Approvvigionamenti FFAA

[Gio]

Ultimamente mi sto chiedendo come e da dove si approvvigionino le nostre FFAA in quanto depositi e magazzini son quasi tutti e chiusi. Naturalmente maggiormente al nord dove era quasi tutto il nostro esercito di campagna ma, per esempio e mia praticità, citerò il sud. Per Commissariato e Casermaggio siamo bravi ma credo si facciano gare europee, per le munizioni sempre bravi che le vendiamo pure ma...per i carburanti? Letto ultimamente per l'EI chiuso deposito GC di Monopoli, per la MM dep POL di Brindisi e per l'AM il grande dep di Taranto. Ma al sud abbiamo 3 brigate mecc-cor più il San Marco... come ci approvvigioniamo? Al nord esiste un oleodotto.
Andiamo nei depositi civili o alla raffineria più vicina? Ce lo portano in caserma (mica mi stupirei visto che abbiamo servizi di catering e pulizie) o alla stazione dove troviamo carri cisterna?
Che ne pensate?

[wintergreen]

Ormai nel mondo occidentale si sta esternalizzando tutto: non solo catering e pulizie, ma vigilanza esterna (!?!), addestramento, soccorso aereo. Costa molto meno. Anche le manutenzioni che prima erano affidate ai reparti sono state affidate a terzi. La riduzione dei reparti e degli organici rende enormemente oneroso la gestione delle scorte di magazzino e molte dotazioni (in italiano forbito adesso si dice assetti!) sono di piena derivazione civile, quindi meglio far fare a chi li ha costruiti.
Nel campo dei combustibili mi sembra che l’ENI abbia già il compito di gestire le riserve strategiche civili, tanto vale che gestisca anche quelle militari, la benzina è la stessa.
PS L'esercito USA sta esternalizzando anche le operazioni militari: abbandona la Siria, ma lascia migliaia di contractors. E un ritorno all'antica, alle italiche Compagnie di ventura.

[1°San Giusto]

Su internet ho trovato un bando di gara d'appalto per l'affidamento della riparazione/manutenzione del cingolato anfibio AAV7 e, come ha detto Wintergreen, penso sia ormai impostato tutto in tal senso. Se poi pensiamo alle forze combattenti è noto che, ad esempio in Irak, oltre la metà di quelli che stavano sul campo erano contractors; alle multinazionali che guardano ai propri interessi nei vari teatri di guerra costano sicuramente meno e, se non vogliamo nasconderci dietro a un dito, anche ai governi degli stati che partecipano alle "missioni di pace"visto che sempre di fattori economici si tratta, oltre al controllo di punti strategici e vie di comunicazione importanti. Probabilmente, come detto sopra, ritornano le antiche compagnie di ventura.

[wintergreen]

C'è un altro vantaggio: se muore un soldato, o anche solo viene ferito, nascono polemiche. Se muoiono 10 contractor la notizia non appare su alcun giornale, al massimo si ritrova nelle statistiche una volta l'anno. E, attenzione, non solo in Italia.

[Gio]

Che la situazione fosse questa da voi descritta un po sapevo e un po immaginavo. Mi incuriosiva sapere un po più nello specifico dell'approvvigionamento carburante ma capisco che son cose molto tecniche e pure difersificate. Del resto anche molti anni fa, per esempio, in Sicila non conoscevo l'esistenza di grandi depositi di carburanti dell'esercito eppure l'Aosta si muoveva
Abbiamo a che fare con i mercenari e pensiamo a tradizioni, stanag, odb.... che non aggiorno da tempo confidando nella memoria . Tipo il Nizza trasferito a Bellinzago o il 7° bers ad Altamura. Non so quando aggiornerò e sicuramente sarà tutto molto deficitario.

[1°San Giusto]

Andando ai vecchi tempi e pescando nella memoria ricordo che, per quanto riguarda le Truppe Trieste, c'era un deposito carburanti sul rovescio di una collina sopra la località di Aquilinia, sulla strada per Muggia. Penso che le scorte di carburante che arrivavano nei depositi delle caserme del 1°San Giusto e del 14° Murge provenissero da lì, forse anche quelli della Brigata Vittorio Veneto. Non so quali capacità avessero i depositi delle caserme, ma sicuramente bastanti a far muovere tutti i mezzi in caso di necessità; tra l'altro ricordo che ogni giorno terminato l'addestramento i conducenti al rientro in caserma facevano subito il pieno in modo che i mezzi fossero pronti per il giorno successivo o in caso di allarme per la notte stessa. Allo stesso modo funzionava per il munizionamento: nella polveriera di Borgo Grotta Gigante c'erano le dotazioni per tutti i reparti, e a quanto so superiori alle prime 24 ore di combattimento. Per tempi più lunghi i rifornimenti dovevano arrivare da più lontano, mi pare da Mestre ma non posso giurarci. Era poi previsto che in caso di allarme le reclute della Compagnia Fanteria Truppe Trieste, che non avevano ancora sparato e non potevano essere assegnate a compiti operativi, venissero impiegate per il prelievo e la consegna di munizioni in varie polveriere del Friuli; ricordo durante gli allarmi che i diversi plotoni avevano un cartello con la scritta della località della polveriera. Penso potesse funzionare in modo analogo per altri reparti operativi del V CdA. Magari sono andato un po' fuori argomento ma i ricordi sono venuti spontanei.

[wintergreen]

Esula dall’oggetto, ma partendo dai ricordi di 1 San Giusto aggiungo una nota personale.
Mi faceva molto ridere quando, in occasione degli allarmi, ci davano i famosi foglietti con indicato xx colpi di FAL, yy cassette con nastri per MG, zzz colpi per mortaio oppure materiale vario.
Se avessero voluto un addestramento reale avrebbero dovuto darci se non i colpi reali quanto meno dei simulacri che, per peso ed ingombro, corrispondessero. Una cosa era marciare scarichi, un’altra farlo impacciati dal materiale.
E mi sarebbe piaciuto vedere il caos che sarebbe successo se fosse stato necessario recarci nelle polveriere per ritirare anche solo i simulacri! Perché in caserma non ricordo ci fossero depositate scorte sufficienti a coprire le necessità.
Altra cosa divertente era che, per muovere il materiale, la mia compagnia aveva solo un CL.

[1°San Giusto]

Proprio recentemente un mio ex maresciallo con il quale ho parlato ha elencato le stesse cose dette da Wintergreen e il commento finale è stato che come minimo degli imprevisti si sarebbero sicuramente verificati, per non parlare di qualche casino più grosso. Tuttavia so che una volta in un'esercitazione di allarme erano state consegnate tutte le dotazioni effettivamente previste e le cose erano andate senza particolari problemi. Forse, dopo il 1975, con meno reparti e in proporzione più mezzi a disposizione almeno una maggiore capacità nei trasporti poteva esserci, poi...chissà in caso di guerra cosa sarebbe veramente accaduto.

[Gio]

Concordo sia con Winter (anche a me quei foglietti sembravano una cosa buffa) che con l'amico triestino (scusa ma sarebbe buffo pure chiamarti chiamarti San Giusto) che in seguito alla prima ristrutturazione c'era più logistica ma è pur vero che i reparti, da quel che lessi, erano ad organici più massicci se non completi. Un conto allarmare un btg al 70-80 %, un altro ad organici completi con munizioni, armi e dotazioni non solo individuali ma di reparto. Penso solo all'equipaggio di una carro. 4 carristi avrebbero dovuto non solo pensare a se stessi: quanto detto in precedenza (il corrispettivo dei foglietti per pistole e fal) ma trasportare e montare le radio, le 2 mitragliatrici, ai pesanti colpi differenziati del cn e 12,7 e 7,62 delle browning)....

[1°San Giusto]

Per Gio: non c'è alcun problema chiamami come ti viene meglio, visto che in fin dei conti triestino lo sono a tutti gli effetti. Per quanto riguarda il funzionamento della logistica, da quanto ho potuto sentire e capire dalle testimonianze di diversi ufficiali che avevano prestato servizio in vari reparti e che posso considerare attendibili, nell'ambito del V CdA dovrebbe essere stato abbastanza buono pur tenendo conto di tutte le variabili e gli imprevisti che sarebbero potuti accadere in caso di emergenza. Sulla prontezza a muovere molto dipendeva dalla corretta osservanza nel mantenere l'equipaggiamento individuale impiegabile immediatamente ( zaino tattico sempre pronto appeso alla branda assieme all'elmetto e alla maschera NBC e zaino alpino anch'esso pronto nell'armadietto) e i materiali e i mezzi di reparto efficienti e riforniti. Già a questo punto bastava solo ritirare le armi e le munizioni, le razioni viveri, il pacchetto di medicazione ed effettuare le operazioni di caricamento sui mezzi. Certamente la velocità nell'eseguire il tutto in modo ordinato dipendeva dall'addestramento svolto. Questo almeno poteva valere per raggiungere la zona di diradamento prevista e successivamente le posizion di schieramento. Poi tutto sarebbe dipeso dall'afflusso costante dei rifornimenti dopo le prime 24 ore di combattimento. So che in alcuni casi nelle polveriere e nei depositi destinati a fornire il necessario per l'emergenza immediata c'erano molte più dotazioni di quanto normalmente previsto; per fare un esempio: se per uno squadrone o compagnia di missili cc TOW il primo assegno previsto per i 18 lanciatori era di circa 300 missili in realtà potevano essercene molti di più. Credo quindi che in realtà il discorso su quanto potesse essere disponibile immediatamnete nei depositi dislocati vicino ai reparti e quanto dovesse essere approvvigionato con tempi e percorsi più lunghi sia piuttosto complesso e anche variabile a seconda dei periodi.

[wintergreen]

Parlando di esternalizzazione: l’Australia ha in questi giorni ha rinnovato il contratto per tutto il Servizio sanitario, per circa 80.000 persone, ad una Società privata.
Si cerca di ridurre al minimo la spesa per quanto non è strettamente militare.
Anche in Italia il comparto sanità, pur rimanendo con le stellette, è stato estremamente ridotto.
Il problema, nello specifico, è che le strutture mediche si occupavano anche di questioni non legate al militare, vedi la medicina generale.
Anni fa avevo letto che in Germania gli USA avevano più ginecologi e pediatri che medici d'urgenza.

[M26]

Diversi anni fa avevo visto un reportage televisivo sul problema sociale e civile in Sudafrica. In ambito ospedaliero intervistarono due chirurghi militari italiani, che lì prestavano servizio specialistico in ospedale, potendo cimentarsi in interventi su feriti da arma da fuoco o da armi bianche, situazioni che almeno all'epoca erano di frequenza giornaliera.
E' chiaro che se si vuole gestire personale militare specialistico, devi anche dargli la possibilità di esercitarsi e migliorarsi.

[230 A]

<< Era poi previsto che in caso di allarme le reclute della Compagnia Fanteria Truppe Trieste, che non avevano ancora sparato e non potevano essere assegnate a compiti operativi, venissero impiegate per il prelievo e la consegna di munizioni in varie polveriere del Friuli; ricordo durante gli allarmi che i diversi plotoni avevano un cartello con la scritta della località della polveriera.>>

ultimi giorni di novembre 1978 e primi giorni alla Compagnia Fanteria Truppe Trieste, una notte prova di allarme: destinazione della mia camerata: "personale di manovalanza al dep. munizioni di S. Maria la Longa" (se non ricordo male... )