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Roby
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Quando la lasceranno in pace?...

http://www.tgcom.mediaset.it/cronaca/ar ... 3464.shtml

Chiedo anticipatamente scusa per la mia posizione forse troppo ferma, ma quando lasceranno in pace quella ragazza e quel povero cristo di suo padre?
E' stato inviato alla Corte europea il ricorso promosso da 34 associazioni italiane contro la sentenza della Cassazione sul caso di Eluana Englaro.
Perchè la Chiesa e le associazioni contro l'eutanasia non lasciano che il padre (e la Cassazione) prendano le loro decisioni come meglio credono?

Questa ragazza, che ormai dovrebbe avere quasi 40 anni, è in stato vegetativo dal '92. Non ricordo esattamente, ma credo che abbia praticamente le terminazioni nervose interrotte al livello della nuca, per le lesioni subite. Quindi, comunque paralizzata. Non sappiamo se sente, se sente gli odori, non sappiamo se sogna, esami hanno accertato che non c'è attività  celebrale ma sinceramente delle macchine non mi fido tanto. Ma è un vegetale. Che vita è?

Una volta ho letto un libro, un thriller, si chiamava "Il collezionista di morte", parlava di uno psicopatico che si divertiva a ridurre le ragazze in stato vegetativo. Mi rendo conto che era pura invenzione, ma nel libro c'erano dei passaggi in cui una ragazza paralizzata "scriveva" i propri pensieri in prima persona, quindi paralizzata ma sveglia e vigile.

Io non vorrei vivere così. Parere personale ovviamente. Ma io, piuttosto che essere completamente paralizzata, preferirei morire.
E preferirei morire anche se non fossi cosciente, e quindi un vegetale, come è, in teoria, Eluana.

Per come la intendo io, la vita non è respirare o essere nutriti da un sondino senza essere vigili. La vita è parlare, sentire emozioni, ridere, piangere, mangiare sentendo il gusto di ciò che si mangia, fare l'amore, vedere luoghi nuovi, interagire insomma.
Continuando a tenerla in questo stato si fa male indirettamente a lei ma sopratutto al padre, che in questo modo vive una speranza che non si avvererà  mai. E cioè quella di vedere sua figlia aprire gli occhi.

Credo che a volte la Chiesa si.... impicci un po' troppo degli affari italiani. Lo abbiamo visto in politica, come la vecchia proposta sui PACS per citarne una, e lo vediamo in questo caso.
E' eutanasia, per la Chiesa è inconcepibile. Certo. Ma poi becchiamo i preti pedofili. Non apro questo specifico argomento perchè ce ne sarebbe anche troppo da dire, ma tant'è.

Eddai. Lasciatela in pace.

Vi invito a dirmi come la pensate su questo tema.
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Hellis
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Sul tema, mi sento di citare questo

Tra un padre e una figlia

Prima di parlare di giudici arroganti e omicidio di Stato, come hanno fatto nelle ultime ore politici e preti, vale la pena ricordare che il «caso Eluana» non è una disputa astratta che percorre i cieli stellati della metafisica, ma la storia vera di una persona e della sua famiglia. Prima di affermare con tanta sicurezza cosa è giusto e cosa è sbagliato per tutti, cosa obbedisce alle leggi di natura e cosa no, bisognerebbe fare lo sforzo di immaginarsi nei panni di un gruppo di umani che certi problemi teorici si è trovato a viverli sulla propria pelle.

Eluana Englaro aveva vent'anni quando un incidente d'auto al ritorno da una festa la ridusse in coma vegetativo. Era il 18 gennaio del 1992. Il signor Beppino, che certa pubblicistica ha fatto passare per un padre sbrigativo e degenere, cominciò a fare la spola fra gli ospedali.

Andava alla ricerca di un medico che gli dicesse quel che nessun medico, in coscienza, avrebbe mai potuto dirgli: che per sua figlia esisteva una speranza microscopica di ritornare in vita. Ogni volta che usciva da un responso funesto, il signor Beppino non si arrendeva. Si limitava ad abbassare le aspettative. Se all'inizio cullava ancora il sogno di riabbracciare una Eluana saltellante, col passare dei mesi sarebbe stato disposto ad accontentarsi di vederle muovere un braccio, un mignolo, un ciglio di quell'occhio raggrumato nella fissità  che spiava dal bordo di un lettino, in una clinica di Lecco, per ore intere. Gli sarebbe bastato sentire la voce di sua figlia dire parole anche prive di senso, anche con un timbro diverso da quello che lui ricordava nel cuore, purché quei suoni uscissero dal petto di Eluana e la riconnettessero in qualche modo alla vita.

Non mollò facilmente la presa, Beppino. Per cinque anni combatté la sua battaglia disperata a favore della sopravvivenza, sebbene gli affiorasse di continuo alla mente la reazione di sua figlia quando si parlava di coma: se succedesse a me, promettimi che staccherai la spina. Ma il giorno in cui accettò la sconfitta, si buttò con la stessa pulsione in un'altra battaglia non meno disperata: quella volta a regalare a Eluana il finale di partita che lei avrebbe voluto. Degno di un essere umano.

Credo che questa pulsione abbia un nome preciso: amore. Non egoismo, non disinteresse, non voglia sbrigativa di liberarsi di un peso, non senso di onnipotenza, non paura. Amore. La capacità  di assumersi una responsabilità  terribile fino in fondo, in nome e per conto di chi quella responsabilità  non era più in condizione di esercitarla e che, ironia della sorte, sopravviveva solo grazie a quella tecnologia che proprio i teorici della vita-a-ogni-costo considerano spesso la nemica della morale.

La nuova battaglia del signor Englaro è durata fino a ieri sera. In assenza di una legge in materia, di sua figlia hanno parlato tutti, dai preti ai politici, dai medici ai giornalisti. Ma l'ultima parola, come è giusto che sia in uno Stato di diritto che confina col Vaticano ma non ne fa più parte da oltre un secolo, è toccata alla magistratura suprema: la Corte di Cassazione. Li hanno chiamati giudici arroganti, perché si sono «arrogati» una decisione sul destino di Eluana. Ma come dovremmo chiamare le istituzioni lombarde che non intendono eseguire nelle loro strutture sanitarie una sentenza della Repubblica italiana? E i politici che, agitando lo spettro di un'eutanasia generalizzata, ritardano da anni una legge sul testamento biologico che consenta almeno a chi si trova nelle condizioni di Eluana - nessuna possibilità  di miglioramento, volontà  manifesta del paziente - di disporre liberamente del proprio destino?

Fulcrum
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Al padre e solo a lui aspetta questa decisione .
Ultima modifica di Fulcrum il mer giu 02, 2010 2:11 pm, modificato 1 volta in totale.
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Luigi
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Primo fatto, non sono i cattivissimi preti a non lasciare in pace questa poveretta. Sono coloro che la vogliono terminare a farlo.
Va bene l'irrealtà  di questi tempi nuovi, per cui si ritiene vero ciò che si pensa o si desidera (o che dice la TV), ma a tutto c'è un limite.

Secondo fatto, finchè il cuore batte c'è vita. Possiamo chiamarla come vogliamo, ma è vita.
Allora è chiarissimo il motivo per cui le armate radical-nichiliste debbano vincere questa battaglia: perchè poi sarà  finalmente possibile ammazzare vecchi e invalidi, sotto l'alto patronato di certi luminari della sienza e come auspicato da molti illuminati della cultura e della politica.
Finchè non si comprende che - come già  avvenuto con divorzio e aborto - il caso pietoso è solo il grimaldello per le menti rintronate dal clangore mediatico, non si potrà  iniziare a comprendere gli scopi di fondo di questa gente.

Terzo fatto, non mi risulta che fra le prerogative della patria potestà  esista quella di decidere della vita o della morte dei propri figli, almeno se già  nati (come noto nel grembo delle madri i figli si possono sterminare a milioni con la paterna benedizione dello Stato).

Quarto fatto, se non sappiamo cosa prova questa donna mi sembra quanto meno precipitoso lasciarla morire, tanto più se dietro decisione di un tribunale (è già  capitato che fossero tribunali e "giudici plebei" a decidere chi sia essere umano e chi invece, di volta in volta, debba essere retrocesso al grado di subumano, ebreo, feto, nemico del popolo, papista, vegetale. Ci hanno riempito fosse a milioni, così).

Quinto fatto, non si tratta di eutanasia. È qualcosa di ancora peggiore. Almeno per l'eutanasia ci vuole qualcuno che abbia non dico il coraggio, ma almeno il fegato di uccidere. Qui ci si limita a sospendere l'alimentazione; a seguire un paio di settimane di agonia (naturalmente anestetizzate, come lo sono gli espiantati di organi: sono tutti morti, a parole - non certo le loro - e tutti insensibili, ma chissà  perchè vengono sedati...).

Sesto fatto, la pedofilia di taluni chierici non ha nulla a che fare con questo tema. E in ogni caso due torti non fanno una ragione.
Naturalmente mi riferisco ai veri e provati casi di questo turpe peccato, non alle accurate finzioni che escono nei momenti opportuni e per ovvi scopi.

Settimo fatto, Santa Romana Chiesa è mater et magistra. Non ci si deve meravigliare del fatto che compia il suo dovere, quanto di come ultimamente i suoi componenti lo facciano così raramente, così disordinatamente, così settorialmente, così svogliatamente. Anzi, è già  gravissimo che essi accettino di dialogare, riconoscendo così una dignità  alla menzogna.

Questi i fatti, contro i quali notoriamente non si danno argomenti.
Veniamo ora alle opinioni.

Personalmente ritengo che se uno teme una simile fine, dovrebbe acquistare una pistola e spararsi. Oppure infilarsi in auto con un tubo collegato alla marmitta. Lasciare ad altri il macigno di ucciderci mi pare qualcosa di talmente abietto ed egoista che perfino io non me la sentirei di farlo (questo per sottolineare che non voglio minimamente fare il moralista e impartire lezioncine pedanti).
E rimane la solita domanda: perchè se a fare queste cose sono i Mengele esse diventano il Male Assoluto, e se le compiamo noi sono la civiltà  e il progresso?

Tutto ciò sine ira et studio. E anche per difendere la mia reputazione, anche virtuale, di antipatico, brutto e cattivo (non solo dal vero come sostengono taluni parmigiani).
Concludo con la frase immortale di Tucidide posta in apertura a "Centomila gavette di ghiaccio", che da sola racchiude tutta la profondità  dell'abisso nel quale siamo precipitati:

"Il male non è solo di chi lo fa: è anche di chi, potendo impedire che lo si faccia, non lo impedisce."

Mandi.
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belpietro
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

della chiesa, essendone del tutto estraneo, mi preoccupo molto poco.
del padre vigliacco, men che meno.


provo dispiacere per quella povera ragazza, prima di tutto per come è ridotta e perché ha perso la sua vita dai 17 anni in poi; secondo perché si trova tra la alternativa di vivere in quel modo e quella di morire per disidratazione.
cosa che una pietosa "bella morte", con una rapida e non dolorosa iniezione, avrebbe potuto procurare
lontano dal can-can


invece di pensare a tante alchimìe giuridiche sui "testamenti di vita", sarebbe bello che si pensasse a una elementare esimente per chi agisce mosso dall'amore per un suo caro.
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Federico
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Aggiungo al post di Luigi, che condivido parola per parola, una domanda retorica che intenderei aggiungere alla sua "lista" come ottavo fatto (così facciamo un numero un po' più carino...):

Da quando in qua cibo e acqua (a quando l'aria?) sono diventate cure mediche?

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Roby
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Antonio, mi puoi spiegare perchè, secondo te, il padre è un vigliacco? Non ho colto bene la frase.

Luigi,
ti rispondo punto per punto.

Primo fatto: non ho detto che i preti sono cattivissimi, e non ho detto che sono solo loro a non lasciarla in pace. In senso generale, la stanno tormentando tutti. Sia chi è per il sì, sia chi è per il no.
Secondo fatto: io ho esposto la mia opinione personale, e le mie opinioni in materie così delicate variano da caso a caso. Se sono d'accordo a far terminare la "vita" della Englaro, non vuol dire che io sia totalmente a favore dell'eutanasia, e lo stesso vale al contrario.
Terzo fatto: Concordo con te, tecnicamente un genitore non ha il diritto di decisione sulla vita e sulla morte dei propri figli. Anzi, non ce l'avrebbe proprio nessuno. Non mi esprimo sulla questione aborto, ho un mio parere preciso ma non è ciò di cui stiamo parlando qui ed eventualmente possiamo aprire un altro topic.
Quarto fatto: La parola "precipitoso" non mi sembra corretta, in fondo la ragazza è in questo stato da 16 anni, non dall'altro ieri. Hai ragione però ad affermare che non deve essere un giudice a decidere se e come deve morire; come per il punto precedente, non ce l'avrebbe proprio nessuno. Ma un conto è un giudice, un conto è un padre, che da 16 anni vede sua figlia addormentata...
Quinto fatto: Hai ragione, non si tratta di eutanasia, si tratta praticamente di morte d'inedia. Al di là  di chi è favorevole o contrario, personalmente una iniezione avrebbe evitato molte polemiche, e già  ce ne sono troppe.
Sesto fatto: Grazie, so alla perfezione che la pedofilia non c'entra nulla con questo tema. Non ho nemmeno detto che due torti fanno una ragione. Ho solo esposto un esempio per chiarire che quello che fa o dice la chiesa non è legge e non dee essere preso per oro colato.
Settimo fatto: Chiesa mater et magistra, va benissimo. Ma se per esempio la Chiesa CRISTIANA mi dice di non praticare l'eutanasia su Eluana Englaro e io, Beppino Englaro che voglio porre fine alle sofferenze di mia figlia NON SONO cristiano, devo per forza stare a ciò che mi dice una Chiesa in cui non credo, o in cui ho perso le speranze?

Scusa, non ho capito la frase "se uno teme una simile fine, dovrebbe acquistare una pistola e spararsi". Intendi dire che se una persona afferma che semmai le capita una cosa simile nella vita non vorrà  essere mantenuta in vita deve già  spararsi adesso perchè per questa persona la vita conta probabilmente poco?

Come ripeto, siamo qua per esporre le nostre diverse opinioni e mi va benissimo che molti ce l'abbiano diversa dalla mia, ma se provassimo a stare non dico 16 anni ma 16 giorni con occhi e orecchie tappate, immobili, alimentati da un sondino, avremmo tanta voglia di rimanere così?

Ps. Non conosco la tua reputazione di "antipatico, brutto e cattivo", penso solo che hai delle idee diverse dalle mie. Ed è meglio così, se tutti avessimo idee uguali i forum cosa esisterebbero a fare? :D pace e bene, seppur con idee diverse.

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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Luigi ha scritto:
Personalmente ritengo che se uno teme una simile fine, dovrebbe acquistare una pistola e spararsi. Oppure infilarsi in auto con un tubo collegato alla marmitta. Lasciare ad altri il macigno di ucciderci mi pare qualcosa di talmente abietto ed egoista che perfino io non me la sentirei di farlo (questo per sottolineare che non voglio minimamente fare il moralista e impartire lezioncine pedanti).

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Sè voi foste in quelle condizioni vorreste continuare a vivere in quel modo ?
Ultima modifica di Fulcrum il mer giu 02, 2010 2:12 pm, modificato 1 volta in totale.
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Mah. Io non me la sento.
Non me la sento ne di sostenerlo, ne tantomeno di condannarlo.
E' una situazione molto più grande di 4 chiacchere.
Io non auguro a nessuno, e sottolineo nessuno, di trovarsi nei panni di quel povero padre.

Poi purtroppo il caso viene sfruttato. Sia dagli uni che dagli altri.
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

La nostra coscenza ha molte sfacettature e non è il caso di uniformarle ma credo fermamente che appunto ognuno abbia la sua e ognuno debba decidere per sè.
I preti non sono nè buoni nè cattivi ma come tutti però non dovrebbero intromettersi troppo nel vietare a qualcuno di perseguire la propria volontà  anche perchè se io non sono cattolico una legge deve tutelare anche me senza vedere le mie azioni nell'ottica cristiana.
Perchè dovrebbero impedirmi di stilare il mio testamento biologico? Perchè visto che sostengono che si debba mantenere un corpo in stato vegetativo non li ospitano a gratis nelle case di cura vaticane? E invece no...
Pensando di poter essere ferito, magari una bella raffica alla spina dorsale mentre scappo a gambe levate dai talebani, preferirei che se le mie condizioni fossero molto proibitive non mi si tenesse forzatamente in vita, che la natura facesse il suo corso.
Ripeto, io ho conosciuto Don Pino Puglisi quindi di preti buoni ne ho visto la punta di diamante, però percepisco el contaddizioni di chi di una fede ha fatto uno stato.
se il destino è contro di noi... peggio per lui!!!
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

per favore BASTA non ne posso più di questa storia! che muoia o che viva lasciatela in pace!
Ultima modifica di cavalli il mer nov 19, 2008 4:52 pm, modificato 1 volta in totale.
La Max Trid.
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Roby
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Tanto per citarne un'altra:

Suora vuole testamento biologico
Genova, "per me niente accanimento"

Suscitano scalpore le dichiarazioni di una suora 74enne di Genova sul testamento biologico. "Ho chiesto alle mie consorelle di non accanirsi terapeuticamente su di me nel caso mi sentissi male". Parole pesanti, destinate a riattizzare il fuoco delle polemiche seguite alla sentenza su Eluana Englaro. Suor Ildefonsa le ha confidate ai cronisti del Secolo XIX e del Corriere del Sera, sottolinenado però: "Io comunque sono con la Chiesa".

"Non ho fatto una richiesta formale di testamento biologico", dice la suora il giorno dopo l'interviste, cercando di smussare i toni apparsi sui quotidiani. "Ma ho detto alle mie consorelle con le quali vivo ogni giorno che se mi trovassi in gravi condizioni non facciano su di me accanimento terapeutico, che mi lascino andare".

"Che mi lascino andare - sottolinea suor Ilde - sulla base dei consigli medici e secondo le direttive della Chiesa, cosi' come aveva chiesto Papa Giovanni Paolo II alla fine della sua vita. Ma sempre seguendo le prescrizioni della Chiesa perche' mi sento dentro nella congregazione piu' che nei miei abiti''. La religiosa spiega che il suo convincimento di non voler essere sottoposta ad accanimento terapeutico deriva dai lunghi anni di esperienza accanto a malati in coma da lungo tempo.

Una storia su tutte pare avere condizionato il pensiero della religiosa. "Una sorella è stata male e si è accasciata a terra nel cortile, aveva avuto un ictus. E' rimasta intubata, attaccata alle macchine quasi tre mesi e io ho sofferto tanto vedendola in quello stato". "Poi una notte mi hanno chiamato, aveva un febbrone ed è finita. Io ho pensato: non voglio essere attaccata alle macchine, non voglio che la fine sia così. Perché prolungare la sofferenza per sé e per gli altri?".

Ciao.
Roby

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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Roby ha scritto:Tanto per citarne un'altra:

Suora vuole testamento biologico
Genova, "per me niente accanimento"

Suscitano scalpore le dichiarazioni di una suora 74enne di Genova sul testamento biologico. "Ho chiesto alle mie consorelle di non accanirsi terapeuticamente su di me nel caso mi sentissi male". Parole pesanti, destinate a riattizzare il fuoco delle polemiche seguite alla sentenza su Eluana Englaro. Suor Ildefonsa le ha confidate ai cronisti del Secolo XIX e del Corriere del Sera, sottolinenado però: "Io comunque sono con la Chiesa".

"Non ho fatto una richiesta formale di testamento biologico", dice la suora il giorno dopo l'interviste, cercando di smussare i toni apparsi sui quotidiani. "Ma ho detto alle mie consorelle con le quali vivo ogni giorno che se mi trovassi in gravi condizioni non facciano su di me accanimento terapeutico, che mi lascino andare".

"Che mi lascino andare - sottolinea suor Ilde - sulla base dei consigli medici e secondo le direttive della Chiesa, cosi' come aveva chiesto Papa Giovanni Paolo II alla fine della sua vita. Ma sempre seguendo le prescrizioni della Chiesa perche' mi sento dentro nella congregazione piu' che nei miei abiti''. La religiosa spiega che il suo convincimento di non voler essere sottoposta ad accanimento terapeutico deriva dai lunghi anni di esperienza accanto a malati in coma da lungo tempo.

Una storia su tutte pare avere condizionato il pensiero della religiosa. "Una sorella è stata male e si è accasciata a terra nel cortile, aveva avuto un ictus. E' rimasta intubata, attaccata alle macchine quasi tre mesi e io ho sofferto tanto vedendola in quello stato". "Poi una notte mi hanno chiamato, aveva un febbrone ed è finita. Io ho pensato: non voglio essere attaccata alle macchine, non voglio che la fine sia così. Perché prolungare la sofferenza per sé e per gli altri?".

Ciao.
La mia domanda di prima si ripropone: acqua e cibo sono terapia medica?

Vado più in là : attenzione a dire "la vita è mia e ne faccio ciò che voglio". E' la cosa più pericolosa che si possa dire. Perchè se si sottopone la vita alla volontà , si entra ipso facto nel contingente. E nel democratico.

Ora: e se democraticamente si decidesse che acqua e cibo sono terapia medica, riuscite ad intuirne le conseguenze? O se democraticamente si decidesse che chi soffre di patologia x non deve essere fatto soffrire ma aiutato ad andarsene, anche contro la sua volontà ? Perchè e quest'ultima cosa che, ad esempio in Olanda, si sta facendo strada, tra l'indifferenza dei più.

Cordiali saluti
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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Federico,
acqua e cibo non sono terapia medica, e non lo sono nemmeno in questo caso, secondo me.
Infatti non si parla di "curare" la Englaro, in quanto cura non c'è. Si parla di tenerla in vita, e tecnicamente per quanto sia tenuta in una struttura ospedaliera o simile, nel caso non c'è niente di medico, tranne il fatto accertato che lei non potrà  risvegliarsi.
O se democraticamente si decidesse che chi soffre di patologia x non deve essere fatto soffrire ma aiutato ad andarsene, anche contro la sua volontà ?
Trovo difficile che si possa decidere che chi soffre di patologia X debba essere costretto ad andarsene a morire in Olanda o cose del genere. In quel caso faremmo diventare l'eutanasia non un diritto, ma un obbligo contro la volontà , a quel punto dovremmo affrontare il problema contrario...
Roby

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Re: Quando la lasceranno in pace?...

Roby ha scritto:Federico,
acqua e cibo non sono terapia medica, e non lo sono nemmeno in questo caso, secondo me.
Infatti non si parla di "curare" la Englaro, in quanto cura non c'è. Si parla di tenerla in vita, e tecnicamente per quanto sia tenuta in una struttura ospedaliera o simile, nel caso non c'è niente di medico, tranne il fatto accertato che lei non potrà  risvegliarsi.
O se democraticamente si decidesse che chi soffre di patologia x non deve essere fatto soffrire ma aiutato ad andarsene, anche contro la sua volontà ?
Trovo difficile che si possa decidere che chi soffre di patologia X debba essere costretto ad andarsene a morire in Olanda o cose del genere. In quel caso faremmo diventare l'eutanasia non un diritto, ma un obbligo contro la volontà , a quel punto dovremmo affrontare il problema contrario...
No: si parla di evitare accanimento terapeutico. E' una delle motivazioni addotte in questo caso. Quindi per evitare l'accanimento terapeutico si tolgono acqua e cibo, cioè le "medicine" somministrate.

Difficile, trovi? Fai un giretto su internet e troverai che in Olanda, dove sono MOLTO più avanti di noi in questo campo, si discute serissimamente l'istituzione di una commissione a cui demandare decisioni di questo tipo. Esempio: il bimbo è nato con patologia x. Secondo la commissione egli avra scarsissime possibilità  di vivere una vita "umanamente degna" (citazione) e "ragionevolmente felice" (idem). Per cui la commissione decide, per il suo bene e non farlo soffrire inutilmente, di praticargli l'eutanasia. Anche contro la volontà  dei genitori.

Non stupirtene: imboccata la strada de "la vita è mia e me la gestisco io", questo è solo uno dei potenziali risultati. E' pura logica: se la vita è un bene privato, esisterà  per forza di cose un bene ad esso superiore. Un po' come una casa di privata proprietà  posta sul tracciato di una erigenda ferrovia: nessuno si scandalizza che essa venga espropriata, dietro indennizzo, dato che il bene comune è superiore a quello privato e personale, no?

Tu dici: dovremmo afrontare il problema contrario. Ovvio che sì: io preferirei evitarlo. E l'unico modo che vedo è di NON considerare la vita come un bene privato. Anche perchè la storia è piena di esempi di commissioni umanitarie di questo tipo: hanno riempito fosse comuni di milioni di cadaveri.

Ciao
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