovirgola più efficaci dei nostri concorrenti, dobbiamo essere in grado di realizzare impianti che i nostri concorrenti non fanno, non ci possiamo permettere di sprecare nulla. E l'azienda deve guadagnare. Il giusto, ma deve guadagnare. Per potersi permettere di fare investimenti, di poter affrontare nuovi mercati dall'oggi al domani, poter cambiare tipologia di prodotto se serve (se anni fa fossimo rimasti al ns prodotto storico, oggi avremmo chiuso).
Ci sono 17 persone che, per come possono (c'è chi è più lento, chi più veloco, ma entro certi limiti se c'è serietà  e impegno, c'è posto per tutti), condividono da anni questa filosofia. E sono i primi ad alzare le barricate quando ci troviamo per le mani un fancazzista.
Congatulazioni, siete riusciti a mettere insieme una bella squadra. Noi siamo ben più piccoli, ma i problemi sono gli stessi da quello che vedo.

Però spiegami una cosa: con 17 dipendenti come fai a licenziare il 18 se è un fancazzista? Potrai avere, e di sicuro hai, tutto l'appoggio e la comprensione degli altri 17, ma se quello va dal Magistrato in tempo zero ti ritrovi col reintegro, danni, stipendi pregressi e il fancazzista nuovamente assiso, tronfio, a fare nulla al suo posto.

La menata della giusta causa, sai bene quanto me, è quasi impossibile cha passi (tre lettere di richiamo eccetera) se il fancazzista va in trincea.

Ciao
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...infatti da tempo non assumiamo. Stiamo bene così. E di questi tempi è meglio consolidare.. se poi verrà  il momento di allargarci ancora, si valuterà .
Per quel che ti posso dire io ho detto ai miei soci che la nostra direzione non è crescere a livello di dipendenti e di area (sai bene che poi crescono anche i guai). Credo che la direzione giusta sia quella di stringere partnership con concorrenti seri. Nel 2002 ho personalmente portato avanti questo discorso.. all'inzio la cosa era molto freddina e timida, molto voluta da me e da uno dei soci dell'azienda nostra concorrente.
Per un certo periodo i ns tecnici (e gli altri soci) si sono guardati in cagnesco.. non è stato facile. Oggi ti posso dire che il tutto si è rivelato un azzardo strategico, con grandissimi ritorni per entrambe le ditte.

Tieni conto di una cosa Federico: il capofficina di oggi, qualche anno fa mi ha insegnato a saldare tenendo un pacchetto di caramelle in tasca per premiarmi. Il responsabile dei saldatori mi ha prestato la bicicletta per il primo appuntamento con la mia morosa (oggi mia moglie).
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Hellis ha scritto:...infatti da tempo non assumiamo. Stiamo bene così. E di questi tempi è meglio consolidare.. se poi verrà  il momento di allargarci ancora, si valuterà .
Per quel che ti posso dire io ho detto ai miei soci che la nostra direzione non è crescere a livello di dipendenti e di area (sai bene che poi crescono anche i guai). Credo che la direzione giusta sia quella di stringere partnership con concorrenti seri. Nel 2002 ho personalmente portato avanti questo discorso.. all'inzio la cosa era molto freddina e timida, molto voluta da me e da uno dei soci dell'azienda nostra concorrente.
Per un certo periodo i ns tecnici (e gli altri soci) si sono guardati in cagnesco.. non è stato facile. Oggi ti posso dire che il tutto si è rivelato un azzardo strategico, con grandissimi ritorni per entrambe le ditte.
Estremamente interessante, dico sul serio. Curiosità : come la mettete con l'Antitrust? O non siete dimensionalmente rilevanti per quanto concerne a codesta Autorità ?
Hellis ha scritto:Tieni conto di una cosa Federico: il capofficina di oggi, qualche anno fa mi ha insegnato a saldare tenendo un pacchetto di caramelle in tasca per premiarmi. Il responsabile dei saldatori mi ha prestato la bicicletta per il primo appuntamento con la mia morosa (oggi mia moglie).
Lo ripeto: secondo me avete una bella ditta. Ma bella davvero.

Di nuovo le mie congratulazioni.

Ciao
Art. Federico
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Hellis
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Ma figurati. Si cerca di lavorare Federico.

Antitrust no problem. Siamo due ditte piccole, circa 25 addetti cadauno.
La partership ti consente parecchie cose:
1) avere due reti vendita
2) focalizzarti sul tuo 'core business', sapendo che il resto verrà  fatto altrettanto bene. Non doverti sobbarcare le spese per la formazione di personale che non fa prte del tuo core business. Ti faccio il ns esempio: entrambe le aziende lavorano nel settore in cui si realizza un certo tipo di macchina automatica. Il concorrente A è molto bravo sulla progettazione e sulla realizzazione delle meccaniche, mentre con l'automazione e il software rincorre sempre, e spesso ha spese fuori controllo con prodotti scadenti. Il concorrente B viceversa ha una spiccata predisposizione per l'automazione e il software, ma la parte meccanica è quella che da problemi. Ovviamente fare partership non vuol dire lasciare all'altro tutte le incombenze: A dovrà  sempre e comunque avere al proprio interno almeno una persona che capisca cosa si sta facendo al livello di software e di automazione, e la stessa cosa deve valere per B sulla meccanica.
3) in questo caso A+B possono andare sul mercato e fare concorrenza a competitor (normalmente tedeschi) sui grossi impianti, mantenendo la flessibilità , restando piccolo e padrone a casa propria, avendo però una credibilità . Senza partership nessuno dei due avrebbe credibilità  per realizzare impianti di un certo livello, e non gli resterebbe che continuare a sbranarsi sulla fasci medio bassa del mercato.

Sinceramente credo che la piccola media azienda italiana deve poter fare questi passi, queste aggregazioni. Anzi, non si possono più rimandare.
Il sistema a stella dello scorso decennio, oggi non funziona più (una grossa azienda prende una commessa, e poi fa lavorare l'indotto), o meglio: da solo non è sufficiente.
Una piccola azienda non ha la forza di 'sbarcare' in russia (per fare un esempio di un paese con un pil trainante), ma se si consorziasse con altre aziende del proprio livello, e se questa forma di consorzio fosse supportata in russia (sempre per fare un esempio) dalla politica italiana.. potrebbe essere un modo per tentare di superare il nanismo delle aziende italiane (uno dei seri problemi che ci affliggono).
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Federico
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Hellis ha scritto:Ma figurati. Si cerca di lavorare Federico.

Antitrust no problem. Siamo due ditte piccole, circa 25 addetti cadauno.
La partership ti consente parecchie cose:
1) avere due reti vendita
2) focalizzarti sul tuo 'core business', sapendo che il resto verrà  fatto altrettanto bene. Non doverti sobbarcare le spese per la formazione di personale che non fa prte del tuo core business. Ti faccio il ns esempio: entrambe le aziende lavorano nel settore in cui si realizza un certo tipo di macchina automatica. Il concorrente A è molto bravo sulla progettazione e sulla realizzazione delle meccaniche, mentre con l'automazione e il software rincorre sempre, e spesso ha spese fuori controllo con prodotti scadenti. Il concorrente B viceversa ha una spiccata predisposizione per l'automazione e il software, ma la parte meccanica è quella che da problemi. Ovviamente fare partership non vuol dire lasciare all'altro tutte le incombenze: A dovrà  sempre e comunque avere al proprio interno almeno una persona che capisca cosa si sta facendo al livello di software e di automazione, e la stessa cosa deve valere per B sulla meccanica.
3) in questo caso A+B possono andare sul mercato e fare concorrenza a competitor (normalmente tedeschi) sui grossi impianti, mantenendo la flessibilità , restando piccolo e padrone a casa propria, avendo però una credibilità . Senza partership nessuno dei due avrebbe credibilità  per realizzare impianti di un certo livello, e non gli resterebbe che continuare a sbranarsi sulla fasci medio bassa del mercato.

Sinceramente credo che la piccola media azienda italiana deve poter fare questi passi, queste aggregazioni. Anzi, non si possono più rimandare.
Il sistema a stella dello scorso decennio, oggi non funziona più (una grossa azienda prende una commessa, e poi fa lavorare l'indotto), o meglio: da solo non è sufficiente.
Una piccola azienda non ha la forza di 'sbarcare' in russia (per fare un esempio di un paese con un pil trainante), ma se si consorziasse con altre aziende del proprio livello, e se questa forma di consorzio fosse supportata in russia (sempre per fare un esempio) dalla politica italiana.. potrebbe essere un modo per tentare di superare il nanismo delle aziende italiane (uno dei seri problemi che ci affliggono).
Sottoscrivo al 100% e se mi posso permettere più che cercare di lavorare, voi ci riuscite proprio bene.

Se poi il risultato, come sono sicuro che sia, è quello di dare la biada ai tedeschi (se fossero svizzeri tedeschi, ancora meglio :lol: ) beh... favoloso!

Quelli poi prima di capire come mai hanno perso un contratto a favore di diese italianer... (mi riferisco a mie passate esperienze con swiss-crucc, a mio modesto avviso il peggior tipo di germanico esistente. Se, infatti, i tedeschi e gli austriaci, dopo le batoste (pure esagerate) della prima e seconda guerra mondiale, hanno capito che forse non è proprio vero che sono il meglio del meglio, gli swiss-crucc, al contrario, e nello stesso periodo hanno fatto miliardi a palate, e quindi si sono convinti del contrario Informazione da tener presente, e da sfruttare a fondo, quando si ha a che fare con loro).

Ciao
Art. Federico
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