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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Molto interessante tutto, sono quegli aspetti sociali, sì, sociali, di cui non parla pressochè nessuno. :wink:
Girando per la Rete, ho visto che il fucile BM-59, questo certamente nel 1991 ancora in uso, era derivato dal Garand e col buio poteva essere confuso. Potrebbe essere che quei soldati visti dall'amico capotreno fossero in realtà armati con quello?
Ripeto, non so in quale stazione li abbia visti, anche se sicuramente non era una stazione importante (altrimenti il segnale di partenza non avrebbe dovuto darlo lui).
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

per Wintergreen
il caricatore del Garand è da 8 colpi.
Ti confermo però che quello che ci davano per fare la guardia ne conteneva solo 6, cioè era il caricatore normale da 8 con solo 6 colpi.
era una gran boiata, perchè se agitavi il caricatore i proiettili saltavano fuori.
Non ho mai provato ad inserire tale caricatore....
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

durante i noti periodi quando la guardia montava con il fucile garand carico la modalità era la seguente: operazione da svolgere esclusivamente presso il posto di carico e scarico armi, il capo posto sorvegliava l'operazione, veniva inserito un caricatore con nr. 7 colpi, si chiudeva l'otturatore facendo attenzione di non trascinare un colpo nella camera di cartiuccia, si inseriva la sicura e solo allora l'arma era pronta per lo sparo bastava tirare indietro l'otturatore , rilasciarlo e sprare, Per il FAL il problema non su sstseva in quanto il caricaro veniva inserito dal basso e non bisognava titare indietroi l'otturatore.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Da quel che ricordo trovo assolutamente corretta l'ultima descrizione fatta da Cavalli. Del resto giusto quanto detto in precedenza sul fatto che il Garand, dopo la metà degli anni '60, era in dotazione solo a militari con certi incarichi e non certo ai fucilieri: vero anche che in certe caserme si montava di guardia con il FAL e in altre con il Garand. Comunque un cambio netto nell'impiego del caricatore delle armi avvenne nel 1982, dopo l'assalto delle Brigate rosse alla caserma di Santa Maria Capua Vetere con il prelievo di un ingente quantità di armi, da quel momento niente più caricatori sigillati o con meno colpi, si montava con caricatore inserito e colpo in canna. Per quanto riguardava i servizi di pattugliamento la dotazione di colpi dipendeva dalle situazioni; ad esempio nelle operazioni di pattugliamento sul confine con l'allora Jugoslavia si aveva la dotazione completa di prima linea, cioè quella prevista all'emergenza per il primo giorno di combattimento, stessa cosa e anche di più per le bombe a mano.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

:-)(-: hai scritto bene 1* S.Giusro
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Molto chiari tutti e due!
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

1°San Giusto ha scritto: dom ott 29, 2023 12:31 pm nelle operazioni di pattugliamento sul confine con l'allora Jugoslavia si aveva la dotazione completa di prima linea, cioè quella prevista all'emergenza per il primo giorno di combattimento, stessa cosa e anche di più per le bombe a mano.
Però in tutto il periodo della Guerra Fredda non sono mai stati mandati soldati in assetto da guerra ai posti di confine, vero?
Perchè adesso li hanno mandati, e fa un po' paura. Soldati in assetto da guerra per controllare dei passaporti? E anche se trovassero dei "clandestini", dubito che possano essere armati al punto da scatenare una battaglia. :?

Ad ogni modo, chiamate FAL il BM-59? Perchè si può fare confusione con questo FAL.
Sembra la confusione sulla P-38: da un'arma piutto rara è passato a indicare un normale revolver, spesso nemmeno in calibro 38! Peraltro io ho associato sempre la sigla P-38 a un famoso caccia bimotore. :mrgreen:
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Invece durante tutto il periodo della Guerra fredda il confine con la Jugoslavia era interessato all'attività di contrasto operativa/informativa attuata dal nostro esercito mediante posti di osservazione e pattuglie armate. Ne ho effettuate parecchie durante il mio servizio militare e ho trattato recentemente l'argomento in un libro.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Anche nel 1969 in Alto Adige si montava di guardia con il caricatore pieno. E spesso si sparava, per errore, io ho due episodi in merito, uno come testimone. Dell'AA si parla poco, ma c'erano due brigate (Orobica e Tridentina) per il controllo del territorio.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Naturalmente, come testimonia wintergreen, il periodo dell'emergenza in Alto Adige fu caratterizzato dall'impiego di pattuglie armate, momenti di tensione e incidenti. Sarebbe molto interessante che l'argomento venisse maggiormente trattato e approfondito, soprattutto dal punto di vista dell'impegno militare.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

1°San Giusto ha scritto: mar ott 31, 2023 1:46 pm Naturalmente, come testimonia wintergreen, il periodo dell'emergenza in Alto Adige fu caratterizzato dall'impiego di pattuglie armate, momenti di tensione e incidenti. Sarebbe molto interessante che l'argomento venisse maggiormente trattato e approfondito, soprattutto dal punto di vista dell'impegno militare.
Allora era davvero pericoloso anche solo parlare italiano in quell'area come ancora oggi dicono (infatti di escursioni in zona ne ho fatte pochissime e tutte piuttosto di recente, fra il 2003 e il 2018)?
Famosa la battutaccia sugli Schützen che avrebbero voluto essere SchutzStaffeln... perchè alcuni di quelli "storici" lo sono stati davvero.
Invece qui ci saranno stati pattugliamenti militari in assetto da guerra ma dubito che militari in assetto da guerra abbiano mai "vistato" un passaporto!

Un amico con cui andavo spesso in montagna è stato Alpino, deve essere stato in quell'area, perchè ha detto di essere stato alla Tridentina e di aver partecipato (è perito elettrotecnico) alla manutenzione di opere "del Vallo". Nient'altro. Se non che a Marzo 1978, dovevano congedarsi una decina a fine mese, temevano strani allungamenti della ferma causa il rapimento di Moro.
A parte gli anni di piombo, nel 1977-78 c'era ancora "casino" lì?
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

1)
***
ma dubito che militari in assetto da guerra abbiano mai "vistato" un passaporto!
***
Infatti quando si era di pattuglia sul confine c’era sempre un carabiniere, per eventuali controlli personali.
Era un’attività perfettamente inutile. Si voleva evitare che passassero terroristi. Ma chi glielo faceva fare? Era più comodo passare dal Brennero in un qualsiasi trafficato week end.
Espressi questo concetto ad un capitano, che giustificava i pattugliamenti in quota. Non mi rispose .
2)
Effettivamente i locali, specialmente nelle valli, facevano finta di non conoscere l’italiano, ma erano bravissimi nell’accettare le lire!
3)
Quello che mi ricordo è che, pur operando armati, non ci era mai stato assegnate quelle che oggi chiamiamo “”regole di ingaggio”, se non quelle generiche sull’altolà, forse perché non si voleva dato la sensazione di una situazione pesante.
Tra l’altro ricordo che, oltre a Orobica e Tridentina facevano OP anche i supporti ( pe Savoia, ma solo d’estate) e altri reparti alpini (ricordo un reparto dell’Aosta arrivato a Merano dal Piemonte), quindi un notevole impegno di uomini, su cui si preferiva sorvolare.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Aggiungo ancora una considerazione sui pattugliamenti armati effettuati in Alto Adige durante il periodo dell'emergenza e quelli sul confine con la Jugoslavia. Si trattava di due casi diversi: nel primo si doveva presidiare il territorio per scoraggiare eventuali azioni terroristiche e pattugliare il confine con l'Austria per prevenire infiltrazioni di terroristi provenienti da quella nazione (anche se come dice Wintergreen questa modalità sembrava improbabile); nel secondo caso invece si effettuava un'attività di osservazione e di contrasto nei confronti del dispositivo militare jugoslavo e delle loro Unità di frontiera che esercitavano una sorveglianza rigida e intransigente e intervenivano, facendo anche uso delle armi in qualsiasi caso di sconfinamento, anche assolutamente involontario, spesso sconfinando a loro volta in modo molto spregiudicato in territorio italiano. Sul confine con l'Austria non ci sono mai stati problemi con il loro esercito o le forze di polizia e, naturalmente, questo era frutto di sistemi politici differenti. In generale comunque le pattuglie del nostro esercito non effettuavano controlli ai valichi di confine, che restavano di competenza delle forze dell'ordine ma svolgevano il loro compito lungo la fascia di frontiera al di fuori dei valichi. Confermo quanto detto ancora da Wintergreen che noi militari non avevamo la facoltà di chiedere documenti e identificare persone, era sempre il carabiniere o il finanziere aggregato alla pattuglia che svolgeva la funzione di pubblico ufficiale e poteva procedere all'identificazione ed eventuale fermo di sospetti.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

Qualche giorno fa dall'amico che è stato Alpino mi è stata raccontata una storia divertente su un particolare equipaggiamento: la cucina someggiabile.
La storia, che lui ha sentito anni fa in occasione di un raduno degli Alpini (forse nel 2003), era che per una serie di errori di trascrizione nei registri d'inventario una di esse era diventata prima un "sommergibile per truppe alpine" e poi un "sottomarino per truppe alpine", portando ad un'ispezione dal comando superiore. :lol:
Non sa nemmeno lui se questa storia sia vera o una delle tante leggende da caserma (recente: lui durante la naja non l'ha mai sentita).
Ammesso e non concesso che ne esistessero un solo tipo o due, una cucina someggiabile com'era fatta? Io non ne ho mai vista, ne avreste qualche foto? Forse qualcuna si è salvata.
L'amico ha cercato di descrivermela, non so se l'abbia vista in servizio, viste le mansioni cui era destinato lui; dovrebbe essere una versione rimpicciolita e alleggerita di una cucina a legna di altri tempi.
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Re: Equipaggiamenti storici (e forse non)

cerca :LA LOGISTICA MILITARE DELL'ESERCITO ITALIANO (illustrazioni) VOL IV Tomo II pag. 152 ci sono le illustrazioni di quel che cerchi
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