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7 giugno 1916: Monte Fior

Anniversario di un episodio certamente famoso ma che per tanti anni, se non in tempi recenti, da parte italiana non é mai stato degnamente commemorato.
Il combattimento si inquadra nell'ambito più vasto dell'offensiva austroungarica di primavera lanciata il 15 maggio 1916, da noi conosciuta anche come Strafexpedition, con lo scopo di sfondare le nostre linee operando dal Trentino attraverso gli altipiani di Folgaria, Lavarone ed Asiago e sfociare quindi nella pianura vicentina isolando così il grosso del nostro esercito schierato sul fronte dell' Isonzo.
Dopo due settimane di combattimenti e un'avanzata che sembra inarrestabile l'esercito imperiale é vicino al successo. La 6^divisione I.R. si trova sull'altipiano di Asiago di fronte all'acrocoro delle Melette e alla linea difensiva italiana di Monte Fior e Monte Castelgomberto. La conquista di quelle cime consentirebbe uno sbalzo successivo verso Monte Miela, una rapida discesa a Foza e quindi in Valsugana alle spalle delle nostre truppe, conseguendo così un risultato di importanza strategica per lo sbocco in pianura.
L'assalto viene affidato all'11^brigata composta da truppe d'élite: il 27°rgt stiriano "Koenig der Belgier" e, in special modo, il 2°rgt bosno-erzegovese il quale, costituito da uomini famosi per la loro tenacia e ferocia in combattimento, risulterà il più decorato fra tutti quelli della Duplice Monarchia. Di fronte ad attenderli ci sono soldati altrettanto valorosi e determinati: gli Alpini dei battaglioni Morbegno, Val Maira, Argentera e Monviso, già provati dai precedenti combattimenti ma decisi a resistere e al loro fianco due battaglioni della gloriosa Brigata Sassari, tutti accorsi velocemente dal fronte dell'Isonzo per difendere questa estrema linea. Il terreno si presta molto bene alla difesa ma non si è avuto tempo sufficiente ad allestire postazioni e ricoveri profondi, soprattutto per resistere ai colpi di grosso calibro dell'artiglieria austriaca, molti uomini sono appostati dietro semplici muretti di pietre o in avvallamenti del terreno.
Il 5 giugno viene sferrato il primo assalto, bosniaci e stiriani avanzano coraggiosamente ma vengono inesorabilmente falciati dal fuoco di fucileria e mitragliatrici delle nostre posizioni che si appoggiano reciprocamente, inoltre alcuni colpi dell'artiglieria austriaca cadono corti provocando perdite tra i plotoni di punta. Solo alcuni nuclei di bosniaci giungono alle trincee del Morbegno ma privi di rincalzi vengono massacrati fino all'ultimo nel combattimento all'arma bianca. Sia sul Monte Fior che sul Castelgomberto il nemico viene respinto, un battaglione stiriano deve essere ritirato dalla linea per le gravi perdite subite.
Il 6 giugno la nebbia grava sul campo di battaglia non consentendo alcuna operazione. Gli austriaci ne approfittano per organizzare e coordinare meglio il prossimo attacco, gli italiani attendono con ansia mantenendo la massima vigilanza.
Il 7 giugno perdura la nebbia fitta, il tiro d'artiglieria non può essere effettuato con efficacia ma gli attaccanti possono avvicinarsi coperti alle nostre posizioni; il 27° punta verso il Castelgomberto, il 2° verso Monte Fior. Per lunghe ore sembra che la nebbia ristagni vanificando per gli imperiali la possibilità di usare l'artiglieria poi alle 18,00 il vento libera le cime, con piena visibilità 74 bocche da fuoco rovesciano un uragano sulle nostre linee. I colpi cadono con effetti devastanti, le perdite tra i nostri sono elevate ma anche la nostra artiglieria risponde al fuoco investendo la fanteria nemica. L'attacco è in pieno svolgimento, mentre gli stiriani cercano di aggirare le posizioni sul Castelgomberto al centro i bosniaci attaccano direttamente Monte Fior. Più di una volta devono arrestarsi di fronte al tiro micidiale delle nostre truppe che nonostante il tremendo fuoco d'artiglieria non cedono le posizioni, ancora gli austriaci battono le nostre linee e il terreno retrostante per interdire rifornimenti e rinforzi. Alle 20,00 dopo un ennesimo bombardamento gli stiriani danno l'assalto alla selletta sottostante il Castelgomberto e vengono ancora respinti da Alpini e Fanti che contrattaccano di slancio. Sul Monte Fior i bosniaci avanzano metro dopo metro sul terreno ripido e scivoloso, le perdite sono altissime, morti e feriti rotolano in basso lungo le balze della montagna ma sono ormai arrivati a portata d'assalto, il tenente colonnello Stefan Duic, comandante del gruppo da combattimento, fa squillare la tromba e con un grido di "Hurrà" i bosniaci si lanciano nelle nostre trincee. Si accende allora un selvaggio corpo a corpo, Alpini e Fanti della Sassari contendono furiosamente ogni metro di terreno al nemico, ben presto il combattimento perde ogni unitarietà d'azione. Gruppi di uomini ansimanti, in preda alla rabbia e alla paura si affrontano, infieriscono senza pietà gli uni sugli altri con i pugnali, il calcio del fucile, le mani nude, le grida di furore si sovrappongono ai gemiti dei feriti. I nostri hanno gettato le ultime riserve nella lotta, continuano a battersi con la forza della disperazione, i pur duri bosniaci, di fronte alla stanchezza e alla ferocia di quel combattimento, stanno per cedere. In quel grave momento il tenente colonnello Duic si lancia personalmente nella mischia, rianima i suoi soldati, strappa loro le ultime energie e li conduce d'impeto verso la cima di Monte Fior. I nostri soldati che ancora si frappongono tra i bosniaci e la quota trigonometrica si fanno massacrare sulle loro posizioni. Alle 20,40 Monte Fior é in mano agli assalitori. Ma quando ormai cala la sera e alla furia degli uomini si aggiunge quella della natura con pioggia, neve e grandine che investono i combattenti, la lotta non é conclusa. Due compagnie della Sassari e due del btg Argentera caricano alla baionetta e pur non riuscendo ad affermarsi sulla cima per l'inferiorità numerica, portano scompiglio ed altre perdite fra i battaglioni bosniaci. Fino a tarda sera continueranno furiosi i combattimenti e, dopo una breve pausa, anche durante la notte ed il giorno successivo. Cadrà anche la cima del Castelgomberto dopo numerosi attacchi e contrattacchi nel corso dei quali perderà la vita l'irredento triestino S.Ten. Guido Brunner, un'altra medaglia d'oro purtroppo alla memoria. Alla fine dei combattimenti la linea italiana si attesta su Monte Miela e Monte Spil e verrà definitivamente rafforzata dalle truppe che si uniranno ad Alpini e Sassarini. La linea di Monte Fior é caduta ma lo slancio delle truppe imperiali é stato stroncato, il 27°rgt stiriano ha subito gravi perdite e ancor di più il 2° bosno-erzegovese che risulta decimato. Ogni ulteriore azione da parte del comando austriaco deve essere sospesa rinunciando a conseguire l'originario obiettivo strategico. Dalle cime conquistate i combattenti austroungarici possono solo guardare quella pianura che non raggiungeranno mai.

Ai reggimenti Alpini 2°e 5° fu conferita la medaglia d' argento e il nome di Monte Fior compare anche tra gli altri nella motivazione della prima medaglia d'oro alla Brigata Sassari.
Dopo i combattimenti il Tenente Colonnello Stefan Duic riconobbe lealmente: "Valorosi e tenaci, gli Alpini difesero con accanimento ogni pietra, ogni pezzo di trincea, ognuna delle molte mitragliarici, finchè caddero nel combattimento corpo a corpo"
Mentre da parte austriaca, da sempre, ogni anno si celebra a Graz il giorno del ricordo per la battaglia di Monte Fior, da parte italiana per moltissimi anni non si é mai avuta alcuna commemorazione o partecipazione ufficiale. Tardivamente, soltanto in anni recenti, é stata organizzata presso Malga Slapeur una cerimonia in ricordo di quei fatti ed alcune nostre rappresentanze d'arma si sono recate a Graz nel giorno del ricordo dove finalmente austriaci, bosniaci ed italiani si sono accomunati ricordando quei giorni sanguinosi in nome dei caduti per un futuro di pace.
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1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"
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Franz
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

Veramente giovedì scorso siamo andati a Vipiteno, sede del 5° Rgt. Alpini per la festa di Corpo (anniversario della battaglia di Monte Fior) ed hanno parlato proprio di quella battaglia...
Franz vecioAlpin
1°San Giusto
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

Si Franz, sono sicuro che nelle sedi dei reparti alpini decorati per quella battaglia si celebri la festa di corpo e in questo modo si tramandi la memoria anche a chi vi partecipa da congedato o semplicemente da spettatore. La mia considerazione era di carattere più generale e cioè sul fatto che per tanto tempo non vi siano state commemorazioni ufficiali sul luogo della battaglia o partecipazioni alla cerimonia che si svolge a Graz. Allo stesso modo, mentre tanti altri luoghi teatro di combattimenti nella Grande Guerra sono ricchi di monumenti e indicazioni, nella zona di Monte Fior, a parte il cippo a Selletta Stringa in memoria di Guido Brunner e una lapide a Malga Lora, per tanti anni non c'é stato nulla che ricordasse i caduti dei reparti che parteciparono alla battaglia. Se negli ultimi tempi, sia a livello pubblico che privato, si é fatto di più non posso che prenderne felicemente atto.

Un cordiale saluto
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"
Marco Mattei
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

La descrizione della battaglia di Monte Fior è avvincente.

Io l'ho sempre letta in Un anno sull'altipiano di Lussu. Se ben ricordo Lussu racconta l'assalto dei bosniaci anticipato da un poderoso "hurrà" ma dice che la vetta di Monte Fior non cadde e fu abbandonata a solo a seguito di un'ordine di ritirarsi su Monte Spill che il comandante del battaglione della Sassari non voleva eseguire e che costò il siluramento a chi lo aveva adottato.
1° San Giusto, dammi chiarimenti dall'alto della tua immensa sapienza.

Un anno sull'altipiano è uno dei libri che più amo.
Sono impresse nella mia memoria alcune immagini di quel combattimento: i fanti della Sassari che sotto il bombarrdamento vanno a dissetarsi con la neve rimasta in qualche anfratto per poi riprendere posizione, il tanfo di alcol che accompagna il grido "hurrà" dei bosniaci, le urla dei bosniaci che al tramonto, dopo aver occupato monte Fior, vedono in lontananza la pianura veneta che era l'obiettivo della Spedizione punitiva.
Marco Mattei
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1°San Giusto
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

Caro Marco, magari possedessi tanta sapienza! Come avrai visto qui sul forum sono più a chiedere che ad affermare. A parte questo concordo naturalmente con te sulla bellezza di "Un anno sull'Altipiano", però se nel libro di Lussu vai a cercare riferimenti precisi alla cronologia dei fatti, ai nomi dei reparti e degli ufficiali, a particolari avvenimenti, da quel che ricordo trovi poco. Alcuni mossero all'autore anche qualche critica per questo motivo. D'altra parte bisogna dire che l'intento di Lussu non era quello di riportare un'esatta cronaca dei fatti, bensì di dare una testimonianza, attraverso un racconto asciutto e privo di retorica, del drammatico vissuto dei combattenti in un tremendo conflitto. In questo senso la sua opera assume un indiscutibile e riconosciuto valore. La mia rievocazione prende spunto da due volumi di fonte opposta: "Melette 1916-1917" di Giuseppe Boccardo, con prefazione di Mario Rigoni Stern, e "Die Bosniaken kommen! 1879-1918 Elitetruppe in der k.u.k. Armee" di Werner Schachinger, tradotto con altro titolo in italiano "I Bosniaci sul fronte italiano", questo secondo libro, anche se a mio parere é un pò agiografico, coincide sostanzialmente con i fatti riportati da Boccardo. Se non sbaglio nel 2007 è uscito anche il libro di Alfeo Guadagnin "La battaglia di Monte Fior" che però non ho avuto occasione di leggere. Il mio racconto é stato necessariamente sintetico ma lo svolgimento dei combattimenti fu ben più articolato e complesso, comunque concordemente da entrambe le fonti si afferma che Monte Fior cadde alla fine di un sanguinoso combattimento corpo a corpo, anche se é vero che i bosniaci non riuscirono a progredire di trenta-cinquanta metri oltre la cima. I nostri rimasero tenacemente aggrappati poco sotto la cima del monte e sferrarono continui contrattacchi senza peraltro riuscire a ributtare il nemico oltre la cresta. Il giorno successivo, come ho detto, dopo alterne vicende, caddero anche il Castelgomberto e Selletta Stringa, a questo punto la nostra linea perdeva di continuità ed i reparti già assottigliati ancora abbarbicati sotto la cima di Monte Fior rischiavano l'accerchiamento. Per questo motivo fu deciso il ripiegamento sulla linea Monte Miela-Monte Spil, linea che gli imperiali decimati ed esausti non riuscirono nemmeno ad attaccare.
Il combattimento di Monte Fior non ha la sua importanza per i metri di terreno conquistati o perduti, due settimane più tardi gli Austriaci saranno costretti a sgomberarlo e i nostri lo riprenderanno praticamente senza combattere, bensì per l'accanimento, il valore e la tenacia dimostrata dai contendenti e per noi Italiani per la definitiva battuta d'arresto imposta ad un nemico che sembrava incontenibile.
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

Sono stato più volte sull'Altopiano, sia d'estate che d'inverno, ed ho visitato molti luoghi di interesse militare ma non ho mai avuto occasione di salire a Malga Lora e sulla sovrastante cresta Monte Fior-Monte Spill.
Sia per l'Adunata di Asiago che per quella di Bolzano abbiamo dormito a Foza, uno dei Sette Comuni che sta proprio alle pendici di Monte Fior. Dalla piazza di Foza era chiaramente individuabile il percorso del sentiero che sale sul Monte Fior e che fu percorso dalla Sassari in quel giugno 1916. Oggi è possibile giungere a Malga Lora anche per una strada non asfaltata e mi pare che ci sia un agriturismo.

Lancio un'idea: il sabato precedente l'Adunata si può individuare un luogo di interesse storico, magari raggiungibile con una bella camminata, da visitare.
Marco Mattei
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

Su quelle cime, dal Monte Fior, al Castelgomberto, al Badenecche e al Tondarecar, ci sono numerose tracce anche della seconda battaglia delle Melette, combattuta nel novembre-dicembre 1917, altrettanto ricca di episodi di sofferenza e di valore.
Penso che, oltre a rivestire un indubbio interesse storico e paesaggistico, l'idea di Marco per una visita a quei luoghi sia il più bell' omaggio che gli Alpini possano fare alla memoria dei Caduti.
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

Citi il Monte Bandenecche che nel novembre 1917 vide impegnato il Battaglione Monte Berico, costituito da vicentini, bresciani e da molti abruzzesi che all'epoca non avevano ancora un battaglione di reclutamento su base locale. Quando fu costituito il Battaglione L'Aquila nel 1936 le tre compagnie fucilieri ripresero la numerazione del disciolto Monte Berico ed ancora oggi sono denominate 93, 108 (quella di Peppino Prisco) e 143.
Sempre il Monte Berico fu impegnato appena sotto il paese di Foza, nella zona di San Francesco, per arginare l'avanzata austriaca.

Tutto l'Altipiano è ricco di memorie e rilancio l'idea di una visita prima dell'Adunata, se non altro per conoscere di persona gli autori di questi interventi così interessanti.
Marco Mattei
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Re: 7 giugno 1916: Monte Fior

Conoscevo le vicende del btg Monte Berico nella seconda battaglia delle Melette ma ignoravo che fosse composto anche da molti abruzzesi e che successivamente le compagnie con quella numerazione fossero andate a far parte del neocostituito btg L'Aquila. Grazie per l'informazione, dai tanti contributi ognuno di noi trae arricchimento per il proprio bagaglio di conoscenze.
Il massiccio delle Melette costituisce una vera pagina di storia della Grande Guerra e dei tanti reparti che vi hanno combattuto, a quelli già menzionati aggiungo anche il btg Cuneo del capitano Paolo Monelli che lì vide compiersi eroicamente il proprio destino e il 2° reparto lanciafiamme del tenente Paolo Caccia Dominioni. Come già detto concordo sulla validità della proposta per una visita storico-escursionistica in quella zona.
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"

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