Federico, hai ragione.
Solo che a vedere tutti sti obici m'è scappato "artiglieria".
date un'occhiata a questo filmato Rispondi CitandoFederico ha scritto:Ermy, spero che si capisca che la mia è solo la caricatura del moderno laudatore dell'It Army tutto professionals (e nessuna professionalità ), che, ad onor del vero, qui girano poco. Ma che su altri forum, Luigi ed altri ne sono testimoni e protagonisti, abbiamo avuto più di un'occasione di inconrare e di incrociar le lame![]()
Gio: io sapevo che i Carristi se li erano "pappati" i signori della Cavalleria, non noi Artiglieri. Sbaglio?
Ciao
Purtroppo la volontà non c'è...ma c'è da dire anche che tutto il sistema è sbagliato: in genere chi vuole fare l'Alpino "per vocazione" concorre per diventare vfp1. Questa categoria, una volta finito il RAV e assegnata ai reparti, svolge nella stragrande maggiornaza dei casi esclusivamente compiti di fureria, praticamente la parte operativa viene svolta solo dal personale vfp4 o in spe (o almeno così ho capito)...quindi il povero Alpino volontario si ritroverà "cornuto e mazziato".Leonardo ha scritto:Von Kleist hai ragione l'errore è stata l'abolizione della leva, per l'EI in generale e ancor più per le truppe alpine che si sono viste snaturate venendo meno il bacino di reclutamento e il tradizionale rapporto con la popolazione.
D'altra parte anche con un esercito professionale se ci fosse stata la volontà sarebbe stato possibile mantenere alcuni reparti alpini, probabilmente meno di quelli in vita, ma composti da alpini "veri", sarebbe sufficiente applicare le leggi già esistenti in merito alle zone di reclutamento, che invece rimangono lettera morta. Ovviamente in questi reparti dovrebbe essere riproposto l'addestramento di specialità , ormai pressochè sparito. Niente di impossibile, solo questione di volontà (che forse manca a livello politico, visto che perfino il gen. Job, benchè comandante comfoter, è stato ostacolato nella facenda dei distretti di reclutamento)
A proposito, per quali concorsi stai aspirando?
Più che di immaturità io parlerei di inesperienza. Uno "esterno" deve basarsi, per farsi un'idea, su qualche rivista specializzata e poco altro. Appena mette piede nell'ambiente, se è immaturo, continua a vivere di fesserie; se invece gli mancava solo un po' di pratica capisce alla svelta.Von Kleist ha scritto:L'immaturità mi faceva credere che in un esercito professionista, come quello italiano, potessero sopravvivere tradizioni e storia...questo forse sarebbe stato possibile in un esercito professionista molto ben gestito e ben organizzato (e non è assolutamente il nostro caso), ma mi rendo anche conto che per la sopravvivenza delle tradizioni alpine italiane servono due fattori fondamentali: 1) un esercito di leva e 2) un reclutamento di tipo alpino (e naturalmente appenninico). C'è poco da fare...se manca anche uno di questi fattori significa che gli Alpini in armi come li conoscevamo noi (preciso che sto parlando sempre in generale) non esistono più...
Sia chiaro, elementi validi ci sono ancora, ma sono troppo pochi e soprattutto troppo svantaggiati. La mia speranza comunque è riposta in loro.
Ignoro a quale livello decisionale si debba porne la consapevolezza, ma la logica c'è, e si può condensare in poche parole: le tradizioni impegnano.Von Kleist ha scritto:Mi piacerebbe sapere quale logica c'è (o, molto più probabilmente, non c'è) dietro queste decisioni...
Stante la tua riverita scagliawintergreen ha scritto:Fatevene una ragione e non parliamone più perchè tutto va bene così.