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Abbadia
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E questa accozzaglia di idee pazzesche e devastanti si combattono con i bombardamenti intelligenti o con gli attentati ai treni ?
Col far pagare alla povera gente il fanatismo bilaterale che é convinto che solo la distruzione del diverso da me puo' portare alla pace e all'ordine ?
Queste cose favoriscono solo coloro i quali nn cercano soluzioni, ma situazioni favorevoli non importa se momentanee...
Vi propongo una storia: un bambino marocchino ( algerino, turco,tunisino..arabo...nn ha importanza ) si scontra nel giocare con un bambini " italiano "...
Il primo dice al secondo : Bin Laden vi uccidera' tutti; il secondo : dovreste essere eliminati coi lanciafiamme!!
Non la trovate una storia pietosa, triste , devastante e inquietante ?
eppure é successo !!!!!!!!!!

Ciau a tuch


Abbadia
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Abbadia
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Ma Hellis...........COMBATTENTE LEALE !!!!
Ma in una guerra non c'é combattente leale, c'é solo chi ha deciso di combattere e annientare il nemico a qualunque costo; mi sembra che sia stato indicato proprio in questi termini da qualcuno su questo forum...
Quindi parlare di lealta' é volerci prendere in giro e nn merita neppure fare esempi di una fazione o dell'altra...ce ne é per tutti...oggi, come ieri, come domani.
Perché la guerra o la si accetta o non la si accetta...se si dice si.... si deve essere coscienti di che cosa si tratta e di che cosa comporta...
Forse saro' un cinico ...ma se mi picchio per la sopravvivenza con qualcuno, nn mi preoccupo di colpirlo solo sopra la cintura!!!

Abbadia
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Luigi
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Abbadia ha scritto:Ma Hellis...........COMBATTENTE LEALE !!!!
Ma in una guerra non c'é combattente leale
omissis

Spero ti renda conto cosa significhi quanto hai scritto.
Un milione di italiani caduti con le stellette nel ventesimo secolo non erano soldati combattenti, ma solo criminali.
Ovviamente devono essere dei poco di buono anche coloro che tengono viva la loro memoria.
Spero che per coerenza tu non venga a Trieste.

Anche per la gioia di Hellis, ricordo che esistono sempre delle leggi internazionali che separano i soldati dai criminali di guerra. Sparare in battaglia a chi si può difendere è una cosa; uccidere feriti inermi per me rimane tutta un'altra vicenda.
Luigi
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
(G. Bedeschi)


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Abbadia
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Come al solito c'é chi non capisce un cazzo!
E si permette di pontificare, giudicare e parlare di coerenza, dall'alto della sua presunzione e prosopopea.
Si mi incazzo...perché su quello che hai detto ci sono cose che mi offendono profondamente...e tu nn te lo devi permettere...facendomi dire cose che nn dico.
Sei talmente ottuso che nn capisci che tra combattente che lotta ad ogni costo x vincere l'avversario e criminale c'é una bella differenza...e io l'ho evidenziata...
I milioni di giovani, italiani e non, che sono stai mandati a morire con le stellette erano soldati combattenti, non erano criminali; piuttosto criminali lo erano quelli che li hanno mandati al massacro a morire nel deserto o in mezzo alla steppa male equipaggiati e male armati solo per sedere al tavolo dei vincitori.
E sono morti combattendo con le unghie e con i denti per portare a casa la pelle...non erano dei teorici della guerra leale..e dei regolamenti cavallereschi, erano pecorai, mandriani, montanari, operai che di eroico nella loro vita non volevano niente...a loro bastava tornare in quei paesi e su quei monti da cui li avevano strappati
Se io scrivo su questo forum , se io combatto per le mie idee, lo devo proprio al rispetto che porto alla loro memoria, e al dolore che mi procurano milioni di giovani vite troncate per un branco di ...........
Se porto il cappello alpino, lo porto con fierezza, proprio in onore di tutti quelli che sono morti lontano da casa e dalle famiglie per combattere per gli interessi di qualcuno.
Se ti puo' interessare sono tra quelli che lavorano....col cappello alpino in testa e anche senza cappello per tenerne viva la memoria, per ricordarne il sacrificio, perché nn siano dimenticati i nomi, i posti...le tombe di quelli che sono caduti ...per questo mi sono incazzato, perché tu...non so chi sei, non ti puoi permettere di dire certe cose...senza sapere di chi e di che cosa parli....
Io proprio per la mia coerenza saro' a Trieste e non sarai certo tu a dissuadermi e sfilero' con il cappello alpino in testa, non in propaganda delle glorie militari passate e presenti, ma proprio per onorare la memoria di quelli che non hanno mai fatto adunate....quelli che a ventanni sono crepati, assiderati nella steppa o cotti dal sole del deserto...per volonta' di chi della guerra aveva fatto una teoria....compresi milioni di morti.

Abbadia
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Hellis
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Hey Hey calma gente, moderiamo i toni dai.
E' logico che stando su rive opposte a volte non ci comprendiamo.
Quando mi riferivo al "Leale" ovviamente non intendevo la parola nel senso più genuino e ingenuo del termine stesso.
La lealtà  di organizzazioni terroristiche è un paradosso che cade per suo conto, però nella storia Italiana le BR, pur nel loro freddo delirio, non organizzavano stragi di civili, ma colpivano "i nemici" del proletariato. Dimostrando tuttavia una certa.. che dire.."etica" , se mi passate la bestialità . Qualcosa di simile la si può dire di Sendero Luminoso, o dei Tupac Amaru, anche se in questo caso la cosa è un pò diversa.
Quello che volevo dire è che Al Quaeda non è passibile di nessun briciolo di "etica terroristica", perchè non è che la strage di Madrid costituisca una ritorsione verso i paesi impegnati in Iraq, ma è stato solo un freddo calcolo: per questo ripeto Francia e Germania sono nello stesso mirino che puntano addosso a noi. Spero di essere stato chiaro :D .
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Federico
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Iscritto il: lun dic 09, 2002 4:59 pm

Provocazione:

in realtà  Al Qaeda (et similia) è il massimo della lealtà . Intendendo lealtà  con fedeltà  all'idea che sta alla base del movimento. E, mi ripeto, hanno raggiunto il loro scopo.

Concordo sul fatto che nessuno sta al sicuro, nemmeno quelle Nazioni che con l'Iraq hanno tenuto posizioni spesso antitetiche a quelle degli "inteventisti" e a quelle di quei Paesi che ci sono andati come forze di pace (anticipo la critica: la distinzione esiste, anche se spesso passa inosservata. O, almeno, esiste in Occidente. D'accordo sul fatto che dal punto di vista di certo Islamismo, invece, questa distinzione non esiste per nulla).

Invece un punto mi pare che a volte venga tralasciato, ma che a mio avviso è centrale, se si vuole sul serio (girotondi arcobalenati a parte) cercare di costruire un (auspicabile) dialogo: bisogna intendersi sui termini.

Si è parlato di "giustizia", "libertà " ed altri alti concetti come la via da seguire per eliminare alla base il malcontento su cui si fonda la reazione terroristica. Analizziamoli questi concetti allora. Innanzitutto bisogna dire un paio di cose: si tratta di ideali che a noi derivano, mi pare di poter dire, nella loro forma attuale dai celebri Libetrà , Uguaglianza e Fraternità  della Rivoluzione Francese; si tratta di termini che sottintendono concetti relativi, e non assoluti.

Giustizia e Libertà , così come il "terzetto fondante" della Rivoluzione Francese, per un Fedele Musulmano sono concetti che esistono. Ma, e qui sta il punto, sono formulati e quindi applicati alla luce del Corano (ed alcune successive interpretazioni). E quindi: la "giustizia" sarà  applicata in maniera differente a seconda del soggetto a cui va applicata: Musulmano, membro di un Popolo del Libro (Ebrei e Cristiani), pagani. Ecco quindi che già  qui si trovano delle differenze direi lessicali: quando un Musulmano (di quelli di cui si tratta) parla di giustizia, e lo fa, intende qualcosa di profondamente diverso dal nostro concetto di giustizia. Questa cosa pare che venga (non so se volutamente o per ignoranza, ma dubito della seconda) spesso se non sempre dimenticata/tralasciata da coloro che propongono il dialogo.

Aggiungerei anche che negli ultimi decenni il concetto stesso di giustizia, in Italia (e non solo) ha subito delle modificazioni sorprendenti, venendo in qualche modo a confindersi con concetti quali quello di "bontà " che nulla hanno a che vedere con la "Giustizia". Per capirlo basta dare un'occhiata alla statua della dea Justitia che rappresenta le qualità  che deve avere la giustizia: è una donna (ha quindi attività  "creatrice"), è bendata (e non cieca, si badi bene, solo non guarda il "particolare"), ha una bilancia in una mano (pesa i pro e i contra ed in base a questo decide), e nell'altra una spada che simbolizza la forza e quindi la violenza che a volte è necessario usare perchè essa sia rispettata. Questa spada, da noi, è stata dimenticata. E' come se noi avessimo in testa una statua monca del braccio armato, poichè ci siamo convinti che la lingua possa adeguatamente sostituirlo. La stessa cosa non può dirsi per il mondo da cui provengono i terroristi di cui trattiamo. Essi il braccio armato l'hanno ben presente, e collegato ad una testa che in ultima analisi è quella del Profeta, cioè di Allah che si espresse ber bocca di Maometto.

Ora si tratta semplicemente di convincerli che Allah e/o il Profeta hanno sbagliato e che il nostro concetto di giustizia è quello giusto.

Da noi, per portare a termine un processo del genere (giusto o sbagliato che sia, non è questo il punto ora) ci sono voluti due o tre secoli, a partire dal cosiddetto Illuminismo (il quale ha sostituito un principio "laico", e quindi umano e quindi caduco, ad uno Divino, eterno). Ritenete la cosa possibile? Auspicabile? E nel paio di secoli che servono per attuare una cosa del genere, magari anche meno date le immensamente superiori possibilità  di comunicazione odierne, che cosa si fa? Si sta qui a subire attentati a settimane o mesi alterni, continuando a parlare della "giustizia" e della "libertà " (e cioè delle stesse cose che gli attentatori vogliono applicare)?

Saluti
Art. Federico
40a Btr, AMF(L)
Gr.A.Mon. "Pinerolo"
(4° Rgt. A. Mon.)
Brigata Alpina Taurinense
3°/86
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Soldato
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Iscritto il: mar dic 03, 2002 11:17 am

Vi avevo avvisato che non avrei tollerato ulteriori eccessi.

La discussione oltre a essere un guazzabuglio di argomenti diversi è diventata una rissa verbale tra persone che parlando di politica in lingue diverse e siccome non si capiscono stanno passando al linguaggio universale degli insulti.

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