51Stinger ha scritto:Purtroppo sarò all'estero per lavoro sennò la mia presenza si sarebbe fatta sentire...
Hellis... visto ormai che sei un runner andrai a Chiavenna il 2 Settembre per il campionato ANA d corsa in Montagna?
Il 2 Settembre ho compiuto gli anni, e sono stato a lavorare.
Poi io sono un Runner, si sono un runner.. ovviamente al passo che mi consente il mio fisico e la mia età , ma senza nulla da dimostrare.
Mi basta arrivare in fondo.
Per la corsa in montagna.. è un pò presto: tre anni fa passeggiavo, due anni fa cominciai a correre, lo scorso anno allungai tempi e distante, quest'anno ho debuttato nelle gare amatoriali Fiasp, e domenica prossima debutterò nelle agonistiche Fidal. Piano piano. Come sanno fare gli alpini.
Ti dedico 'Il passo del pinguino':
Quando è esploso il primo boom della corsa e improvvisamente si è cominciato a parlare di jogging (dal verbo to jog: procedere lentamente) in contrapposizione al running (to run: correre), qualcuno ha provato a tracciare una linea di demarcazione tra le due andature facendo riferimento alla velocità . Poi ha cominciato a essere sempre più accettata la definizione del dottor Gorge Sheehan, ritenuto uno dei principali ispiratori del running in America, il quale una volta scrisse che la differenza stava nell'iscriversi a una gara e nell'appuntarsi il numero sul petto. La “disputa”, in verità , non è mai stata particolarmente accesa e se il sottoscritto la rilancia è perché recentemente un noto marchio di scarpe da running è tornato sul “problema” presentandosi con lo slogan «Se non sei sicuro se sei un runner o un jogger, corri più forte», aggiungendo: «Molti hanno provato a definire il momento esatto in cui il running diventa jogging e viceversa: qualcuno sostiene che sia il ritmo di 4'30” al km, qualcun altro il 55% del VO2 Max, eccetera eccetera». Personalmente ritengo la distinzione più filosofica che “meccanica”, riferita, cioè, più alla percezione che ciascuno ha di sé come corridore; così ho provato a spiegare perché io so di essere un runner.
IO SONO UN RUNNER perché le mie corse hanno un nome. Io faccio dei fondi medi, dei veloci, il fartlek; ma anche il lungo, il fondo lento e i lavori in pista. Le mie corse sono ben definite, purtroppo molto più dei miei addominali...
IO SONO UN RUNNER perché le mie scarpe non sono modaiole ma da corsa. Per me la scarpa migliore è quella che consente di correre bene, non di fare il figo. La scelgo in base alle caratteristiche della mia corsa e del mio peso e non per come si abbina a quello che indosso.
IO SONO UN RUNNER perché non ho un completo da corsa. Io ho magliette, pantaloncini e calzini tecnici. Ho tutti accessori che migliorano il mio rapporto col running, consentendomi di correre col massimo della comodità . So cosa sono il Coolmax e il Gore-Tex e a cosa servono.
IO SONO UN RUNNER perché so che cosa vuol dire far fatica e mi ci tuffo dentro. So quando sto forzando e perché lo sto facendo. So perfettamente che l'affanno e i battiti accelerati - che una volta fuggivo come la peste - mi fanno migliorare.
IO SONO UN RUNNER perché conosco molto bene il mio corpo e lo rispetto. Mi sussurra quando ho esagerato e, se ascolto in tempo il suo lamento, dopo non urlerà di dolore.
IO SONO UN RUNNER perché mi piace allinearmi sulla linea di partenza. Ogni gara che porto a termine mi spinge verso altre mete e, anche se ogni volta mi distrugge, mi spinge a schierarmi sulla linea di partenza successiva.
IO SONO UN RUNNER perché nonostante ce la metta tutta, voglio sempre più da me stesso, voglio conoscere i miei effettivi limiti e superarli.
IO SONO UN RUNNER perché corro. Non perché corro forte o a lungo.
IO SONO UN RUNNER perché dico che lo sono. E guai a chi mi contraddice