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elio1947
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Qualcuno si ricorda di questo...??
Lo scopo giustifica i mezzi.....


Da un discorso tenuto all'assemblea dei presidenti di sezione il 19 ottobre 2003 da EDO BIONDO:
""""""""""""""""""""
L'Associazione, quanto prima, dovrà  operare una scelta assolutamente fondamentale per la sua esistenza.
Dovrà  decidere se lasciare le cose come stanno, e quindi lasciarsi morire, in un futuro non poi così lontano, oppure opporsi ad una fine che sembra ineluttabile e rinascere a nuova vita.
Ma innanzitutto è importante comprendere i motivi per i quali è doveroso prendere una decisione, che, personalmente, ritengo debba essere una decisione di vita.

A ben vedere, esattamente tre anni fa, il 17 Ottobre 2000, a Roma, davanti al Senato, non abbiamo neanche perso una battaglia.

La sospensione della leva è cominciata, infatti, tantissimi anni fa quando i poteri politici e militari hanno iniziato a permettere che il “sacro” dovere di difendere la Patria si svilisse fino a ridursi ad un anno di tempo perso.

Abbiamo civilmente cercato di evidenziare a tutti i responsabili politici e militari gli errori e le incongruenze del disegno di legge che stavano approvando, abbiamo cercato di scuotere coscienze intorpidite e distratte.
Anche se il risultato della nostra azione era abbastanza scontato, abbiamo compiuto lo stesso, e fino in fondo, quello che ritenevamo essere nostro dovere: ci siamo comportati da cittadini e non da sudditi e di questo possiamo essere orgogliosi, ringraziando Beppe che ci ha guidati, incoraggiati e spronati.

Ora dobbiamo però riconoscere che la sospensione della leva, se le cose non muteranno, avrà  come corollario inevitabile, anche se certamente non immediato, la fine della nostra Associazione.
Noi non possiamo permettere che ciò accada, fosse anche fra cinquant'anni, e questo non per ragioni tecniche, o sentimentali, od emotive: se la nostra fosse, infatti, un'associazione d'arma come tutte le altre sarebbe naturale, logico e scontato che seguisse il destino della struttura militare cui fa riferimento.

Noi non possiamo permetterlo perché l'Associazione Alpini è sì un'associazione d'arma, ma è anche una delle pochissime associazioni rimaste i cui soci fondano concretamente la loro vita e la loro opera su dei valori e su delle qualità  che nella nostra vita quotidiana non sono più tenuti in alcuna considerazione, anzi sono normalmente disprezzati.
La nostra Associazione è il punto di riferimento, di incontro e di sostegno reciproco di uomini che hanno una concezione spirituale della vita considerata ormai fuori moda, anche se per noi è l'unica degna di essere vissuta: questa circostanza è così importante da giustificare una difesa ad oltranza dell'Associazione.

Per la stragrande maggioranza dei giovani la leva non è stata un'esperienza positiva; a noi, per fortuna, è andata diversamente.
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ribrob
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Me lo ricordo eccome Elio,pero' qualcuno sul Forum faceva lo schizzinoso quando alcuni sollevavano dei sospetti........ora ,e ne sono felice e' palese a tutti il disegno..... (:-x) (:-D) (:-x)
........al dire del "vicere" la colpa della rovina del Forum e della sua chiusura e' stata di alcune persone.....questi stanno mandando a gambe per aria l'ANA altro che balle !!!!! :--""
.....cala il vento nella valle la campana suona ancora mentre il sole se ne va.......
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Abbadia
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Conoscevo gia' questo "stupendo esempio di alpinita' " , peraltro ripreso al Cisa qualche tempo dopo .
La considero una delle piu' vergognose e antialpine espressioni che io abbia mai sentito.
L'allora tesoriere dell'ANA esprime tutta la sua estraneita' ai nostri principi e alle nostre tradizioni , dimostrando un finto spirito macchiavellico , oltre tutto male indicato.
Una sfilza di parole roboanti che dimostrano solo che se é vero che le colpe dell'uomo non ricadono sull'alpino, questa é una delle poche occasioni di eccezioni che confermano la regola.
Si cadrebbe nel volgare e anche peggio a continuare a tentare di cercare spiegazioni a quanto Biondo ha affermato, quindi la soluzione migliore é lasciare alle singole coscienze la valutazione su un progetto che non é stato mai messo nel cassetto.
Per il bene dell'ANA , degli Alpini e per il rispetto che si deve a chi Alpino é andato avanti, spero che chi ha cervello e cuore lo usi ...la speranza é sempre l'ultima a morire e si sa che gli Alpini lottano finché hanno fiato in corpo.
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Un tesoriere che offre “un tesoro” di contributo .
In occasione della riunione
dei presidenti di sezione tenutasi a Milano domenica 19 ottobre 2003,
il tesoriere dell'Associazione Nazionale Alpini Edo Biondo, ha intrattenuto
i presenti (86 su 87, un primato assoluto) sul futuro dell'ANA, con una chiacchierata che ha riscosso l'unanime consenso e il totale apprezzamento dell'assemblea.

Riportiamo il testo integrale del discorso, convinti che il lettore potrà  trarne motivo di personale
meditazione e di costruttiva discussione un'esperienza positiva; a noi, per fortuna, è andata diversamente.

Io, in quindici mesi, non sono riuscito ad avere neppure un istante libero, ho verificato con stupore quanto fossero lontani i limiti della mia resistenza fisica e psicologica, ho sperimentato i pregi e i difetti della vita in comunità  e le responsabilità  che questa comporta, ho mangiato e dormito assieme a ragazzi di ceti sociali che mai avrei avuto modo di frequentare,
ho imparato la differenza fra autorità  ed autorevolezza, ho sofferto e mi sono divertito, ma non sono diventato un guerriero. Credete che se noi fossimo dei veri soldati, dei professionisti della guerra, la gente comune ci urlerebbe dietro, quando sfiliamo, “bravi Alpini”?
Gridano “bravi” perché gli Alpini, la gente, al posto di ammazzarla la aiutano a vivere, e
questo, nei limiti del possibile e del lecito, anche in guerra! Noi, in effetti, siamo un'associazione
d'arma molto particolare: siamo un'associazione di uomini fondastidio dovesse però superare certe soglie è probabile che la sopportazione cesserebbe, ed il potere è enormemente più forte di quanto noi si possa immaginare.
Credo noi si debba prendere atto che 330.000 soci ci hanno affidato la responsabilità  di far vivere e prosperare la nostra associazione, il che significa adottare un equo bilanciamento
fra razionalità  ed emotività .
Questo significa che, senza “rompere” con i politici od i militari, diventando sì più “sostenuti”,
ma senza esagerare, dovremo cominciare al più presto ad arruolare e scegliere “per nostro
conto” i nostri alpini.
L'idea è meno folle di quanto possa sembrare a prima vista. Se ci riescono i Giovani Esploratori con dei bambini non vedo perché non lo si possa fare noi che, fra l'altro, siamo enormemente più avvantaggiati di loro sul piano logistico e del personale.
Le modalità  ed i particolari del nostro arruolamento sono un problema che affronteremo in seguito, e solo se decideremo in associazione Alpini, senza che nessuno lo abbia progettato, e quasi senza che nessuno se ne sia accorto, è divenuta una di queste.
Ecco perché non deve morire ed ecco quindi perché i requisiti di ingresso possono essere un poco più elastici.
Cerchiamo ovviamente di sfruttare al meglio gli ultimi momenti di leva che ancora ci restano,
ma cominciamo subito a proporre all'Assemblea dei Delegati di aggiungere, alla fine del 1°
comma dell'art. 4, le seguenti parole:
“Possono altresì far parte dell'Associazione coloro che hanno superato, con esito positivo, il
corso allievi alpini organizzato dall'Associazione”. Chi ha orecchie per intendere capirà  che noi
siamo assolutamente determinati a sopravvivere, che, come sempre è stato, noi siamo comunque capaci di arrangiarci. E questo creerà  sicuramente paura, perché il potere
è sempre estremamente preoccupato e sospettoso nei confronti di tutto ciò che non può direttamente organizzare e controllare, delle voci fuori del coro.
Noi dovremo allora spiegare ai politici e ai militari, rassicurandoli circa la bontà  delle
nostre intenzioni, che se loro ritengono necessario un modello di difesa composto solo da professionisti, noi riteniamo altrettanto indispensabile che i giovani imparino almeno i primi rudimenti per difendere, se sarà  necessario, sperando che mai lo sia, da un nemico o
dalla natura avversa, sé stessi, la propria famiglia, la propria casa, la propria terra od il proprio pianeta.
Loro non sono più in grado di dare questi primi rudimenti e noi, nostro malgrado perché di lavoro da fare ne abbiamo già  abbastanza, cercheremo di diventarne degni sostituti.
Dovremo rassicurarli spiegando loro che vogliamo continuare a rimanere gli “Alpini” di
sempre, bravi e tranquilli ragazzi felici di poter mangiare, bere e cantare insieme e di aiutare tutti coloro che hanno bisogno. Spiegheremo loro che continuiamo, e vogliamo continuare a rimanere, un'associazione d'arma, alimentata da tutti coloro che, volontari o professionisti, appartengono o apparterranno alle truppe alpine. Ci limiteremo solo ad affiancare loro
tutti quei giovani, o meno giovani, che, condividendo lo spirito e l'addestramento degli alpini, sarebbero impediti dal diventarlo a causa di una “strana” legge che continuiamo a non condividere.
Spiegheremo loro, anche se questo solo pochissimi riusciranno acapirlo, che l'Associazione Alpini
costituisce un insostituibile complesso di valori etici, morali e spirituali che noi intendiamo difendere e mantenere, e per fare questo abbiamo bisogno di tutti coloro che in questi valori si riconoscono.
Oggi, che siamo all'apice della nostra forza, dobbiamo avere il coraggio di cambiare!
E allora la decisione costituirà  il segno inequivocabile della nostra volontà  di progredire ulteriormente nel cammino iniziato quasi un secolo fa; e ricostituiremo
l'Orobica, la Cadore, la Tridentina e tutti i loro reggimenti, battaglioni e gruppi.
Se aspettassimo troppo, a declino già  iniziato, il cambiamento costituirebbe solo una triste necessità  di sopravvivenza. mentalmente liberi, onesti, laboriosi
e responsabili che “casualmente” si sono trovati assieme per un anno della loro vita, e hanno
passato questo anno a scorrazzare per le montagne, mettendo ogni giorno alla prova sé stessi, riparati da un buffo copricapo. Ma non è la leva che ci ha fatto diventare così.
Al contrario! Siamo stati noi che abbiamo fatto speciale e leggendaria la nostra leva portando in
essa tutte quelle qualità  che già  possedevamo, almeno in embrione, prima di fare il militare, così
come rendiamo speciale la nostra Associazione portando, anche in questa, tutte le nostre qualità .
Noi siamo, o almeno dovremmo essere, al disopra degli stereotipi e della retorica e sappiamo quindi che frasi del tipo “il militare rende uomini” esprimono solo delle verità  parziali e relative, sappiamo perfettamente che la virtù non è razionalmente insegnabile e che quindi nemmeno la leva può razionalmente insegnare le virtù civiche che le vengono attribuite.
Ma se la leva non le può razionalmente insegnare, certamente le può suggerire, proporre, simboleggiare, a tutti coloro che, ovviamente, dispongono di un terreno fertile pronto a riceverle, terreno fertile che purtroppo oggi diventa sempre più raro visto che i nostri
giovani, fin dall'infanzia, vengono abituati nella famiglia, nella scuola e nella società  al permissivismo, all'inesistenza di doveri ed all'inutilità  del senso di responsabilità .
A 18 anni è troppo tardi per acquistare certi valori fondamentali.
Queste considerazioni spiegano perché la nostra leva ha continuato a funzionare in maniera abbastanza accettabile, contrariamente alla maggior parte delle altre.
La civiltà  alpina, con le sue L'Associazione, quanto prima, dovrà  operare una scelta assolutamente fondamentale per la sua esistenza.Dovrà  decidere se lasciare le cose come stanno, e quindi lasciarsi morire, in un futuro non poi così lontano, oppure opporsi ad una fine che sembra ineluttabile e rinascere a nuova vita.
Ma, innanzi tutto è importante comprendere i motivi per i quali è doveroso prendere una decisione, che, personalmente, ritengo debba essere una decisione di vita. A ben vedere, esattamente tre anni fa, il 17 Ottobre 2000, a Roma, davanti al Senato, non abbiamo neanche perso una battaglia. La sospensione della leva è cominciata, infatti, tantissimi anni fa
quando i poteri politici e militari hanno iniziato a permettere che il “sacro” dovere di difendere la Patria si svilisse fino a ridursi ad un anno di tempo perso.
Abbiamo civilmente cercato di evidenziare a tutti i responsabili politici e militari gli errori e le incongruenze del disegno di legge che stavano approvando, abbiamo cercato di scuotere coscienze intorpidite e distratte. Anche se il risultato della nostra azione era abbastanza
scontato, abbiamo compiuto lo stesso, e fino in fondo, quello che ritenevamo essere nostro dovere:
ci siamo comportati da cittadini e non da sudditi e di questo possiamo essere orgogliosi, ringraziando Beppe che ci ha guidati, incoraggiati e spronati. Ora dobbiamo però riconoscere che la sospensione della leva, se le cose non muteranno, avrà  come corollario inevitabile,
anche se certamente non immediato, la fine della nostra Associazione. Noi non possiamo
permettere che ciò accada, fosse anche fra cinquant'anni, e questo non per ragioni tecniche, o sentimentali, od emotive: se la nostra fosse, infatti, un'associazione d'arma come tutte le altre sarebbe naturale, logico e scontato che seguisse il destino della struttura militare
cui fa riferimento.
Noi non ossiamo permetterlo perché l'Associazione Alpini è sì un'associazione d'arma, ma è anche una delle pochissime associazioni rimaste i cui soci fondano concretamente la loro vita e la loro opera su dei valori e su delle qualità  che nella nostra vita quotidiana non sono più tenuti in alcuna considerazione, anzi sono normalmente disprezzati.
La nostra Associazione e' il punto di riferimento, di incontro e di sostegno reciproco di uomini
che hanno una concezione spirituale della vita considerata ormai fuori moda, anche se per
noi è l'unica degna di essere vissuta:
questa circostanza è così importante da giustificare una difesa ad oltranza dell'Associazione. Per la stragrande maggioranza dei giovani la leva non è stata dure necessità , e con la sua scuola di vita appresa fin dalla più tenera tà , ha messo a disposizione più terreni fertili che qualsiasi altra, innescando un circolo virtuoso:
gli individui hanno portato i loro valori alla leva e la leva li ha integrati e li ha restituiti amplificati.
Cosa possiamo fare allora? Potremmo attendere il concretizzarsi di soluzioni volte a integrare e sostenere il “nuovo modello di difesa”, tipo Guardia Nazionale, già  abbozzate in qualche disegno di legge. Sono certo però che l'attesa si rivelerebbe troppo lunga, e le soluzioni non sarebbero all'altezza delle nostre aspirazioni. Potremmo invece, come suggerito da molti, ritirarci in uno splendido isolamento e quindi disertare le cerimonie militari e denunciare le convenzioni relative alla protezione civile. E' una forma di protesta sicuramente orgogliosa, ma, ritengo, controproducente.
Le manifestazioni militari sono già  ormai praticamente scomparse e, per quanto riguarda la protezione civile, verremmo immediatamente rimpiazzati, sicuramente in peggio.
Credo inoltre sia impossibile ed improponibile esercitare azioni di protezione civile completamente
al di fuori di una struttura pubblica di coordinamento. Del nostro orgoglio farebbero le spese
proprio quelli cui dovremmo prestare soccorso ed aiuto. Oppure potremmo, come suggerito da altri, iniziare a fare la “guerra” al potere politico e militare, ad intensificare la nostra opera di disturbo con azioni eclatanti. E' un progetto sicuramente ardimentoso, ma, ritengo, nsiderato. Fino ad ora siamo stati abbastanza fastidiosi, ma siamo stati sopportati in quanto potenziale riferimento di circa un milione di voti; se il fa questo senso; in questo momento dobbiamo solo riconoscere che la nostra associazione è un bene troppo prezioso per essere disperso.
So perfettamente che l'idea sarà  accolta malissimo, e prevedo anche quale sarà  la prima obiezione.
“Così facendo snaturiamo la nostra associazione! Non si può dare il cappello alpino, anche se
con un fregio ovviamente diverso, a chi non ha fatto il militare!”
Questa è una serissima obiezione alla quale si può però rispondere che:

1. l'addestramento che daremo ai nostri alpini non sarà  sicuramente
inferiore a quello che abbiamo ricevuto noi;

2. l'aver fatto due soli mesi di naia alpina per poter essere iscritti all'ANA, come prevede il nostro Statuto, non significa certo aver fatto un servizio militare degno di tale nome;

3. può sembrare spiacevole, ma sopravvive solo chi si adatta, e l'ANA ha sempre dimostrato di
saperlo fare se, da associazione per aiutare i reduci di guerra quale era nel 1919, è diventata la cosa completamente diversa che noi oggi conosciamo;

4. da ultimo, anche se forse è l'aspetto più importante, bisogna prendere atto che il vero meccanismo di aggregazione dell'Associazione Alpini non è costituito dall'aver fatto qualche mese di servizio militare, ma da una particolare comunanza spirituale fondata su pochi, semplici, ma fondamentali valori.
Nel tempo sono state create innumerevoli associazioni e discipline che, mascherate sotto le più
svariate forme esteriori, intendono, in effetti, perseguire finalità  eminentemente spirituali.

EDO BIONDO
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

E adesso è arrivato quello che salva capra e cavoli...ma non lo fa per prendere voti... lo fa per il bene dell'ANA.
Dai che si sono messi daccordo veramente bene...
Franz vecioAlpin
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Delirio, unicamente delirio solo che da progetto pazzesco si sta trasformando in realta', e nessuno NE SA NIENTE !!!!!!!!
Sta trasformandosi in realta' il delirio che FARA' MORIRE L'ANA ; non per esaurimento di iscritti, ma per anaccqua,ento di valori , per travisamento della tradizione , per infarcimento dell'Associazione con Allievi Alpini formati da gente come Biondo e simili .....
Vedrete che piano piano ci arriveremo......prima lo stage dell'anno scorso....molto dilettantesco e organizzato pensando che gli alpini siano cretini ...poi il " piano Larussa " , gia' piu' articolato ...seguendo le nostre critiche : status di militari , giuramento ......per non incorrere in antipatiche ipotesi di......errori, nella distribuzione di stellette a civili eccetera ......
Non saranno 5000 subito, ma cominceranno...e poi sara' l'ANA ( che non sara' piu' ANA e tanto meno la "mia " ANA " , a arruolare gli "alpini" che dovranno servcire a cosa ? Non certo a fare operazioni militari , non certo a formarsi di ideali, perché a loro detta ne trasudano a iosa, non serviranno neppure da Protezione Civile perché possono gia' farlo adesso.....
Serviranno a " fare numero " ...saranno dei fedelissimi che porteranno avanti la trasformazione dell'ANA in ANA spa ...progetto grandioso se gli alpini continueranno a foraggiare con bollini e raccolte, e iniziative , e forza lavoro gratis....ma che cadra' come un castello di carte quando gli alpini ( quelli della naja e quelli che hanno escelto di esserlo per lavoro, ) li lasceranno soli , i pretoriani ed allora il gioco sara' fatto : allora potranno scegliere con chi ricordare i morti ....gli altri lo faranno per conto loro...in silenzio e raccoglimento, senza bandiere e manipoli di similalpini.....
E' triste ....dover lottare per difendere l'ANA da chi dovrebbe esaltarne il valore e l'importanza, ma non fa niente ...ci divideremo tra quelli che aderiranno, magari allettati da un distintivo o da una camicia e quelli che rifiuteranno di calpestare quello che per loro rappresenta l'essere alpini ....sara' una scelta individuale che riguardera' non solo gli alpinacci, ma anche i gradi a salire...staremo a vedere....
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

da "Ciao Pais" n°6 del 2006 riunione CDS

Molte considerazioni sono state espresse, alcune gia pubblicate su “Ciao Pais”, mentre su l'Alpino di settembre 2003 veniva proposta una scelta tra due soluzioni “Far buon viso a cattivo gioco e quindi continuare ad accogliere tra noi solo chi ha svolto o svolge il servizio militare negli alpini; oppure far di necessità  virtù e quindi considerare la possibilità  che
gli alpini ce li facciamo noi”.
Questa ultima considerazione traeva origine dalle voci secondo le quali gli alpini in armi stessero per essere trasformati in reparti comuni di fanteria e riprendeva una riflessione
di Edo Biondo, gia Tesoriere Nazionale........
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Ma qualcuno ha detto che anche nell'eventualita' che reparti alpini vengano trasformati in reparti non alpini , addirittura privati del cappello, resterebbero sempre " alpini ".

E' un discorso che viene da lontano ..e che non ci portera' da nessuna parte......
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Giamberto
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Ieri il Ministro ....... oggi i Presidenti

a pagina 21
http://media.athesiseditrice.it/Giornal ... /index.php
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

giamberto,
riesci a postare l'articolo ?
non riesco a visualizzarlo
un abbraccio alpino
Il dubbio non è piacevole, ma la certezza è ridicola. Solo gli imbecilli son sicuri di ciò che dicono.
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Giamberto
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Scusatemi. Non sono molto pratico per postare queste cose :oops: :oops:

IL GIORNALE DI VICENZA
FORZE ARMATE. Coro di approvazioni alle parole di La Russa che cambia lo status dei ragazzi
Dalla mini-naja usciranno militari
Entusiaste le associazioni d'arma
Gian Maria Maselli
Anniballi: «Se durasse due mesi potrebbero servire come ausiliari»
Martedì 16 Marzo 2010 CRONACA, pagina 21 e-mail print
Volontari veneti a Verona per la mini-naja dell'anno scorsoReazioni positive da parte delle associazioni d'arma beriche all'annuncio, dato dal ministro della Difesa Ignazio La Russa, che l'esperienza della mini-najanome ufficiale del progetto è “Pianeta difesa”) proseguirà  anche quest'anno dopo l'esordio della scorsa estate, in forma addirittura ampliata. Il ministro, durante la visita elettorale in città  di domenica, ha infatti precisato: «Questa volta lo stage atletico-militare sarà  di tre settimane e non due, e potranno parteciparvi poco meno di 5mila giovani italiani di età  compresa tra i 18 e i 30 anni». Nella prima edizione il limite era 26 anni. Non saranno le uniche novità : come segnalato da Giuseppe Galvanin, presidente della sezione Ana di Vicenza che conta 20 mila soci, «questa volta ai giovani verrà  attribuito lo status di militari e non di ospiti».
Quello dello status è un ulteriore passo avanti, che però non risolve un piccolo problema. A spiegarlo è il generale in congedo dell'aeronautica, Alberto Frigo, presidente provinciale dell'Associazione arma aeronautica che nel Vicentino conta poco meno di mille soci: «Gli statuti delle associazioni combattentistiche ed arma prevedono che possa aderire chiunque abbia svolto almeno due mesi di servizio militare. Bisognerà  modificarli, per dare a tutti gli effetti nuova linfa alle associazioni di militari in congedo».
Galvanin conferma: «I 150 giovani italiani che l'estate scorsa parteciparono allo stage di Pianeta difesa con gli alpini, poterono poi aggregarsi a noi in qualità  di Amici dell'Ana, non già  di soci».
Per il resto, il consenso all'iniziativa è entusiastico.
Lo conferma il colonnello dei carabinieri in congedo Nando Romeo Anniballi, che nel 1996 era comandante provinciale a Vicenza e oggi è ispettore (coordinatore) regionale dell'Associazione nazionale carabinieri, che annovera 181 sezioni e 20.500 soci, di cui 350 nel Vicentino. «Sono ampiamente favorevole all'iniziativa Pianeta difesa - afferma -, e credo che qualsiasi cittadino ben pensante veda con favore l'opportunità  formativa costituita, per un giovane, dallo svolgere almeno tre settimane di esperienza militare. Dico almeno, perché un paio di mesi sarebbero l'ideale. In quell'arco di tempo i giovani volontari potrebbero svolgere servizio effettivo con i carabinieri. Un po' come gli ausiliari di una volta, che dettero ottimi risultati. Venivano formati in tre mesi di corso, e poi prestavano servizio per 9 mesi, sotto la guida dei colleghi e dei superiori in servizio permanente. Gli ausiliari erano così in gamba che oggi molti di loro sono presidenti anche di grandi sezioni dell'Associazione nazionale carabinieri».
Entusiasta dell'idea anche Galvanin, che mette anche in guardia gli aspiranti: «L'anno scorso - sottolinea - non fu un soggiorno estivo, i ragazzi e le ragazze tornarono quasi tutti con le vesciche. Ci furono anche ritiri, una ventina, tra quei 150, a dimostrazione che non è stata una passeggiata all'acqua di rose. E infatti credo che non sarà  facile trovare mille volontari per gli alpini e 5 mila in tutto compresi gli altri corpi».
Anche il generale Frigo è convinto: «L'assaggio di vita militare è una buona idea, e rappresenta anche uno sbocco lavorativo per i ragazzi che intendano successivamente presentare domanda come volontario di ferma prefissata per uno e poi quattro anni, avendo così punteggio - conclude Frigo - per concorrere a un posto in polizia o nei carabinieri».
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Tutto chiaro Giamberto... la modifica allo statuto ANA è più vicina di quello che pensavamo.
Certamente il tuo presidente non manderà  a Milano delegati contrari alla modifica.
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Piu' chiaro di cosi'....ma qualcuno non negava....«questa volta ai giovani verrà  attribuito lo status di militari e non di ospiti».il fatto che non avevano lo status militare ?????
Qui mi sa' che stanno prendendoci per le balle !!!! (:-x) (:-x)
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

A dire il vero Rib, il ministro aveva detto che non avrebbero avuto lo status militare solo gli staglsti 2009 (gli mancava una legge per darglielo), per i prossimi gli serve un provvedimento legislativo approvato dal parlamento per lo status militare e per la copertura finanziaria.
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Re: novità Progetto Pianeta difesa.

Di fronte a una situazione che vedesse gli "stagisti" come militari a tutti gli effetti, e lo Statuto dell'ANA modificato acconciamente, riconosco che mi troverei in non piccola difficoltà  a continuare l'opposizione.

Si tratterebbe infatti di passare ad una questione pratica da una di principio, ma a quel punto mi dovrei chiedere: perchè considerare questi ragazzi come "non alpini"? Solo perchè hanno fatto tre settimane contro i miei dieci mesi? Ma allora perchè chi ha servito per trent'anni ha considerato me alpino?
Per non parlare di chi ha combattuto, naturalmente.

Mentre cioè nel 2009 si sono consegnati uniforme e Cappello a non militari, e li si è fatti sfilare con tale Cappello in spregio alle regole associative (e non solo), sotto le nuove condizioni il discorso cambierebbe potentemente.
Se prima oggettivamente si trattava di non alpini, adesso, altrettanto oggettivamente, mi sembra si possa parlare di alpini.

Poi, va da sè, si potrebbe discutere non poco sull'opportunità  militare ed economica di una simile iniziativa.
Ma allora che dire della volontarizzazione delle Truppe Alpine, o della scomparsa dell'Artiglieria da Montagna, o dell'arruolamento femminile?

Spero di non aver scandalizzato nessuno, ma questo è il dubbio che mi rode.

Mandi.
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"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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