Ciao,ti riferisci alla 15 o alla 17?pgrifo ha scritto:Ciao a tutti.
Più che cemento armato mi sembra quello che in gergo viene chiamato "magrone", utilizzato per creare un piano di posa dei plinti di fondazione.
Vedo che il ferro è praticamente inesistente, ciò rende l'opera scarsamente resistente a forze di taglio e trazione.
Non so se l'impasto è carente di cemento, sicuramente è sbagliata la curva granulometrica degli inerti, povera di pezzature di piccolo taglio (sabbia e ghiaietto), indispensabili per intasare gli interstizi ed ottimizzare il cemento utilizzato.
La 17 è peggiore.Gianfranco ha scritto: Ciao,ti riferisci alla 15 o alla 17?
Oppure a entrambe?
Ciao Gianfranco
Ciao pgrifo,ti premetto subito che di cemento e costruzioni non ne capisco nulla,però visto che la 17 è stata ultimata circa nel 1935 e a quell'epoca a quanto mi risulta i controlli erano parecchio severi non potrebbe essere valida l'ipotesi formulata da ziode circa la permanenza dellì'opera immersa in acqua povera di sali per molti mesi all'anno e questo da oltre 40 anni?pgrifo ha scritto:La 17 è peggiore.Gianfranco ha scritto: Ciao,ti riferisci alla 15 o alla 17?
Oppure a entrambe?
Ciao Gianfranco
Tra l'altro con un minimo di vibratura avrebbero limitato i vuoti. Ai tempi si faceva anche solo battendo con un martello i casseri e/o infilando e muovendo un bastone nel calcestruzzo.
Ciao
Non è assolutamente da escludere.Gianfranco ha scritto:Ciao pgrifo,ti premetto subito che di cemento e costruzioni non ne capisco nulla,però visto che la 17 è stata ultimata circa nel 1935 e a quell'epoca a quanto mi risulta i controlli erano parecchio severi non potrebbe essere valida l'ipotesi formulata da ziode circa la permanenza dellì'opera immersa in acqua povera di sali per molti mesi all'anno e questo da oltre 40 anni?pgrifo ha scritto:La 17 è peggiore.Gianfranco ha scritto: Ciao,ti riferisci alla 15 o alla 17?
Oppure a entrambe?
Ciao Gianfranco
Tra l'altro con un minimo di vibratura avrebbero limitato i vuoti. Ai tempi si faceva anche solo battendo con un martello i casseri e/o infilando e muovendo un bastone nel calcestruzzo.
Ciao
Ciao e grazie.
Gianfranco
Io mi ero fatto la teoria che l'aria della camerata, riscaldata dalla stufa o dallo stesso calore degli uomini, passando attraverso i fori superiori e venendo a contatto con il muro freddo aldilà dell'intercapedine si condensasse e si raffreddasse, poi diventando fredda riuscisse dai fori inferiori scaricata dall'umidità. Non so se sia valida come ipotesi. Ai fisici l'ardua sentenza.tracer ha scritto:Camerata opera 6. Dalla foto sembra che abbiano costruito un muro distanziato dalla parete contro roccia ma l'intercapedine comunica con la camerata attraverso i fori inferiori e superiori; quindi di fatto è lo stesso ambiente. Il muro interno poteva rimanere più asciutto all'inizio ma senza l'asportazione dell'umidità in poco tempo l'aria sarebbe ritornata satura. L'unico modo per asportare l'umidità è creare un ricambio d'aria ma la corrente è fastidiosa e d'inverno raffredderebbe troppo l'ambiente. Infatti nel riutilizzo furono usati i deumax. In alcuni forti dell'altopiano erano state costruite delle intercapedini con prese d'aria in basso e sfiati in alto ma senza collegamento con gli ambienti interni.
tracer
Gianfranco ha scritto:Bisogna anche pensare all'intonaco di volte e pareti,nelle opere da me visitate,principalmente al Moncenisio,lo stesso aveva uno spessore di circa un paio di centimetri e nonostante siano passati circa 80 anni dalla sua stesura si conserva ancora benissimo a parte qualche sfaldamento che tuttavia permette di vedere dove il medesimo veniva applicato.Ad esempio in certi casi sulle volte veniva applicato direttamente sulle putrelle in acciaio mentre sulle pareti veniva disposto sul cemento.
Spero che le foto riescano a rendere l'idea meglio delle parole.
Gianfranco e Graziella
Probabilmente invece a noi il ferro mancava e lo sostituivamo con il legno come dimostra la foto di questo malloppo nella zona di Bardonecchia.Vallo Alpino
Nelle opere maginot infatti i blocchi di combattimento delle opere grosse erano sempre rivestiti in ferro per evitare questo fenomeno del cemento e/o intonaco che poteva staccarsi