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Massimo Btg.Tiràno
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La S.M.ALP. e gli Alpini d'arresto: integrazione.

Ah, dimenticavo un dettaglio interessante. Nel 1978 l'addestramento degli AUC d'arresto aveva luogo anche nella striscia addestrativa di Pollein, tra l'eliporto militare e la Dora; infatti nell'area addestrativa esisteva (e forse c'è ancora) una casamatta in muratura con ampia feritoia: all'interno c'era un cannone il cui calibro, si vociferava, era di 105 mm. (o forse era un 90/50 oppure un Mecar?). Per l'addestramento al tiro con la Breda 37 si usava il piccolo poligono di Buthier.
Saluti alpini!
Massimo Chianello (90° AUC. Btg. Alp. Tirano).
1^ Cp. AUC Scuola Militare Alpina.
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Btg. Alp. Tiràno.
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Gianluigi
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Ulteriore aggiornamento...

Nel 1986, a Pollein non esistevano altre opere in muratura oltre alla "villetta Tiraboschi" (dal nome del Ten. Col. istruttore di NBC...) per l'addestramento all'uso della maschera con i lacrimogeni, e agli antistanti ostacoli della S.A.S.T..

Il Poligono di Buthier, indubbiamente per le sue esigue dimensioni e la sua "rozzezza", era stato declassato a poligonetto per il munizionamento in plastica, il calibro .22 LR, e per il tiro con bomba Energa controcarro inerte contro bersaglio fisso (sagoma di carro dipinta sulla parete di roccia). Più di un Allievo, tra quelli poco saldi sulle ginocchia, rischiò di finire nel torrente per il rinculo della cartuccia di lancio...

Gli Arresto (altrimenti detti "Talponi Arrosto"...) non ricevevano alla Scuola nessun addestramento specifico che non fosse squisitamente teorico, e per quanto riguardava gli addestramenti tattici venivano aggregati o a noi Fucilieri, o ai Controcarro, insieme ai quali costituivano il 4° e ultimo plotone (1°, esploratori e fucilieri; 2°, fucilieri; 3°, mortaisti e trasmettitori). Conoscevano però il loro momento di gloria alla fine del quarto mese di corso, quando partivano armi e bagagli per trasferirsi in Friuli per due settimane di addestramento nelle opere, senza servizi né uscite notturne, e con libera uscita ogni sera, visto che al 95% erano friulani di provenienza... ne pagavano però le conseguenze "alcooliche" al rientro alla Scuola, dove le borse valigia arrivavano assai più gonfie che alla partenza!

La specialità  ricevuta all'arrivo alla S.M.Alp., come pure il successivo addestramento, non erano però vincolanti per le destinazioni, e molti Arresto, vista la progressiva smobilitazione di opere e reparti, già  nel mio Corso finirono poi destinati (onta e disonore!) ai Battaglioni logistici...

Mi piacerebbe sapere, ad esempio da Nicola - STen figlissimo - Pagotto, cosa succedeva ai tempi suoi.

Abbracci alpini
Ten. Gianluigi Amadei
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Nicola
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Bentornato Gianluigi e benvenuto Massimo. La triste realtà  è che ai miei tempi gli Alpini d'arresto alla Smalp erano solo un ricordo… ma un ricordo di altri, perché noi non sapevamo neppure che fossero esistiti (io l'ho scoperto parlando con Ax ben dopo la fine della naja, quando mi disse di voler specializzare una parte del forum). Tempo dopo un ex collega di lavoro che aveva fatto - mi pare - il 108° corso da alpino d'arresto mi ha spiegato un po' di cose su come si svolgeva il servizio a reparto, però non mi ricordo avesse accennato a qualche addestramento particolare alla Scuola.
Come hai detto a Pollein non c'era altro all'infuori delle scheletriche strutture addestrative che abbiamo imparato ad amare durante i comodi addestramenti (temperatura polare d'inverno, equatoriale d'estate) ai vari tipi di assalto.
Strano che a nessuno sia venuto in mente di parlarci delle opere difensive della Valle, a ben pansarci… ma effettivamente i francesi hanno cessato di essere una minaccia da tempo (tranne agli europei di calcio :x )
A Buthier abbiamo lanciato le bombe a mano addestrative e la superenerga. Non c'era la sagoma del carro, sparavamo ad un bersaglio concentrico disegnato sulla parete (io l'ho centrato alla grande (:re:) ). Quello che scrivi mi fa venire un dubbio: sparavate la superenerga in posizione eretta?
Alla faccia! Noi la sparavamo da distesi, avvinghiati al fal con la cinghia. Ricordo di aver visto qualche allievo con alcuni residui dell'esplosione del colpo tatuati sulle nocche della mano.
Altre strutture non ne abbiamo viste, a parte il loco ameno dove si faceva l'assalto al centro abitato. Il resto dell'addestramento avveniva esclusivamente in montagna (con l'agghiacciante parentesi della gita africana di fine luglio in quel di Candelo Masazza).
Non ho altro da aggiungere se non invito a continuare a frequentare queste pagine: io sono un profano simpatizzante, ma percepisco chiaramente un entusiasmo contagioso ed una competenza sbalorditiva.
Ciao

P.S.: avete ordinato la cravatta della scuola? E' proprio bella!
S.ten Nicola Pagotto
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cavalli
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per Gianluigi nel 1966 quando frequentai la SMALP esisteva un pl. alp. arr. per gli ACS e uno per gli AUC e si faceva addestramento di specialità  in completa autonomia, quando si andava a scopo addestrativo alle opere di Villeneuve il pl. AUC occupava la propia opera, quello ACS la sua alla sx orografica sopra la ferrovia.
Io che ero D.V. facevo addestramento a parte unitamente agli AUC D.V.
saluti dalla max trid..
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Gianluigi
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Nicola...

La bomba anticarro "SuperEnerga" (sembra una vitamina...) si sparava, ai tempi nostri, dalla posizione in ginocchio, allungando al massimo la cinghia del FAL, passandovi dentro il braccio sinistro e mantenendola in tensione lungo il torace attraverso la pressione del braccio destro sul calciolo aperto appoggiato a terra. Il puntamento si faceva abbassando il viso verso il tromboncino (!!) e collimando la piastrina aggiuntiva con la sagoma superiore della bomba e l'obiettivo.

Va da sé che diventava facile ricevere in viso e negli occhi i residui di combustione della carica di lancio, ed essere "capriolati" all'indietro se non si manteneva il tutto in tensione...

Però, che bei ricordi!

Ciao
Ten. Gianluigi Amadei
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Superenerga

Anch'io ho provato l'ebbrezza di sparare la SuperEnerga con il FAL nel 1990. Stessa posizione di sparo: in ginocchio.
Per la cronaca non ho centrato il bersaglio. :cry: Era piuttosto difficile, tant'è che i sergenti che ci assistevano in ciascuna piazzola facevano tra loro delle scommesse se il loro allievo si dimostrava più abile degli altri nel colpire le sagome.
Le sagome erano costituite da tre fusti vuoti metallici posizionati a piramide.
Se avessimo dovuto colpire qualsiasi tipo di veicolo nemico (ruotato o cingolato che sia) questo ci sarebbe passato sopra prima che si riuscisse ad imbracciare bene l'arma tentando di calibrare al meglio il puntamento.
Stefano
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... e con l'Energa in funzione antipersonale (beninteso non nel senso di autolesionismo) ? :shock:
"Cosa facciamo noi dell'esercito ? Noi sforniamo efficenza"

(Da una allocuzione del vice comandante la compagnia reclute in un soleggiato primo pomeriggio di uno dei primi giorni da spina nel novembre 1978)
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Gio
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Io l'ho sparata in piedi perciò niente calciolo piantato al terreno.Una bella botta! Se non si fosse usato il grilletto invernale il dito si sarebbe spezzato.

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