Eppure, a volte, passare per uno dai gusti esclusivi serve a risparmiare soldi... non è mia, ma può ritornar utile!
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Da qualche anno gli osti delle trattorie di Milano Marittima sono abituati a proporre lo champagne alla fine del pasto.
Il sottinteso, lo si legge benissimo nello sguardo del cameriere, è che se non ordinate lo champagne siete dei poveracci.
Naturalmente, è un trucco per triplicare il conto. Vi portano una bottiglia da supermercato (Moet Chandon o Veuve Clicquot) e ve la mettono 300 euro, cioè 6 o 7 volte più del prezzo della GS all'angolo.
Quando il cameriere vi propone lo champagne, guardatelo con espressione di lieta sorpresa, come a dire: "che bello, avevo proprio voglia di champagne".
Poi, con la massima cortesia, chiedetegli un Krug Clos d'Ambonnay Blancs de Blancs dell'83. La pronuncia dell'annata è essenziale: catreventruà , con la erre moscia.
Ora, se il tipo è un intenditore (una probabilità su 100) vi risponde gelido che il Krug "clò dambonné" non è un Blancs de Blancs, ma un Blancs de Noirs che esiste solo dall'annata 1995. Voi fate una figura barbina (mi raccomando non accettate un altro Krug d'annata: vi ci vuole un mutuo! Simulate un malore e chiedete il conto).
Se però il cameriere non se ne intende, com'è probabile, non sa che il Krug che avete chiesto non esiste e sarà costretto a dire 'no, mi dispiace'.
A quel punto, avete vinto. Se insiste col Veuve Clicquot, ditegli con simpatia: "grazie, ma non bevo champagne da supermercato".
A volte, se mi rendo conto che i prezzi dei vini sono esagerati (per esempio un Frascati Fontanacandida a più di 30 euro), chiedo un Bordeaux "Chateaux La Putain" dell'83, che si pronuncia: 'sciatò laputén catreventruà '.
Son soddisfazioni!
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