Mauro ha scritto:
...
Un grande interrogativo pervade le mie notti: sarebbe mai nato tutto questo casino se non ci fosse stata la tragedia dell'11 settembre?
P.s. quante domande....è dura la vita, è dura...

Ecco il punto
vero di tutta sta faccenda, a mio modestissimo avviso.
In altre parole, se il Sig. Laden, sulle cui motivazioni d'azione non intendo discutere, mi porterebbe troppo lontano, non avesse deciso di far schiantare gli aerei su edifici simbolo per gli USA, il Sig. Hussein si troverebbe lo stesso nelle grane in cui si trova ora? E noi, europei, saremmo lo stesso così divisi? E l'alleanza con gli USA sarebbe lo stesso così pesantemente discussa? E Francia e Germania avrebbero adottato lo stesso un atteggiamento di opposizione frontale agli USA? E la Russia? E la Cina?
La mia idea è che, ben inteso con altra tempistica e con altre motivazioni immediate, ci saremmo arrivati ugualmente.
Perchè, con buona pace dei pacifisti arcobalenati e di tutti i contestatori della guerra in Iraq (tra cui mi metterei anche io per certi versi ma con motivazioni assolutamente diverse da quelle da loro adottate, motivo che me ne fa stare il più lontano possibile) forse, e sottolineo il forse, il vero motivo che sta alla base di tutto questo bailamme non è Bin Laden, non è Saddam Hussein, non è il terrorismo, e non è nemmeno il petrolio. Certo, ognuno di questi fattori gioca il suo ruolo ma alla base di tutto c'è la contrapposizione elementare, dicotomica, tra il Dollaro USA e l'Euro.
Ok, ora mi direte: questo è impazzito. Forse. Ma provate un po' a pensare a che cosa
realmente rappresenta il Dollaro per gli USA e a che cosa rappresenta l'Euro nei confronti del Dollaro.
Da almeno 60 anni il Dollaro è la moneta con cui si svolgono praticamente tutte le transazioni internazionali. Quelle che non ne fanno uso diretto, si riferiscono al suo valore per regolare i rapporti di conversione. E' stimato che nel mondo (cioè all'esterno degli USA) circolino almeno 3.000 miliardi di Dollari. Di più. In molti Paesi il Dollaro rappresenta un bene rifugio. Si stima che solo in Russia circa 30 miliardi di Dollari siano detenuti cash.
Tutta questa domanda di Dollari ha consentito il mantenimento del suo (alto) valore sui mercati valutari mondiali ed ha di conseguenza abilitato la Federal Reserve a stampare danaro in modo da coprire i deficit commerciali i quali in caso contrario avrebbero avuto un effetto negativo sul valore del Dollaro.
La domanda di Dollari ha pure consentito agli USA di finanziare all'estero il loro deficit federale poichè molti stranieri hanno invesito parte dei loro Dollari in Bonds federali.
Tuuto ciò, tutto questo bel marchingenio, a detta di molti osservatori dell'economia internazionale, sta mutando: un numero sempre crescente di transazioni internazionali si svolgono mediante un'altra moneta. L'Euro. Non molto tempo fa il governo Iracheno ha stabilito che tutte le sue vendite di petrolio, due terzi del quale è acquistato da compagnie petrolifere USA, si svolgeranno in Euro. Lo scorso anno, in un discorso in Europa, un importante rappresentante Iraniano ha ipotizzato che le loro transazioni petrolifere potrebbero svolgersi sempre più in Euro anzichè in Dollari. Lo stesso Governo Cinese ha più volte manifestato il suo interesse per la nostra moneta.
Se l'Euro diventasse sempre di più l'alternativa al Dollaro nelle transzioni internazionali, la domanda per quest'ultimo calerebbe, il che provocherebbe una sua diminuzione di valore ed il Governo USA troverebbe sempre più difficile sia esportare l'inflazione che finanziare i suoi deficit. L'escamotage finanziario ed i muscoli del Governo Americano sarebbero drasticamente ridotti con il Dollaro a non essere più la sola moneta di scambio presente sul mercato.
Con i Militari USA a far la guardia ai pozzi petroliferi iracheni, il primo cambio di politica che effettuerà il nuovo Governo post Saddam sarà molto probabilmente quello di assicurarsi che le transazioni vengano nuovamente effettuate in Dollari, in più sarà più facile convincere i Sauditi a non modicare le loro abitudini di vendere petrolio in Dollari e gli stessi Iraniani, con gli Americani davanti all'uscio di casa, potrebbero veder svanire il loro "amore" per L'Euro.
Mi riesce imposibile pensare che questi aspetti della faccenda Iraq non sano stati approfonditamente discussi nei luoghi appropriati e che i vantaggi di tutto ciò non siano evidenti a chi deve decidere tra guerra e pace. In quale altra maniera è possibile continuare a convincere gli Americani che i loro deficit federali sono un biglietto che è possibile far pagare ad altri nel mondo? In quale altra maniera è possibile che gli USA continuino nella loro "diplomazia del Dollaro" che ottimamente li ha serviti negli ultimi decenni?
E come si potrebbe spiegare altrimenti l'accanimento di Francia e Germania nel non volere la guerra se non come una protezione dell'Euro? (Questi due Paesi fanno da soli circa la metà dell'Economia dell'UE).
Secondo me, quindi, è la lotta tra Dollaro ed Euro che sta alla base di tutto quello che sta accadendo. E vista la posta in gioco non credo che gli USA rinunceranno alla guerra.
Un vecchio proverbio del mondo anglosassone dice "follow the money" quando si giunge in una situazione di cui non si afferra nè il capo nè la coda. A me questo ragionamento, che non è ovviamente tutto farina del mio sacco: ho preso molti spunti qua e la sulla rete, spiega molte se non tutte le cose che si continuano a ripetere in questi giorni. Non so se questa trattazione vi soddisferà , spero di si.
Ciao
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86