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Roby
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Roby

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Federico
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Luigi ha scritto:Qualcuno è così gentile da tentare di spiegarmi cosa siano i cosiddetti "Tremonti-bonds"?
Merci beaucoup.

Mandi.
Luigi
Oltre al link di Roby, goditi questo : http://www.universocoop.it/codice/art_2346.html, in particolare il comma 6.

Tremonti ha dovuto mollare. Difatti ha detto che questo non è lo strumento che aveva in mente. Ma questo è il massimo che si può fare restando nel placet (obbligatorio) della CEE.

Se vi ricordate mesi il nostro Ministro parlava di entrare nel capitale delle Banche, in qualche modo. Il motivo? Semplice: se io ti dò dei soldi, voglio anche vedere come e dove li usi.

Ovviamente questo è del tutto improponibile pei banchieri, che a livello europeo (e non solo) contano tanto da influenzare le direttive comunitarie molto più di un governo qualsiasi.

In parole povere la banca chiede un prestito allo stato. Lo fa sotto la forma di una emissione obbligazionaria di tipo speciale (cioè normata apposta per loro) che il Governo sottoscrive. Il tasso di interesse è molto: dal 7,5 all'8,5 %. Come vedi al link che ti ho dato, non si tratta di obbligazioni vere e proprie: sono piuttosto delle azioni depotenziate. "Strumenti", se vuoi.

Quindi, se non ho capito male, e se veramente si tratta di quanto previsto dall'Art 2346 comma 6 del cc, le somme elargite vanno nel capitale e non nei debiti.

Ma si tratta di azioni "sfigate": in caso di liquidazione dell'azienda, sono le ultime ad essere rimborsate. Il pagamento degli interessi è poi da macchietta (ed è qui, secondo me, che sopratutto Tremonti non manda giù il boccone): se quest'anno la banca non ha i conto così in ordine da consentire il pagamento degli interessi, essi passano in fanteria e tant'è. Mica si accumulano, scompaiono. Bello eh?

Tutto sommato, da quello che ho capito, la manovra non è malissimo, ma ha dei punti che si sono dovuti inserire per forza pena la non concordanza con le direttive CEE. Positivo è che non è a pioggia (ad un certo punto si era parlato proprio di questo: dare x miliardi di euri alle banche, e tant'è) ma la banca deve pubblicamente sputtanarsi e chiederli. Poi ci sarebbe che chi chiede questi danari deve prestare soldi alle imprese, all'economia reale. Cosa che - fatto inaudito e fonte di commenti scandalizzati un po' ovunque - sulla sorveglianza affinché i soldi arrivino alle imprese da parte del sistema bancario vigileranno le Prefetture e cioè il Governo, cioè i politici, cioè il Popolo. Difatti il Dragone si è molto lamentato di questo, anche in modo sprezzante. Inoltre ci sarà , per le banche aiutate, una sorta di moratoria sui bonus e benefit ai manager.

Temo che queste norme verranno cassate quanto prima...

Per ora col cappello in mano si è presentata Banca Popolare (che deve chiudere, finalmente, lo scandalo Italease). Prossima Unicredit, che farà  il doppio colpo: un po' li prenderà  coi Tremonti bonds, un po' dal Fondo Monetario Internazionale, a copertura delle perdite che definire astronomiche è fare un complimento. La sua controllata Bank of Austria è esposta all'est europeo per cifre inimmaginabili, circa la metà  del PIL austriaco... tutte politiche del credito decise da Profumo, che - ne sono certo - non perderà  il posto nè un centesimo della, mi pare, dozzina di milioni di euri annui che intasca. Poi dovrebbe arrivare Intesa Sanpaolo.

Vedete la classifica: la prima è la più grande Banca Popolare (cioè una società  cooperativa), messa col c**o per terra da Italease, che si è ritrovata in casa nel giro di acquisizioni degli ultimi anni. Poi Profumo. Poi Intesa Sanpaolo, che di certo qualche magagna in pancia ce l'ha.

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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Messa in soldoni: alla fine si salvano le banche coi soldi dello Stato - cioè nostri, quelli stessi che industria, agricoltura e artigianato dicono di non aver ancora visto - però con ben poca capacità  di controllo in ritorno, e anche quella poca probabilmente destinata a mancare.
Ho capito male?

Intanto si scopre - a modo di acqua calda - come la criminalità  organizzata sia entrata nel vastissimo mondo delle opere edili e civili anche nel Nord.
Poi uno pensa male del "piano casa".

Mandi.
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P.S.: nell'elenco fatto nell'articolo segnalato da Roby c'è anche il Credito Valtellinese :--""
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Luigi ha scritto:Messa in soldoni: alla fine si salvano le banche coi soldi dello Stato - cioè nostri, quelli stessi che industria, agricoltura e artigianato dicono di non aver ancora visto - però con ben poca capacità  di controllo in ritorno, e anche quella poca probabilmente destinata a mancare.
Ho capito male?

Intanto si scopre - a modo di acqua calda - come la criminalità  organizzata sia entrata nel vastissimo mondo delle opere edili e civili anche nel Nord.
Poi uno pensa male del "piano casa".


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P.S.: nell'elenco fatto nell'articolo segnalato da Roby c'è anche il Credito Valtellinese :--""

In soldoni direi di sì, sebbene la cosa sia ancora piuttosto nebulosa. L'unico controllo esterno previsto è, ca va sans dire, pesantemente osteggiato dalle banche.

Il piano casa potrebbe anche non essere male. Ma il problema vero, di fondo, alla base di tutto è che:

gh'è minga de danè, come dicono a Milano. Tremonti, secondo me facendo molto bene, ha blindato i saldi delle finanziarie relative al triennio 2009-2011. Cosa che, ora, se da un lato crea, eufemismo, una certa penuria di fondi, dall'altro mette sicurezza, poca magari, ma la mette, a livello internazionale sulla capacità  del nostro Paese di ripagare il debito. Il che significa che la speculazione, per ora, sui nostri BOT e CCT non si è scatenata più di tanto, innescando quel giro perverso secondo cui se i CDS sui BOT costano "tanto" significa che i BOT non sono sicuri e quindi non si comprano, nemmeno se il tasso offerto allettante (emblematico il caso California. La Goldman Sachs ha collaborato col governo californiano per ristrutturare il debito e piazzare i relativi bond da un lato, mentre dall'altro scommetteva pesantemente contro allo Stato della California sui mecati dei CDS. Così facendo ha reso inappetibili i Bond che essa stessa aveva studiato, nessuno o pochi li hanno comperati e la California è, conseguentemente, praticamente al default e quindi quasi-fallita). Nell'ultima asta di BOT la domanda per gli stessi ha grandemente, ancora una volta, superato l'offerta. Consentendo al Tesoro di contrattare tassi sotto all'1% annuo, risultato ottimo (dal punto di vista del bilancio dello Stato, che vede calare la spesa per interessi, a parità  di capitale richiesto).

PS: E' vero, c'è pure il Valtellinese. Però, devo dire, che il comportamento di quella banca, rispetto ad altre (Unicredit ad esempio) è direi non confrontabile (paragonando le nostre esperienze con altri qui in giro). Va anche detto che, stando a ciò che mi dicevano i funzionari del Valtellinese, la banca fatica non poco a trovare funding, anche solo per l'overnight, sui mercati tradizionali (Londra) negli ultimi mesi. Là  i soldi non ci sono più. Infatti, per risolvere il problema, ha posto nei mesi scorsi non poche emissioni obbligazionarie (pure e semplici. Io di emissioni di roba strana e strutturata non ne ho viste) piuttosto interessanti, emissioni tutte andate esaurite in poco tempo. Ha poi comperato da poco un'altra popolare, nelle Marche (oltre a buona parte della rete ex Sanintesa in Piemonte, che la neo megabanca ha dovuto alienare per motivi di antitrust). E, ultima cosa, piccola battuta, Tremonti è di Sondrio (e suo fratello ha la farmacia storica della città , proprio di fronte alla sede della banca...e della popolare di Sondrio :-). A proposito: Valtellinese = Preti; Popolare di Sondrio = Grembiulini, stando alla vox populi :-) ).

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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Federico ha scritto:Il piano casa potrebbe anche non essere male. Ma il problema vero, di fondo, alla base di tutto è che:
gh'è minga de danè, come dicono a Milano.
Naturalmente questa è stata la prima critica che ho pensato, anche perchè è una critica che stronca la questione.
Chi ha la possibilità  finanziaria di buttar giù una casa per ricostruirla non ha bisogno di qualche semplificazione burocratica.
Il problema è che molti fra coloro che adesso hanno tali possibilità  puzzano, se mi è consentito il francesismo.
Ancor più nelle zone sedicenti virtuose amministrate dalla sovversione di sinistra, che è l'ultima - ma proprio l'ultima - che può permettersi su questo tema di fare le pulci alla sovversione di destra.
È facile eliminare l'abusivismo, basta autorizzare tutto e si è a posto.

Poi però sono venute altre due critiche.
La prima: per alleviare gli effetti ancora iniziali di una crisi causata anche dalla speculazione e sovrapproduzione immobiliare, che si fa? Ancora mattone! Le famose buche di Keynes mi parevano un'idea migliore. Almeno, una volta riempite, la situazione tornava quella di prima. Quando hai allargato la casa del 20% non è così.

E poi, più importante, è proprio la visione di fondo che non mi convince. Poichè ormai i consumatori non consumano abbastanza in fretta, ecco l'incentivo: prima per le auto, poi per gli elettrodomestici, ora la casa.
I bisogni fondamentali, per l'uomo, sono tre: cibo, vestiti, e un tetto sulla testa. Fine. Le altre cose - sport, benessere, televisione, tecnologia e quant'altro - sono invenzioni per ridurlo in schiavitù.
Soddisfatti le necessità  basilari, il resto deve essere ad excelsa tendo.
Perchè questa è la natura dell'uomo.

Per cui mi dispiace per quello che ci attende, ma ce lo siamo meritati.
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Tra poco devo fare una telefonata assassina ad una banca.

Ho un Cliente di lungo corso, solidissimo, che ci ha comprato vari macchinari per una cifra che supera il milione di 'euri'.
Il Cliente ha firmato il finanziamento presso questa banca, a gennaio. La banca ci ha comunicato che il finanziamento è staco concesso,
ma fino ad oggi non ci è arrivato nulla di ufficiale, nessun acconto, nessun contratto firmato.
Il Cliente mi sta tampinando per avere i piani di fondazione etc etc, ma dovendo coinvolgere parecchi fornitori, dovendo distribuire acconti
per qualche centinaia di migliaia di euro, vorrei avere un pezzo di carta con una firma.

A questo punto la banca deve prendersi la responsabilità  di bloccare i lavori, perchè ad oggi pare che sia il sottoscritto che non vuole
procedere.
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Vero. E poi, sempre a proposito della critica prima, cioè i danè, le banche forniranno i mutui per finanziare quel 20% in più di volumetria che si può aggiungere alla casa? Secondo Lorenzo Bellincini (Cresme: ci ho lavorato insieme una decina d'anni fa e i loro studi sono - cioè erano - molto attendibili) si tratta di investimenti dall'ammontare ipotizzabile in una forbice tra i 35.000 e i 60.000 euro. Non tanti a ben vedere. Certo che se il 10% degli "aventi diritto" (la metà  delle abitazioni private italiane sono casette mono/bifamliari) lo facesse la stima è un giro d'affari superiore ai 50 miliardi di euri. Mica poco. Se poi per questi lavori si troverà  un escamotage fiscale tipo quello delle ristrutturazioni, che ha sortito l'effetto di aumentare considerevolmente il gettito fiscale proveniente da questa branca dell'economia, il cerchio sarebbe completo. Ma hai visto quanto e come i banchieri si stanno stracciando le vesti contro all'idea che lo Stato, attraverso i Prefetti, possa controllare il flusso dei crediti. Non solo: Draghi ieri, in audizione alla commissione finanza (o tesoro? Non ricordo) è andato oltre e interpretando come meglio gli aggrada l'interferenza (secondo lui) dei Prefetti ha detto chiaro e tondo: no al controllo politico delle banche.

Porca miseria: sono soldi nostri quelli dei Tremonti bonds. Vengono dalle nostre tasse, potrà  il governo controllare come vengono usati? Ma il loro (delle banche) no è ben comprensibile (e spero che lo ripetano a più non posso, così magari la gente capirà ): in realtà  i soldi sono loro, delle banche. Sono loro che li hanno creati in principio, poi trasmessi attraverso catene di prestiti (e non cessioni) per cui hanno ben ragione, dal loro punto di vista, le banche: dateceli, è roba nostra, e mutismo e rassegnazione...

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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Hellis ha scritto:Tra poco devo fare una telefonata assassina ad una banca.

Ho un Cliente di lungo corso, solidissimo, che ci ha comprato vari macchinari per una cifra che supera il milione di 'euri'.
Il Cliente ha firmato il finanziamento presso questa banca, a gennaio. La banca ci ha comunicato che il finanziamento è staco concesso,
ma fino ad oggi non ci è arrivato nulla di ufficiale, nessun acconto, nessun contratto firmato.
Il Cliente mi sta tampinando per avere i piani di fondazione etc etc, ma dovendo coinvolgere parecchi fornitori, dovendo distribuire acconti
per qualche centinaia di migliaia di euro, vorrei avere un pezzo di carta con una firma.

A questo punto la banca deve prendersi la responsabilità  di bloccare i lavori, perchè ad oggi pare che sia il sottoscritto che non vuole
procedere.
Io faccio il tifo per voi, roba da curva del calcio (anche se sei un rugbista).

Domanda (per capire la situazione): voi fornite anche i mezzi finanziari, o assistenza per gli stessi, ai vostri clienti per la regolazione economica delle vostre vendite? Tipo (in soldoni) un concessionario di auto che oltre alle auto può proporre vari tipi di finanziamento (sia della finanziaria della casa che di terzi)? E quindi la banca in questione è più o meno la vostra banca, oppure il finanziamento firmato dal Cliente è tra lui e la sua banca?

Noi abbiamo clienti (moda) nella seguente situazione: alcune lavorazioni sono fatte in Cina. I Cinesi (chiamali scemi) per spedire la merce pretendono una lettera di credito (è già  tanto che non la vogliano prima di iniziare la produzione). Così sono certi che comunque la merce verrà  pagata: basta che vadano alla loro banca con la lettera di credito e la facciano valere. Matematico. Problema: dall'autunno 2008, e ben più drammaticamente nel 2009, le banche (bastardi) italiane, per riequilibrare i conti (i loro conti) non concedono più le lettere di credito. Per cui gli imprenditori italiani non possono far arrivare la merce dalla Cina, e quindi non possono a loro volta consegnare i prodotti finiti ai lro clienti italiani che li avevano già  ordinati. Notate: si tratta di merce potenzialmente già  venduta. Ma le banche dicono niet, niente lettera di credito. Ad aziende che magari da una ventina d'anni lavorano così, si tratta di business perfettamente conosciuti dalle banche stesse, niente di misterioso. Questo è il motivo (tempo freddo a parte) per cui se girate per negozi trovate poca roba primaverile/estiva (o comunque meno dello scorso anno) e se siete in confidenza col negoziante vi sentirete dire che "sono tutti in ritardo con le consegne". Qualcuno, facendo i salti mortali, è riuscito o ad avere la famosa lettera di credito o, ben più difficile, a convincere i cinesi (o l'impresa di un qualunque altro paese estero, perchè questa è la prassi) ad accontentarsi di lettere per importo inferiore. Altri invece non ce l'hanno fatta...

Ora: alcune di queste aziende non fanno prodotti di firma. Non si tratta di, per dire, costumi da bagno che costano al pubblico 300 euro. Si tratta della roba che si trova nei mercati, a meno di 10 euro. Se le banche impediscono a queste aziende di lavorare, e lo fanno consapevolmente, significa che queste aziende rischiano il default. I loro fornitori pure e le banche si troveranno con clienti in sofferenza. Ecco il credit crunch: un siluro che alla fine colpisce chi lo lancia.

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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

No no. La banca se la sceglie sempre il Cliente. A volte l'ordine è fra noi il cliente, a volte come in questo caso, l'ordine ci arriva dalla società  di factoring.
Poi noi diamo assistenza sulla preparazione di tutti i documenti a corredo, ma fondamentalmente la banca se la sceglie il cliente.

In tutto 'sto casino si aggiunge il fatto che potenzialmente abbiamo X Ore di produzione pianificate, quindi dovrei dire di no ad altri clienti che spingono
per assegnarci commesse. Ora se gli dico no, e poi non arriva la risposta della banca? ho tergiversato, preso tempo per qualche mese, ma ora devo sciogliere
l'empasse.
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Hellis ha scritto:No no. La banca se la sceglie sempre il Cliente. A volte l'ordine è fra noi il cliente, a volte come in questo caso, l'ordine ci arriva dalla società  di factoring.
Poi noi diamo assistenza sulla preparazione di tutti i documenti a corredo, ma fondamentalmente la banca se la sceglie il cliente.

In tutto 'sto casino si aggiunge il fatto che potenzialmente abbiamo X Ore di produzione pianificate, quindi dovrei dire di no ad altri clienti che spingono
per assegnarci commesse. Ora se gli dico no, e poi non arriva la risposta della banca? ho tergiversato, preso tempo per qualche mese, ma ora devo sciogliere
l'empasse.
Cioè: il cliente ha bisogno del tuo macchinario. Va dalla sua banca e si fa finanziare l'investimento, magari tramite leasing. La banca dà  l'ok. Poi tutto fermo. Giusto?

Strano. Perchè se la banca e il cliente hanno firmato un contratto di leasing (o locazione operativa o quel che l'è) la vedo dura ritirarsi. Il cliente (sempre che possa farlo, per motivi di opportunità  suoi interni) potrebbe citare la banca per inadempienza.

Certo che sei in un bel busillis. Oggi come oggi la prospettiva di rinunciare a dei lavori, diro no a dei clienti è fantascienza, diamine!

Cantagliele. L'ideale sarebbe che pure vi lavoraste con quella banca e aveste la possibilità  di non fargli vedere più nemmeno un centesimo. E' l'unica cosa che capiscono. Una cosa che odiano pazzescamente è, tipo, mandargli le ricevute per l'incasso (e non per anticiparle), perchè è solo lavoro e niente ciccia, sotto forma di interessi.

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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

mah io di 'ste cose non me ne occupo, ci sono altre persone che seguono la parte finanziaria. Io presento l'offerta, perfeziono il contratto e mi prendo la responsabilità  del cantiere e del successo dell'operazione. Ora il successo sta anche nel rispettare i tempi di consegna, coordinare le attività  in modo tale da raggiungere lo scopo con precisione e senza rifacimenti. Ora siamo al punto in cui sta venendo a mancare il tempo per fare tutto questo, ma per l'azienda l'ordine è ordine quanto c'è un contratto firmato. E possibilmente un acconto.
Il cliente dice di procedere comunque, ma esperienze del passato (non con questo cliente) ci consentono di essere piuttosto rigidi su queste cose.
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Hellis, noi si rimane in trepida attesa :wink:

Federico, ma che dici?
Non sai che il gettito fiscale dipende solo dall'intensità  della lotta all'evasione?
Se, ad esempio, adesso sta diminuendo non è certo per la crisi! :--""

Mandi.
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Allora.

Telefonata molto calma e pacata alla responsabile dell'operazione. Almeno io ero calmo e pacato, lei ad un certo punto ha iniziato ad agitarsi e infine ha chiuso dicendo che non siamo noi i loro clienti.

Detto questo, dopo circa 1 ora mi chiama il Cliente per comunicarmi che la banca gli ha trasmesso a 1/2 fax il contratto perfezionato.
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Hellis ha scritto:Allora.

Telefonata molto calma e pacata alla responsabile dell'operazione. Almeno io ero calmo e pacato, lei ad un certo punto ha iniziato ad agitarsi e infine ha chiuso dicendo che non siamo noi i loro clienti.

Detto questo, dopo circa 1 ora mi chiama il Cliente per comunicarmi che la banca gli ha trasmesso a 1/2 fax il contratto perfezionato.
Clap Clap Clap!

Genio Alpino 1, Banca 0 (:-D) :--""

Molto bravo!

Storiellina correlata: a circa 350 metri in linea d'aria da qui che un'azienda. Produce il tessuto col quale sono fabbricati i famosi costumi da bagno dei record. Quello di Phelps, per interdeci.

Portafoglio ordini 2009 su 2008 = +50%. Dato il prodotto unico, e ricercatissimissimo in tutto il mondo, insoluti zero (pagamento anticipato).

Ovviamente un aumento del giro d'affari del 50% va finanziato. E siccome l'azienda è reduce da una piuttosto pesante ristrutturazione negli scorsi anni, i soci non hanno mezzi propri da investire, o comunque scarsi. Lo scorso anno hanno diminuito l'esposizione con le banche di 5 mio euri (!). Gli affidamenti bancari sono completamente garantiti dai soci o da garanzie reali. In parole povere: le banche non sono "fuori" nemmeno di un centesimo.

Cosa sta succedendo? Che l'azienda sta per mettere in cassa integrazione il personale (che potrebbe lavorare tutto e fare gli straordinari) perchè da qualche parte i soldi per il lavoro in più devono saltare fuori. Con un paio di mesi di CIG recuperano le risorse per pagare il filato grezzo che usano per il tessuto. Poi produrranno il tessuto che è richiesto in tutto il mondo. Le banche, dal canto loro, non intendono concedere fidi in più. Nemmeno sotto forma di anticipo fatture o factoring dei crediti (esigibilissimi). I dipendenti hanno scirtto lettere, ieri, a Corrado Passera che qualche giorno fa aveva fornito la sua email affinchè (dice lui) chi ritenesse di essere maltrattato da SanIntesa lo potesse informare.

Mah...
Art. Federico
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Re: chi ha voglia di parlarne? situazione bancaria

Luigi ha scritto:Hellis, noi si rimane in trepida attesa :wink:

Federico, ma che dici?
Non sai che il gettito fiscale dipende solo dall'intensità  della lotta all'evasione?
Se, ad esempio, adesso sta diminuendo non è certo per la crisi! :--""

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Luigi
Hai ragione. Che stolto che sono... 8)
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