Un primo spunto tanto per iniziare ...
Un'anteprima di "guerra fredda" ma tra Italia e Jugoslavia la possiamo anticipare a cavallo tra il 1914 ed il 1915 in occasione del nostro presunto "tradimento" della Triplice Alleanza (tradimento peraltro celebrato dai filo asburgici nostrani senza che prima abbiano letto con attenzione cosa è successo in Europa da Metternich a Bismarck fino a Sarajevo).
Al momento del suicidio dell'Austria-Ungheria che avventatamente si butta in guerra e ne paga le conseguenze più estreme, troviamo che ci sono l'Italia e la Serbia pronte ad accaparrarsi le terre adriatiche.
L'Italia che vuole portare i confini in posizione forte rispetto a quelli indifendibili dello Judrio-Aussa, la Serbia che mira a Trieste ed al suo porto e quindi vuole i confini sull'Isonzo per proteggere così la città una volta in mano. Le due pretese, equivalenti, fanno nascere da quel momento la conflittualità sul confine. E non è un caso che anche Tito nel 1945 tenti di portare i confini sull'Isonzo (e dobbiamo ringraziare i neozelandesi se non è avvenuto).
In sostanza la discesa in campo dell'Italia contro l'Austria-Ungheria è anche una presa di posizione contro l'espansione serba poi jugoslava.
Mi pare evidente che questa situazione di confronto pregressa sommata ai fatti del secondo dopoguerra e dell'esodo abbia influito fortemente negli anni della "guerra fredda" propriamente detta, sì che negli anni più critici il dispositivo di difesa nazionale oltre che nell'integrazione NATO manteneva una specificità nazionale che si rifletteva anche negli organi di comando di scacchiere. Quindi mi sembra ovvio che l'ipotesi di una crisi Italia/Jugoslavia fosse sempre presente nella pianificazione difensiva e nella dislocazione ed impiego delle forze.
Certamente aspetti ancor oggi poco conosciuti ed a questo punto meritevoli di indagine ed approfondimento.
Personalmente avendo vissuto "in diretta" e sul posto quegli anni, in posizione privilegiata seppur troppo piccolo, ricordo che per i militari di la' dalla Casa Rossa e della Piazza della Transalpina c'era un nemico assimilabile a quello un po' più lontano verso est.