Per quanto possa non essere esaustivo, caro Jolly, mi pare che lo stabilire chi abbia iniziato non sia di scarsa importanza, non fosse che dopo Norimberga condurre una guerra di aggressione dovrebbe essere considerato un crimine, meritevole della forca o comunque di lunghe pene detentive.
E come hai giustamente scritto qualche tempo fa non esistono verità nascoste. Il fondamentale esame delle notizie delle prime ore infatti - prima cioè che il rumore di fondo sviluppato artificialmente iniziasse a coprire i fatti - mostra che anche i media ufficiali ed ufficiosi lo hanno scritto chiaramente: l'attacco è stato georgiano.
http://www.ilsole24ore.com/art/SoleOnLi ... atti.shtml
http://www.time.com/time/world/article/ ... 73,00.html
http://www.stratfor.com/weekly/russo_ge ... ance_power
Naturalmente sei libero di non credere a tali fonti, che non sono certo a me idealmente vicine. Ma osservo che le tue analisi potrebbero tranquillamente applicarsi a molti altri fatti degli ultimi anni. Gli organizzatori dell'11 settembre 2001 erano davvero terroristi di Al-Qaeda, o invece "volontari" americani? E gli occidentali in Iraq e Afghanistan sono davvero i pacificatori neutrali, o una semplice finzione? E se il governo sud-osseto è fantoccio, non lo è anche quello georgiano?
Sulle armi però avevo scritto un'altra cosa. Non è il fatto che provengano da USA e Israele che dà qualche problema, ma che questi due Stati siano poi i primi a chiedere che ai propri nemici la Russia non fornisca aiuti. O gli USA sarebbero felici se centinaia di istruttori russi andassero ufficialmente ad addestrare le truppe venezuelane o iraniane? Anche qui, i consiglieri sovietici no ma quelli "buoni" invece si? Per non discutere il caso in cui armi e soldati ricevute e preparati dai russi ammazzassero una quindicina di soldati stellati...
A riguardo invece delle minoranze etniche di uno Stato, continua ad esistere il caso del Kossovo come precedente.
Se quella georgiana è una semplice operazione di ristabilimento dell'ordine, lo era anche quella della Serbia; e quindi davanti a quella farloccata del tribunale internazionale doveva essere trascinato non Milosevic, ma Clinton e d'Alema. Se invece quella serba era un'aggressione, e così è stata decisamente considerata, ora noi dovremmo aver già spedito i nostri Tornado in missione (rigorosamente difensiva e senza voto del Parlamento) su Tbilisi.
O l'autodeterminazione delle genti è un valore riconosciuto, e allora lo è per tutti, o non lo è. La mia idea personale in proposito è chiara, ma contando come il due di spade con briscola coppe prendo atto che invece l'Occidente liberale e democratico ha in merito lingua biforcuta.
Ecco perchè il riconoscimento del Kossovo da parte italiana è stato un errore gravissimo: come si potrà domani impedire con un minimo di serietà ai sud tirolesi o, perchè no, ai padani e ai siciliani di fare altrettanto se lo volessero? Ed ecco anche spiegato il motivo per cui le élites mondialiste hanno operato per la creazione del diffuso favore verso i localismi.
Non mi risulta che la Russia abbia mai riconosciuto le due repubbliche separatiste, e penso siano chiare le ragioni di tale mancanza.
I due contendenti, però, non sono figli dello stesso padre.
Uno è un soldato che ha ristabilito la dignità della sua Patria, l'altro è un personaggio inventato a tavolino per fare gli interessi di altri (non è un giudizio morale: la macchia cecena rimane, indelebile).
Ecco perchè il primo è avversato in Occidente tanto quanto il secondo è riverito.
Mandi.
Luigi