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jolly46
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Un primo spunto tanto per iniziare ... :D

Un'anteprima di "guerra fredda" ma tra Italia e Jugoslavia la possiamo anticipare a cavallo tra il 1914 ed il 1915 in occasione del nostro presunto "tradimento" della Triplice Alleanza (tradimento peraltro celebrato dai filo asburgici nostrani senza che prima abbiano letto con attenzione cosa è successo in Europa da Metternich a Bismarck fino a Sarajevo).

Al momento del suicidio dell'Austria-Ungheria che avventatamente si butta in guerra e ne paga le conseguenze più estreme, troviamo che ci sono l'Italia e la Serbia pronte ad accaparrarsi le terre adriatiche.
L'Italia che vuole portare i confini in posizione forte rispetto a quelli indifendibili dello Judrio-Aussa, la Serbia che mira a Trieste ed al suo porto e quindi vuole i confini sull'Isonzo per proteggere così la città una volta in mano. Le due pretese, equivalenti, fanno nascere da quel momento la conflittualità sul confine. E non è un caso che anche Tito nel 1945 tenti di portare i confini sull'Isonzo (e dobbiamo ringraziare i neozelandesi se non è avvenuto).
In sostanza la discesa in campo dell'Italia contro l'Austria-Ungheria è anche una presa di posizione contro l'espansione serba poi jugoslava.

Mi pare evidente che questa situazione di confronto pregressa sommata ai fatti del secondo dopoguerra e dell'esodo abbia influito fortemente negli anni della "guerra fredda" propriamente detta, sì che negli anni più critici il dispositivo di difesa nazionale oltre che nell'integrazione NATO manteneva una specificità nazionale che si rifletteva anche negli organi di comando di scacchiere. Quindi mi sembra ovvio che l'ipotesi di una crisi Italia/Jugoslavia fosse sempre presente nella pianificazione difensiva e nella dislocazione ed impiego delle forze.

Certamente aspetti ancor oggi poco conosciuti ed a questo punto meritevoli di indagine ed approfondimento.
Personalmente avendo vissuto "in diretta" e sul posto quegli anni, in posizione privilegiata seppur troppo piccolo, ricordo che per i militari di la' dalla Casa Rossa e della Piazza della Transalpina c'era un nemico assimilabile a quello un po' più lontano verso est. :mrgreen:
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M26
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

jolly46 ha scritto:... ricordo che per i militari di la' dalla Casa Rossa e della Piazza della Transalpina c'era un nemico assimilabile a quello un po' più lontano verso est. :mrgreen:
Per i civili, superare quel confine era entrare in un'altra dimensione, un mondo molto diverso dal quale eravamo abituati. La differenza era parecchio evidente.
Sugli arresti di chi accidentalmente o volontariamente sconfinava ne ho avuto testimonianza diretta pure io. Un conoscente mi raccontò che da ragazzino era in uso sconfinare attorno a Trieste, un pò per curiosità, un pò per mettersi in mostra quale prova di coraggio. Era seguito arresto, trasferimento a Capodistria e riconsegna alla Polizia italiana.
In allegato un ex posto confinario adiacente all'abitato di Botazzo, in Val Rosandra presso Trieste.
Allegati
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Stefano
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Proprio nelle vicinanze si é svolta la mia avventura raccontata precedentemente. La casermetta nella foto era occupata solo saltuariamente dai graniciari jugoslavi e costituiva un punto intermedio nei pattugliamenti tra quelle presidiate permanentemente di Pesek e Beka. Lì passava anche (e passa tuttora) il cosiddetto "Sentiero dell' amicizia", creato nel 1981 con l'intenzione di avvicinare le popolazioni confinanti. Una volta all'anno veniva consentito il transito agli escursionisti, sempre sotto vigilanza sia da parte italiana che jugoslava. Va detto comunque che si trattava di un'iniziativa concordata tra comuni sloveni del Carso triestino e di quello jugoslavo, sempre nello spirito di quel confine più "aperto" d'Europa di cui si parlava. Naturalmente all'infuori di quel giorno mettere piede oltre non era certo consigliabile e qualche volta nemmeno avvicinarsi troppo alla linea di confine; se ne rese conto un nostro ufficiale che, in tenuta sportiva, si trovava a fare jogging da quelle parti assieme ad un altro sportivo occasionale. Passando di corsa nei pressi del confine si trovarono di fronte due graniciari jugoslavi i quali erano disinvoltamente sconfinati per alcuni metri in Italia allo scopo evidentemente di assicurarsi la famosa licenza premio per una cattura. L'ufficiale pur trovandosi in abiti civili aveva con sè il tesserino militare, il che avrebbe complicato parecchio la sua situazione, sia verso gli jugoslavi che verso il nostro comando; quindi in un primo momento e senza reagire seguì i graniciari per un tratto di sentiero oltre confine, poi in un punto più impervio, dove l'altro compagno di sventura era scivolato provocando la distrazione dei due militari, fece un rapido dietro front e di scatto si gettò di corsa nella vegetazione verso il confine italiano. Partirono due fucilate, una probabilmente in aria e una di poco sopra la sua testa, non ne seguirono altre ed ebbe la fortuna di giungere sano e salvo in territorio italiano. Di episodi simili, più o meno gravi anche negli anni 70 e 80, ce ne furono tantissimi e dimostrano ulteriormente quanto ambigua fosse ancora la situazione al confine.
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Beh, che sia vera o no questa che vi racconto è deliziosa; ne lessi un accenno tempo fa, ed in Rete si trovano alcune tracce, ve la rigiro così come l'ho letta: avete presente il compianto Bonvi, il papà di Sturmtruppen?Okay, benissimo. Svolse il servizio militare nel Genova Cavalleria col grado di sottotenente, nel 1963, al comando di sei carri M47. Leggenda vuole che in una pietraia fra Cormons e Gorizia, a ridosso del confine, gli equipaggi di questi carri (in esercitazione?O che altro?Mah...)abbiano cominciato ad insultarsi con i militari jugoslavi, che ad un certo punto se la presero proprio con il nostro Bonvi, che la mise sul personale. Ordinò ai suoi sei carri di passare il confine, e per una mezz'oretta seminarono il panico 'dall'altra parte', prima di rientrare in Italia, con conseguenze per lui ben immaginabili. Appena riesco a trovare un link decente ve lo giro...

http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=& ... k0rW178tng

Verità?O leggenda?Comunque strappa un sorriso...
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Re: Italia,Jugoslavia e la Guerra Fredda

Sorvolando sul fatto che di storielle come questa se ne sentono a non finire c'è da dire che "dall'altra parte" per provocare una reazione di allarme bastava molto poco. Soltanto l'individuazione di una nostra pattuglia poteva significare l'uscita dell'intero presidio dei graniciari dalla casermetta situata nella zona interessata. Quasi ovunque sul confine gli jugoslavi avevano il dominio ottico sulle nostre installazioni militari e vie di comunicazione, non appena un reparto italiano deviava dai soliti percorsi atti a raggiungere un poligono o comunque una zona addestrativa poteva scattare un allarme per le loro unità di frontiera. In alcuni casi, ad esempio nell'imminenza del Trattato di Osimo durante un periodo di maggiore tensione, quando alcuni mezzi corazzati italiani, a scopo dimostrativo o per saggiare appunto le eventuali reazioni, si erano diretti verso il confine jugoslavo venne messa in allarme anche la difesa territoriale slovena, come previsto dalla dottrina difensiva dell'epoca cioè integrazione tra JNA e forze della difesa territoriale che ogni repubblica della federativa possedeva. Ancora, se semplicemente per un'esercitazione i nostri semoventi o i carri puntavano i cannoni verso il territorio jugoslavo, partivano delle note di protesta(che alla fine da parte nostra venivano anche ignorate).
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"

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