cavalli ha scritto:a mio parere c'è ben poco da festeggiare, una vittoria mutilata, un alto prezzo di vite umane, la crisi post conflitto, quando con un'accorta diplomazia si poteva ottenere tutto dall'Austria senza sparare un colpo di fucile!non dimentichiamoci che la guerra fu voluta dalla minoranza del popolo che aveva ben altri problemi che andarsi a prendere Trento e Trieste.
Insomma...
L'Impero ci aveva promesso, e solo dietro forti pressioni germaniche, il Trentino
dopo la guerra.
Ora, non vedo come ciò si sarebbe potuto realizzare.
In caso di vittoria dell'Intesa, andavamo a dir loro "guardate che gli imperi centrali ci avevano promesso..."? Mi sembra poco fattibile. E in caso di vittoria di questi ultimi ancor meno fattibile era non dico che ci fosse consegnato il Trentino, ma che l'Italia stessa - la
fedifraga Italia, ricordo - non sarebbe stata sistemata convenientemente.
Di Trieste, naturalmente, nemmeno a parlarne.
La vittoria mutilata, poi, è in gran parte un mito. Della parte di Dalmazia non consegnata, a parte qualsiasi considerazione sulla sua composizione etnica e i problemi derivanti, i primi a non volerne sapere furono i generali del Regio Esercito.
Concordo con il fatto che i 710.000 Caduti e il milione e mezzo di feriti e mutilati non valessero nemmeno la conquista dell'intero orbe terracqueo, figurarsi quella delle "terre irredente", ma c'è il solito "ma" che dal 1861 ad oggi affligge l'Italia: nel tempo che noi rimanevamo neutrali, chi ci avrebbe venduto il carbone e il grano necessari alla nostra sopravvivenza?
È lo stesso dilemma del 1940, e di oggi, visto che siamo ancora del tutto dipendenti dalle importazioni (soprattutto marittime) per quanto concerne energia e cibo.
Se noi fossimo restati neutrali nel maggio del '15, l'inverno successivo donne, vecchi e bambini avrebbero iniziato a morire.
Infatti, se consideri la nostra storia unitaria - ma anche quella precedente - noi siamo stati sempre alleati (o per lo meno neutralmente benevoli nei suoi confronti) della potenza marittima che controlla il Mediterraneo (ieri la Gran Bretagna, oggi gli USA).
Perchè altrimenti, detto brutalmente, il paese muore. E questo è dimostrato anche dal fatto che il trattato della Triplice Alleanza prevedeva espressamente come l'Italia non sarebbe comunque intervenuta in un conflitto contro la Gran Bretagna.
Esisteva ed esiste una sola alternativa a questa posizione, inevitabilmente di sudditanza: che sia l'Italia a controllare il Mediterraneo e i suoi accessi.
E fu soprattutto per via della posizione guadagnata con la Grande Guerra che l'Italia potè tentare, nel successivo quarto di secolo, di estromettere la Gran Bretagna dal
mare nostrum.
Tentativo riuscito, per altro, nonostante la sconfitta nel secondo conflitto mondiale, ma con l'amara sorpresa di vedere gli albionici sostituiti dai cugini yanks.
E allora, lasciando perdere la parziale retorica della IV Guerra d'Indipendenza, forse non fu del tutto vano il sacrificio di quegli uomini.
Che poi è quello che viene ricordato.
E considerato che non abbiamo iniziato noi tale memoria, ma chi aveva combattuto, direi che non vi è nulla di male nel conservarla.
Mandi.
Luigi
P.S.: naturalmente ci si può chiedere cosa sarebbe successo se l'Italia, lasciando pur dolorosamente da parte Trento e Trieste, avesse consegnato la dichiarazione di guerra a Francia, Serbia e Russia assieme agli Imperi Centrali.
Se si pensa che sulla Marna i francesi vinsero per un soffio, e che le poche corazzate moderne italiane avrebbero potuto preoccupare la Royal Navy quel tanto da dar coraggio sufficiente alla Hochseeflotte di vincere "Der Tag", non è peregrino concludere che in quell'agosto 1914 si decisero le sorti del XX secolo. E oggi vivremmo in ben altro mondo.