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Luigi
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La nobiltà della sconfitta

Solo ora, grazie alla eccelsa qualità  del sistema informativo nostrano, ho appreso della scomparsa di Carlo Mazzantini.
Per chi ha letto i suoi libri, è un'altra perdita in questi tempi nuovi senza morale.
Non trovo altre parole, per ricordarlo, che lo stupendo passo finale del suo "I balilla andarono a Salò".
Che riposi nella pace.
Mandi.
Luigi

Furono portati davanti al muro del cimitero, fu fatta loro scavare la fossa e vennero fucilati cinque per volta.
Ognuna di quelle cinquine, cadendo sotto le raffiche, gridava: "Viva l'Italia!".
Un'altra cinquina veniva prelevata dal gruppo lì in attesa, la facevano schierare davanti ai corpi ancora scalcianti di quelli già  abbattuti, e nuovamente quando partiva la salva quei "figli di stronza" gridavano il nome della madre: "Viva l'Italia!".
Per otto volte, come le donne del paese, che chiuse nelle loro case, terrorizzate tendevano le orecchie a quegli spari e a quelle grida, raccontarono alle madri di quei martiri, quando alcuni anni dopo si recarono lassù a riesumare i resti dei figli, per otto volte, sotto quei monti, nel silenzio agghiacciato di quel giorno, sentirono le voci di quei ragazzi gridare: "Viva l'Italia!".
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
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jolly46
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Onore a Carlo Mazzantini, "l'ultimo repubblichino" come si era autodefinito nella sua più recente opera!
Mazzantini è stato fra gli scrittori e narratori contemporanei uno di quelli che più mi ha dato interesse, emozioni ed insegnamento.

Mi piace ora ricordarlo con l'epitaffio che apre il suo ultimo libro:

"Si può scegliere la strada sbagliata per nobili motivi e quella giusta per calcolo e opportunismo".
..... E PER RINCALZO IL CUORE!
Bricchetto
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Io sono reduce da alcune "ore di odio" per il fatto di essere al di fuori della schiera dei "costituenti", al di fuori della "vulgata", senza che comportamenti di sorta fossero stati connotativi della qualsivoglia scelta ideologica. Solo per aver detto ridendo su quale simbolo uno ha apposto la crocetta.
Odio, disprezzo, provocazione.
Avrei dovuto esserci abituato, perché questa era l'atmosfera della mia adolescenza. Solo che ogni volta è una ferita che si riapre, non per me, ma per il dolore, sincero, di vedere quanti frutti abbia generato "il seme impuro dell'odio", quanto prolifichi e quanto la gente ne goda, avendo così finalmente , nel 2006, davanti a sé "il responsabile"... di tutto, su cui sputare, a cui tirare le pietre.

Finalmente "uno da odiare", quando siamo venuti al mondo esattamente per il motivo opposto: ci siamo perché c'era "qualcuno da amare". Ecco perché siamo nati.
Sono dispiaciuto perché la gente si comporta così.
Se però uno avesse letto la roba di duemila anni fa avrebbe visto che cosa è una folla che odia e che cosa fa. E quindi, perché me ne stupisco?
"Non credevo di trovarmi bene con uno di destra", però sei di destra e quindi giù insulti e schifo.

Invidio quelli che stavano al fronte e cercavano di rimanere in vita solo per ricevere l'aiuto reciproco dei compagni, che fossero di destra, di sinistra, milanesi, napoletani, commercialisti o spazzini, nella tragedia che tutto parifica.

Il primo libro di Mazzantini, finisce con il suo incontro casuale con un partigiano. Si abbracciano e quello, riferendosi ai mesi di cattura dell'autore, in uno scantinato, col tempo scandito dalle fucilazioni e dal suono del martelletto di certi giudici improvvisati che preparavano così la carriera da Presidente della Repubblica, gli dice: pensa potevamo averti fucilato.
Non così deve avere insegnato ai figli, e ai figli dei figli.

Così puoi essere un borsaro nero, un laido che fa l'amore con le amiche della figlia, uno attaccato all'abo professionale con le unghie e che gode a sfruttare i praticanti, puoi essere uno che ti offre droga o ti porta ad abortire, puoi andare con gente del tuo stesso sesso, ma non puoi essere "diverso", non la puoi rifiutare la storiella che ti hanno preparato "chiavi in mano".
E non ti mettono in galera, no. Sono più subdoli, ti attaccano al collo un cartello virtuale con su scritto: sputatemi addosso.
E uno rimpiange che non ci sia una guerra dove poter andare a morire.
Ultima modifica di Bricchetto il sab dic 30, 2006 4:35 pm, modificato 1 volta in totale.
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Bricchetto ha scritto:[...] ma non puoi essere "diverso", non la puoi rifiutare la storiella che ti hanno preparato "chiavi in mano".
"Io l'ho giurato alla primavera:
difenderò i suoi fiori dalla fresca sera.
Io l'ho giurato all'estate calda:
avrà  i suoi giorni di fresco e fiorirà  la malva.
Io l'ho giurato all'autunno mite:
avrà  le foglie gialle e crescerà  la vite.
Io l'ho giurato anche al vecchio inverno:
con il ghiaccio e con il gelo combatterò in eterno!"


:wink:
Mandi.
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Bricchetto
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"Possedere anime vive: è questo che vi ha degenerati, voi tutti che vivete adesso e quelli vissuti prima di voi, e così vostra madre, voi, vostro zio non notate più che vivete in debito, alle spalle di altri, alle spalle di quella gente che non ammettete più in là  della stanza d'ingresso...

Siamo rimasti indietro di almeno duecento anni, non abbiamo nulla di certo in mano, non abbiamo un preciso rapporto col nostro passato, non facciamo che filosofare, soffriamo di nostalgia o beviamo vodka.

È talmente chiaro che per cominciare a vivere nel presente, bisogna prima di tutto riscattare il nostro passato, farla finita; e riscattarlo è possibile solo con la sofferenza, solo con una continua e straordinaria fatica. Mi capite, Anja?
"

E' uno dei pezzi teatrali che preferisco.
Ma, secondo me, fratellino, oltre all'amore per l'idea e la fedeltà , c'è il rapporto tra gli uomini.
E' l'odio che non s'acqueta è questo che mi sconvolge.
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Bricchetto ha scritto:Ma, secondo me, fratellino, oltre all'amore per l'idea e la fedeltà , c'è il rapporto tra gli uomini.
E' l'odio che non s'acqueta è questo che mi sconvolge.
E come potrebbe acquetarsi questo odio, mon camarade, se da mezzo millennio è il frutto destinato al popolino da ogni "santa" rivoluzione, essendo la menzogna quello primo e fondamentale, da cui tutto origina?
Come scriveva il mai dimenticato Giovannino Guareschi (con lo stesso Mazzantini e con Bedeschi, i tre grandi della letteratura italiana del '900. Altro che Vittorini, Pavese o Moravia), al fine le idee in contrasto nel mondo sono solo due, e se una è verità  e amore l'altra non può essere appunto che menzogna e odio.
In questo senso, più che in quello della fedeltà  ad un'idea, intendevo la citazione della canzone ("La luna ed il cavaliere del sole", per chi non la conosce): il cavaliere che serve la luce da una parte, la luna con le lusinghe della notte dall'altra. Perchè, del resto, non è che gli "altri" non siano fedeli alla loro, di idea, anche e soprattutto quando si addormentano comunisti e si risvegliano liberali, progressisti, radicali o neoconservatori (non necessariamente in quest'ordine, ma si sa che pure alternando i fattori il prodotto non cambia).

In fondo, anche noi abbiamo la nostra battaglia, dove potersi riconoscere fratelli. Solo che non pochi non lo comprendono pienamente.
Quanto alle "ore d'odio", da me la guerra è addirittura preventiva, come va di moda ora. Ricordo, ad esempio, il lunedì dopo la mia prima partecipazione alla sacra funzione elettorale una visita medica piuttosto importante, e l'aggressione subitanea e sghignazzata del dottorume assortito: "Ieri hai votato? Nel modo giusto, vero?"
Da allora porto con me l'atroce certezza di non averlo fatto.

"E insieme a essi, in basso, nei livelli inferiori, grigi e opachi, ci sono i "soliti fessi". I "Ciccio Tumeo". Gli ingenui, gli umili, semplici iscritti, impiegati, uscieri che così poco hanno avuto dal regime, i quali una volta coinvolti in quella faccenda tanto più grande di loro, come il guardiacaccia del principe Salina a Donnafugata, che non ha voglia di dimenticare i pur modesti benefici ricevuti da "quei santi Re e belle Regine" (*), per un elementare senso dell'onestà  e di istintiva coerenza di sentimenti, non richiesta da nessuno, non se la sono sentita di sputare sul piatto dove hanno mangiato, di infangare quella camicia nera, che per loro, ligi e ubbidienti subalterni, ha significato amor di patria, decoroso e onesto servizio allo stato, senso del dovere verso la comunità . E anche sogni, illusioni, speranze, momenti di entusiasmo, sentimenti di appartenenza, squassanti fremiti di coralità ."
(Carlo Mazzantini, "I balilla andarono a Salò", Marsilio editore)

(*)
Ogni secolo degli ultimi ha avuto il nemico di turno da odiare, disumanizzare, annichilire.
"[...] Che l'oblio copra per sempre l'errore di tutti; che il passato non sia mai un pretesto di vendetta, ma una salutare lezione per l'avvenire.
Franciscus II, Rex Utriusque Siciliae''

Così, da Gaeta assediata, uno di quei santi Re.

Mandi.
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A proposito di odio, riporto da questa discussione:
http://www.ana.it/index.php?name=PNphpB ... 98f79f3e49
un paio di citazioni di un libro recentemente uscito (le trovate in alcuni interventi sul 4 gennaio):

"Disertai le adunate allorquando mi trovai, con sorpresa e disappunto, fianco a fianco con un già  sottotenente medico, già  alle mie dipendenze dirette sul fronte russo, decorato di medaglia d'oro al valor militare (concessa per motivi polotici ) senza avere fatto un sol giorno di guerra."

"Preso prigioniero da un gruppo di partigiani russi il 27 aprile del '42 mentre a cavallo in coda alle salmerie e al cariaggio, si trasferiva sul fiume samara dove il btg cervino stava dando il cambio in linea a un reparto tedesco.
Prigioniero, passò da un campo all'altro sino a quando, dopo il crollo del '43, venne assegnato a un campo di prigionieri italiani in via di allestimento.
Era della classe 1921, quelle che , colle altre successive, era cresciuta nel clima fascista del " credo nell'italia imperiale", sulle orme della roma dei cesari, inoculato loro sin dalla culla.
Io rientrai dalla prigionia il 22 agosto 1946 coll'ultima tradotta proveniente dall'unione sovietica.
Reginato, assieme ad altri dieci, ottenne dai russi il "congedo ritardato" quali reparti assertori, anche in prigionia, del credo fascista che aveva portato alla tragedia che lui non aveva vissuto, in quanto già  al sicuro e col fisico in ordine in territorio sovietico.
Per motivi politici tutti gli undici furono decorati con medaglia d'oro al v.m."


Di chi si sta parlando è chiaro; meno chi sia a parlare: il capitano Lamberti.
Personalmente trovo agghiacciante scrivere di un soldato che è stato dodici anni prigioniero nei lager sovietici che non ha "fatto un sol giorno di guerra."
Mandi.
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REGINATO Enrico
Tenente medico di cpl. ( Alpini , 4° reggi mento alpini, battaglione sciatori « M. Cervino » )

Ufficiale medico di battaglione alpino già  distintosi per attaccamento al dovere e noncuranza del pericolo sul campo di battaglia, per oltre undici anni di prigionia fu, quale medico, apostolo della sua umanitaria missione e, quale ufficiale, fulgido esempio di fiero carattere, dirittura morale, dedizione alla Patria lontana ed al dovere di soldato. Indifferente al sacrificio della propria vita, si prodigò instancabilmente nella cura dei colpiti da pericolose forme epidemiche fino a rimanere egli stesso gravemente contagiato. Con mezzi di fortuna che non gli offrivano le più elementari misure precauzionali, non esitò ad affrontare il pericolo delle più gravi infezioni, pur di operare ed alleviare le sofferenze dei malati e dei feriti affidati alle sue cure. Sottoposto, per la sua fede patriottica e per l'attaccamento al dovere, prima alle più allettanti lusinghe e, subito dopo, a sevizie, minacce e dure punizioni, non venne mai meno alla dignità  ed alla nobiltà  dei suoi sentimenti di sconfinato altruismo, altissimo amor di Patria, incorruttibile rettitudine, senso del dovere. Russia,1942-1954.
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Leonardo
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Purtroppo dopo oltre mezzo secolo persistono ancora i soliti dogmi ideologici: guai a chi osa metterli solo minimamente in discussione!
A Bassano periodicamente riaffiorano le polemiche per una lapide posta qualche anno fa a ricordo dei caduti di tutte le guerre. Di recente la commemorazione dei martiri delle foibe è stata criticata perchè avrebbe oscurato la precedente giornata della memoria.
Esperienza vissuta di persona in V superiore: scolaresche accompagnate alla commemorazione dell'eccidio del Grappa ed a seguire alla conferenza ufficiale. Tra i vari interventi uno studente osa parlare anche di chi stava dall'altra parte e subito viene sommerso dalle critiche dell'oratore di turno.
Triste leggere che l'ideologia ha fatto presa perfino su un combattente del fronte russo che giudica in tal modo un suo eroico commilitone!
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Federico
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Leonardo ha scritto:Purtroppo dopo oltre mezzo secolo persistono ancora i soliti dogmi ideologici: guai a chi osa metterli solo minimamente in discussione!
A Bassano periodicamente riaffiorano le polemiche per una lapide posta qualche anno fa a ricordo dei caduti di tutte le guerre. Di recente la commemorazione dei martiri delle foibe è stata criticata perchè avrebbe oscurato la precedente giornata della memoria.
Esperienza vissuta di persona in V superiore: scolaresche accompagnate alla commemorazione dell'eccidio del Grappa ed a seguire alla conferenza ufficiale. Tra i vari interventi uno studente osa parlare anche di chi stava dall'altra parte e subito viene sommerso dalle critiche dell'oratore di turno.
Triste leggere che l'ideologia ha fatto presa perfino su un combattente del fronte russo che giudica in tal modo un suo eroico commilitone!
Ma l'eroico commilitone, il Gen. Reginato, mica se ne uscì dai lager per andarsene a Mosca per entrare a far parte della redazione de L'Alba, il giornale in italiano dedicato ai prigionieri italiani dal magnanimo Governo del Popolo. Chiaramente fu Reginato a restare nei lager per motivi politici e non Lamberti ad andarsene, mi pare del tutto ovvio.

Noterella curiosetta anzichenò: avete fatto caso al fatto che il giornale clandestino dei brigatisti rossi appenna beccati si chiamava L'Aurora? Alba e Aurora son sinonimi...

Ciao
Art. Federico
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Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86

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