Bricchetto ha scritto:Ma, secondo me, fratellino, oltre all'amore per l'idea e la fedeltà , c'è il rapporto tra gli uomini.
E' l'odio che non s'acqueta è questo che mi sconvolge.
E come potrebbe acquetarsi questo odio,
mon camarade, se da mezzo millennio è il frutto destinato al popolino da ogni "santa" rivoluzione, essendo la menzogna quello primo e fondamentale, da cui tutto origina?
Come scriveva il mai dimenticato Giovannino Guareschi (con lo stesso Mazzantini e con Bedeschi, i tre grandi della letteratura italiana del '900. Altro che Vittorini, Pavese o Moravia), al fine le idee in contrasto nel mondo sono solo due, e se una è verità e amore l'altra non può essere appunto che menzogna e odio.
In questo senso, più che in quello della fedeltà ad un'idea, intendevo la citazione della canzone ("La luna ed il cavaliere del sole", per chi non la conosce): il cavaliere che serve la luce da una parte, la luna con le lusinghe della notte dall'altra. Perchè, del resto, non è che gli "altri" non siano fedeli alla loro, di idea, anche e soprattutto quando si addormentano comunisti e si risvegliano liberali, progressisti, radicali o neoconservatori (non necessariamente in quest'ordine, ma si sa che pure alternando i fattori il prodotto non cambia).
In fondo, anche noi abbiamo la nostra battaglia, dove potersi riconoscere fratelli. Solo che non pochi non lo comprendono pienamente.
Quanto alle "ore d'odio", da me la guerra è addirittura preventiva, come va di moda ora. Ricordo, ad esempio, il lunedì dopo la mia prima partecipazione alla sacra funzione elettorale una visita medica piuttosto importante, e l'aggressione subitanea e sghignazzata del dottorume assortito: "Ieri hai votato? Nel modo giusto, vero?"
Da allora porto con me l'atroce certezza di non averlo fatto.
"E insieme a essi, in basso, nei livelli inferiori, grigi e opachi, ci sono i "soliti fessi". I "Ciccio Tumeo". Gli ingenui, gli umili, semplici iscritti, impiegati, uscieri che così poco hanno avuto dal regime, i quali una volta coinvolti in quella faccenda tanto più grande di loro, come il guardiacaccia del principe Salina a Donnafugata, che non ha voglia di dimenticare i pur modesti benefici ricevuti da "quei santi Re e belle Regine" (*), per un elementare senso dell'onestà e di istintiva coerenza di sentimenti, non richiesta da nessuno, non se la sono sentita di sputare sul piatto dove hanno mangiato, di infangare quella camicia nera, che per loro, ligi e ubbidienti subalterni, ha significato amor di patria, decoroso e onesto servizio allo stato, senso del dovere verso la comunità . E anche sogni, illusioni, speranze, momenti di entusiasmo, sentimenti di appartenenza, squassanti fremiti di coralità ."
(Carlo Mazzantini, "I balilla andarono a Salò", Marsilio editore)
(*)
Ogni secolo degli ultimi ha avuto il nemico di turno da odiare, disumanizzare, annichilire.
"[...] Che l'oblio copra per sempre l'errore di tutti; che il passato non sia mai un pretesto di vendetta, ma una salutare lezione per l'avvenire.
Franciscus II, Rex Utriusque Siciliae''
Così, da Gaeta assediata, uno di quei santi Re.
Mandi.
Luigi