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Ingrid Betancourt

Mentre noi riflettiamo sui rifiuti, sui ROM, sul Berlusca e altro, nel mondo.............



BOGOTA' - Ingrid Betancourt e altre 14 persone tenute in ostaggio dalle Farc sono state liberate con un blitz dalle forze armate colombiane. Lo ha annunciato il ministro della difesa colombiano Manuel Santos.

Insieme alla franco-colombiana Betancourt, da piu' di sei anni ostaggio delle Forze armate rivoluzionarie della Colombia, sono stati liberati tre cittadini americani e undici soldati colombiani, ha aggiunto Santos.

'OPERAZIONE SCACCO' PER LIBERARLA - Dopo oltre sei anni, è finito oggi il calvario di Ingrid Betancourt: l'esercito colombiano ha liberato l'ex candidata presidenziale Ingrid Betancourt e altri 14 ostaggi in mano alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) - tre americani e undici militari colombiani - in un blitz nella regione meridionale di Guaviare.

Lo ha annunciato il ministro di Difesa, Juan Manuel Santos, in una conferenza stampa a Bogotà , nella quale ha definito il blitz "una operazione senza precedenti, che passerà  alla storia", e al termine della quale ha invitato i giornalisti ad accompagnarlo alla base militare di Tolemaida, dove sono stati portati gli ostaggi liberati, per incontrarli.

Da parte sua, il generale Jaime Padilla de Leon, descrivendo in dettaglio la "Operazione Scacco" con la quale sono stati liberati gli ostaggi, nella stessa conferenza stampa, ha aggiunto che due guerriglieri delle Farc sono stati catturati durante il blitz. L'operazione, ha spiegato, era organizzata in tre fasi: la prima ha consistito nell'individuazione della zona dove gli ostaggi erano trattenuti dalle Farc, nella regione di Guaviare (sud del paese) un "lavoro di intelligence ed infiltrazione" della cupola del gruppo guerrigliero e la seconda nell'operazione di riscatto. La terza fase, ha aggiunto Padilla de Leon, consisteva nel piano alternativo preparato in caso l'operazione di riscatto fallisse, il che non è avvenuto. L'operazione militare è stata definita "brillante" e "un grande successo" dal Dipartimento di Stato americano, che ha sottolineato che Washington "é stato informato prima" sul blitz ma non ha avuto alcun ruolo nel suo svolgimento.

I 14 OSTAGGI LIBERATI - Questa è la lista degli ostaggi in mano alle Forze Armate Rivoluzionarie della Colombia (Farc) liberati oggi nella "Operazione Scacco" lanciata dall'esercito del paese sudamericano. Oltre all'ex candidata alla presidenza della Colombia, Ingrid Betancourt, fra i liberati si trovano i tre cittadini americani Thomas Howes, Marc Gonsalves e Keith Stansell e undici militari colombiani: tenente Juan Carlos Bermejo, sottotenente Raimundo Malagon, sergente José Ricardo Marulanda, caporale William Pérez, sergente Gerardo Romero, caporale José Emiliano Arteaga, caporale Armando Flores, caporale Julio Buitrago, sottotenente Armando Castellanos, tenente Vaimel Rodriguez e caporaleJohn Jairo Durà¡n.


Un scheda da wikipedia:

Ingrid nasce a Bogotà¡. Sua madre, Yolanda Pulecio, è un'ex Miss Colombia e una senatrice eletta dal collegio dei quartieri meridionali della capitale colombiana. Suo padre, Gabriel Betancourt, è stato ministro durante la dittatura del generale Gustavo Rojas Pinilla (1953-1957) e successivamente un diplomatico di stanza all'ambasciata di Parigi, dove Ingrid è cresciuta. Dopo essersi diplomata all'Institut d'à‰tudes Politiques de Paris (noto anche come Sciences Po), sposa un compagno di studi e hanno due figli, Melanie e Lorenzo. Attraverso il matrimonio Ingrid acquisisce anche la cittadinanza francese.

Il marito è un diplomatico francese e questo porta la coppia a vivere in diversi paesi, inclusa la Nuova Zelanda. Dopo l'omicidio di Luis Carlos Galà¡n, candidato alle elezioni presidenziali colombiane con un programma elettorale di lotta al narcotraffico, Ingrid decide di far ritorno in Colombia (1989). Dal 1990 lavora presso il ministero delle finanze, da cui si dimette per intraprendere una carriera politica. Nella sua prima campagna elettorale distribuisce preservativi e presentando la sua candidatura come un "preservativo contro la corruzione". Il collegio sud di Bogotà¡ la elegge, anche grazie all'aiuto della madre, ancora ben conosciuta nei quartieri, che la aiuta nella campagna elettorale.

Viene eletta nella Camera di Rappresentanti nel 1994 e lancia un proprio partito politico, il "Partido Verde Oxà­geno". Durante il suo mandato critica l'amministrazione Samper, accusato di corruzione (caso Galil) e di aver accettato denaro riciclato dai narcotrafficanti durante la propria campagna elettorale. In questo periodo divorzia dal marito francese e si sposa nuovamente, con un colombiano.

Si candida senatrice alle elezioni del 1998 e in quella tornata elettorale raccoglie un numero di voti di preferenza superiore a ogni altro candidato. Riceve minacce di morte, che la spingono, attraverso l'aiuto dell'ex marito, a mandare i figli a vivere in Nuova Zelanda.

Quello stesso anno le elezioni presidenziali vengono vinte da Andrés Pastrana Arango, che ha anche il sostegno della Betancourt. Successivamente lei accuserà  Arango di non aver mantenuto molte delle promesse fatte per ottenerne l'appoggio.

Dopo le elezioni del 1998 Ingrid scrisse un libro di memorie. Non poté essere pubblicato immediatamente in Colombia, uscì dapprima in Francia con il titolo di La rage au cÅ“ur ("La rabbia nel cuore") e successivamente in Spagna, in Colombia e nel mondo latino-americano con il titolo La rabia en el corazà³n e, nel 2002, in inglese col titolo Until Death Do Us Part ("Finché morte non ci separi") mentre in Italia, nello stesso anno venne pubblicato da Sonzogno, col titolo Forse mi uccideranno domani.

Come parte della sua campagna elettorale del 2002 (le elezioni vinte da àlvaro Uribe Vélez), Ingrid volle andare nella zona smilitarizzata di San Vicente del Caguà¡n per incontrarsi con le FARC. Questa decisione non era insolita all'epoca, molti sono stati i personaggi pubblici che hanno approfittato dell'esistenza della zona smilitarizzata - creata da Pastrana per soddisfare una pre-condizione posta dalle FARC a qualsiasi negoziato - per incontrarsi con esponenti delle FARC.

Tuttavia, a tre anni di distanza dalla creazione della zona smilitarizzata e dall'avvio delle trattative, i colloqui di pace tra FARC e governo giunsero a uno stallo. Sin dall'inizio le FARC si rifiutarono di concedere una tregua durante i negoziati stessi, né vollero concedere ispezioni da parte di rappresentanti della comunità  internazionale. Secondo i critici della scelta di Pastrana, la zona smilitarizzata si è trasformata in un'area sicura per le FARC, che vi hanno imposto la loro visione sociale rivoluzionaria comunista.

Nel febbraio 2002 un aereo in volo da Florencia a Bogotà¡ (circa 1000 Km) fu dirottato da membri delle FARC e costretto ad atterrare vicino alla cittadina di Neiva, molti dei passeggeri furono sequestrati, tra cui un membro del Congresso. In conseguenza di ciò, Pastrana annullò le trattative con le FARC e revocò la zona smilitarizzata, accusando le FARC di avere rotto i termini del negoziato e di aver approfittato della zona smilitarizzata per crescere in forza mililtare e organizzazione logistica.

Nel 2002 la Betancourt era candidata alle elezioni presidenziali della Colombia e insieme ad un altro candidato, voleva visitare la zona smilitarizzata nonostante l'interruzione delle trattative e chiese di esservi portata da un aereo militare. Il presidente Pastrana e altri ufficiali rifiutarono la sua richiesta, sostenendo che né il governo né l'esercito colombiano avrebbero potuto garantire la loro sicurezza durante le operazioni militari tese a riprendere il controllo della zona. Inoltre il suo essere candidata era d'ostacolo; soddisfare la sua richiesta avrebbe anche significato che il governo in carica impiegava risorse per sostenere l'interesse politico privato dei due candidati.


Il rapimento [modifica]
Vistasi negare il supporto governativo, Ingrid Betancourt decise di recarsi nella zona smilitarizzata via terra, insieme alla sua candidata-vice Clara Rojas e a un gruppo di persone del suo staff. Il 23 febbraio 2002 fu fermata dall'ultimo posto di blocco militare prima di entrare nell'ex zona smilitarizzata. Gli ufficiali insistettero per convincere il gruppo a non proseguire fino a San Vicente del Caguan, il paese usato come base degli incontri durante le trattative. Il gruppo proseguì il viaggio e la Betancourt venne trattenuta da uomini delle FARC che la tennero in ostaggio.

Il suo nome rimase in lista per le elezioni nonostante il sequestro; raccolse meno dell'1% dei voti.

Nelle prime trattative, le FARC chiesero la formalizzazione di uno scambio di prigionieri: 60 ostaggi politici contro la liberazione di 500 uomini delle FARC detenuti nelle carceri colombiane.

Inizialmente l'amministrazione del neo-eletto presidente Uribe escluse ogni trattativa in assenza di un cessate-il-fuoco preventivo e spinse per un'azione di salvataggio basata sulla forza, ma i parenti di Ingrid e di molti altri ostaggi - tenuto anche conto dell'inaccessibilità  delle regioni montane e forestali dove gli ostaggi sono trattenuti - respinsero decisamente questa opzione temendone un esito infausto, simile all'episodio del sequestro del governatore del dipartimento di Antioquia, Guillermo Gaviria Correo, che le FARC uccisero non appena consapevoli della presenza dell'esercito nella loro zona.

Nell'agosto del 2004, dopo alcune false partenze e di fronte al montare delle proteste dei parenti dei sequestrati, degli ex-presidenti liberali Alfonso Là³pez Michelsen e Ernesto Samper Pizano e dell'opinione pubblica, sempre più convinta dell'opportunità  e della validità  umanitaria dello scambio di prigionieri[1], il governo Uribe sembra ammorbidire le proprie posizioni annunciando di voler porre il 23 luglio alle FARC una proposta formale di liberare 50-60 prigionieri in cambio degli ostaggi politici e militari.

Il governo si sarebbe impegnato a fare la prima mossa, rilasciando i prigionieri condannati per rivolta e concedendo loro di lasciare il paese o di aderire a programmi di reinserimento sociale. Le FARC avrebbero quindi rilasciato gli ostaggi in loro mano, tra cui Ingrid Betancourt. La proposta godeva del pubblico appoggio e del supporto dei governi francese e svizzero. La mossa venne apprezzata da diversi parenti dei sequestrati e da vari personaggi del mondo politico colombiano. Anche molti dei critici, che vi vedevano più una mossa propagandistica di Uribe, giudicarono il piano come praticabile [2] [3].

Le FARC rilasciarono un comunicato il successivo 20 agosto in cui smentivano di essere state contattate in anticipo dal governo svizzero (come il governo colombiano aveva dichiarato). Nella nota auspicavano il raggiungimento di un'intesa apprezzando il fatto che il governo Uribe avesse fatto una proposta, tuttavia criticarono la proposta perché non prevedeva la possibilità  ai prigionieri rilasciati di decidere di tornare a militare nelle file delle FARC [4].

Il 5 settembre successivo la stampa colombiana pubblicò quella che venne considerata una contro-proposta delle FARC. In essa si chiedeva al governo di individuare una zona franca per 72 ore di tregua, in cui i negoziatori governativi e gli ufficiali delle FARC avrebbero potuto incontrarsi faccia a faccia per discutere lo scambio di prigionieri. Il primo giorno sarebbe stato dedicato a raggiungere la località , il secondo alla trattativa ed il terzo all'abbandono dell'area da parte dei guerriglieri. Al governo fu indicata una rosa di possibili località  del Dipartimento di Caquetà¡ - Peà±as Coloradas, El Rosal o La Tuna - in cui l'influenza politica delle FARC è forte e chiara. Qualcuno speculò che le FARC avrebbero potuto minare i terreni o predisporre trappole attorno alle guarnigioni militari locali durante la tregua.

La proposta delle FARC di incontrarsi col governo fu vista molto positivamente da Yolanda Pulecio, la madre di Ingrid, che vi vide un segno di "progresso",[...] "esattamente come il governo può incontrarsi con le forze paramilitari (di estrema destra), può anche incontrarsi con gli altri, che sono terroristi allo stesso modo"[5].

Nel febbraio 2006 vi fu un appello del governo francese ad accettare uno scambio di prigionieri approvato dal governo di Bogotà¡ e liberare i prigionieri trattenuti da meno di sette anni. Il ministro degli esteri francese Philippe Douste-Blazy disse che "era compito delle FARC dimostrare la serietà  delle loro intenzioni di rilasciare l'ex candidata alle presidenziali Ingrid Betancourt e altri detenuti"[6].

In un'intervista con il giornale francese L'Humanité del giugno 2006, Raul Reyes, un leader delle FARC ebbe a dichiarare la Betancourt "sta bene, nei limiti della situazione in cui si trova. Non è facile essere privati della propria libertà "[7]. Nello stesso anno Francesco Guccini le dedica una canzone : La Giungla.

Nel maggio 2007 un poliziotto sequestrato, John Frank Pinchao, è riuscito a fuggire dalla prigionia e ha dichiarato di essere stato detenuto nello stesso campo di prigionia della Betancourt. Ha inoltre visto Clara Rojas, che durante la prigionia ha dato alla luce un figlio, Emmanuel[8].

Nel giugno 2008 il quotidiano italiano l'Unità  l'ha proposta per il Premio Nobel per la Pace[9].

Il 2 luglio 2008 è stata resa nota la notizia della sua liberazione avvenuta per mano di una task force di forze armate colombiane.[10]
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Roby
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Re: Ingrid Betancourt

Riporto l'articolo scritto da Chierici il 16 giugno.

Sono passati sei anni e cento giorni. Da cento giorni la testata dell'Unità  propone ai lettori l'immagine del dolore di Ingrid Betancourt per ricordare il dramma di una donna sepolta nella foresta. Impossibile nasconderla sotto altre notizie. Sei anni e cento giorni, e non è successo niente. Noi dell'Unità  chiediamo un gesto deciso alla comunità  internazionale: il premio Nobel per la Pace può raccogliere attorno a Ingrid intellettuali e politici di ogni colore e tutti gli uomini di buona volontà . Solidarietà  dovuta a una donna che sta affogando nel labirinto delle diplomazie. Soffre per aver creduto nella ragione mentre i protagonisti della violenza usano il suo dolore come merce di scambio.

Ingrid dalla treccia sciolta, sguardo che lo sfinimento sembra rassegnare, è diventata simbolo non solo di una emarginazione insensata, ma dell'impegno civile che impaurisce chi non vuole restituirla alla vita: fantasmi dell'utopia armata, palazzi del potere. Nella lettera uscita dalla foresta fa capire di non essersi arresa. Determinazione che spaventa. Da sola, fuori dal mondo, non rinuncia alla sua guerra di pace contro la guerra delle armi e la stupidità  dei protagonisti della rivoluzione impossibile. Dall'angolo nella quale è rinchiusa la Betancourt rilancia l'utopia che sei anni fa l'ha spinta a giocarsi la libertà . Ma è davvero un'utopia ?

Nella società  delle donne soldato, resta una donna che ascolta la gente. Ripropone l'impegno di migliaia di donne senza nome. Non chiedono la luna, pretendono la dignità  di una esistenza normale per ogni essere umano. Non si è piegata alla prigionia feroce. Scrive con gli occhi dei carcerieri addosso. Eppure non intimidisce. Insiste nel pretendere una società  dove il buon senso prevalga sulle furbizie dei notabili dell'economia e della politica; condanna l'oscurità  medioevale di chi affida alle armi ideologie svanite.

Altre due donne che le somigliano nel coraggio hanno vissuto e continuano a sopportare il dolore dell'esclusione: Aung San Suu Kyi e Rigoberta Menchu. Myanmar e Guatemala, comunismo dogmatico e capitalismo selvaggio.
Il filo che le unisce è l'arroganza militare. Quel Nobel per la Pace ha evitato a Aunga San e a Rigoberta emarginazioni più dolorose delle rinunce che continuano a sopportare. Ha permesso alla semplicità  della loro voce di rianimare speranze che sembravano perdute. Così diverse e così vicine. Come Ingrid, anche Aung San è cresciuta in una famiglia importante. Il padre ucciso dopo avere negoziato l'indipendenza della Birmania dall'Inghilterra. Madre che anima l'eredità  politica; ambasciatrice che le fa respirare la cultura dei grandi paesi. Aung San cresce in India affascinata dall'insegnamento di Gandhi, si laurea ad Oxford, lavora per le Nazioni Unite. Torna in Birmania quando il generale Saw Maung impone il regime militare che ancora soffoca il paese. Non si scoraggia: fonda la Lega Nazionale della Democrazia. La dittatura la teme e le toglie la libertà , ma nel 1990 la Lega di Aung San Suu Kyl vince a sorpresa le elezioni.

Il suo esempio dà  coraggio alla gente, ma i generali non riconoscono il voto. Ecco che il Nobel per la Pace accende i riflettori non solo sulla sua pacifica caparbietà : illumina la tragedia di un paese dimenticato. Gli attentati provano ad eliminarla, come è successo alla Butho. Sopravvive, torna agli arresti domiciliari. Si affaccia fra il filo spinato che circonda la casa; continua a proporre il buon senso della non violenza. Le violenze che la minacciano non ne hanno ammorbidito l'impegno. Nella contrapposizione Cina- Stati Uniti, Washington la protegge ma non riesce a liberarla. Il delirio dei generali che massacrano i bonzi resiste sotto l'ombrello di Pechino.

Rigoberta Menchu è una protagonista molto amata in America Latina ed Europa. L'orazione di Norberto Bobbio ha accompagnato la cittadinanza onoraria di Torino e di altre città  italiane. E' una storia di banale crudeltà . Crudeltà  dei militari guardiani del potere economico che sconvolgono la sua vita. Padre bruciato vivo, madre e fratelli torturati ed uccisi. Persone, non braccia e il latifondo non le sopportava. Vent'anni di governi più o meno in divisa hanno seminato 200 mila morti in Guatemala. L'esercito dei poveri contro l'esercito industriale nutrito dalle multinazionali. Rigoberta non sopporta la rassegnazione dei popoli indiani divisi da lingue ed incomprensioni che affondano nei secoli. Dà  voce ai senza voce. Minacciata, scappa in Messico dove sopravvivono nel limbo affamato i rifugiati della paura, 120 mila indigeni in salvo dai 400 villaggi che i militari hanno bruciato. E' il 1981. Racconta la sua via Crucis e Elisabeth Burgos, sociologa argentina, moglie di Regis Debray. < Mi chiamo Rigoberta Menchu > diventa il libro che le apre la strada al Nobel.

Danielle Mitterand e la Francia socialista prendono a cuore l'impegno di Rigoberta. Col Nobel che la protegge e la signora Mitterand che l'accompagna, torna a casa. Nessun giornale, nessuna Tv del Guatemala democratico ne annunciano l'arrivo. Ma al tam tam dei sentimenti non servono informazioni ufficiali. Milioni di persone l'aspettano nelle strade della capitale. Il pericolo continua. Viaggia con scorte armate. Il frazionamento dei venti popoli Maya esaspera le polemiche che biografie scritte e stampate nell'altra America avvelenano con racconti di ricchezze nascoste e di tradimenti nell'ombra. Invenzioni pagate dalle solite mani. Anche Rigoberta continua a pagare.

I giovani hanno ragione quando rinfacciano ai padri di essere sopravissuti agli anni del benessere. La mancanza di innocenza - per ambizione, disattenzione, pigrizia - insospettisce i rapporti col mondo nuovo che ci cresce attorno. Loro non capiscono, noi ne siamo intimiditi. La lettera scritta da Ingrid nella prigione verde riunisce le generazioni in un messaggio di speranza. Ricominciamo, niente è perduto. Non è la consolazione di una voce tranquilla, ma la voce di una donna che dovrebbe essere disperata. Come Aung San Sun Kyi e Rigoberta Menchu, Ingrid sopravvive nella terra di nessuno. Nessuno dei carcerieri prova a capire le sue verità . Ne sono spaventati. Anche le autorità  che dovrebbero liberarla non sopportano gli esami di coscienza. Perché Ingrid non ha mai misurato le parole sul metro della convenienza personale. Sfidava la società  politica quando era un giovane deputato. Si è impegnata nella difesa dei diritti civili appena è diventata il senatore più votato della Colombia. Non importa il pericolo. Attentati che la sfioravano ad ogni passo.
Deve scappare in Francia per mettere al sicuro i ragazzi. Gli amici di Parigi cercano di trattenerla: donna giovane che vive il secondo matrimonio con l'entusiasmo di chi ha sempre voglia di ricominciare, perché buttarsi via ? Invece Ingrid torna nella sua America per fondare un partito: < Oxigeno >, aria pulita contro la corruzione. Vuole scuotere uomini e donne; non solo borghesia dei quartieri alti ma uomini e donne abbandonate nelle strade dall'emarginazione. Scrive un libro che esorcizza la paura < La rage au coeur >: Sonzogno lo traduce in Italia con un titolo quasi profetico: < Forse mi uccideranno domani >.
Non sopporta che le Farc e ogni altra guerriglia coinvolgano persone innocenti: < Rapire è il delitto più vergognoso. Mai più un rapimento >, slogan che vuole recitare guardando in faccia Tiro Fijio e gli altri della guerriglia. E' diventato il ritornello dello spot girato in Francia e che sta girando il mondo. Ingrid arrabbiata ripete: adesso basta.

Sei anni d'attesa. Quelli che aspettano non smettono di sperare. Yolanda Pulecio, la madre, Astrid la sorella, il marito, l'ex marito, i ragazzi cresciuti mentre lei non c'è, bussano alle porte del potere; Tv e giornali. Il caso ( parola opaca ) coinvolge la politica internazionale un'estate fa quando Chavez si mette d'accordo con Uribe, presidente della Colombia. Ma appena la mediazione imbocca una strada promettente, Uribe rompe il patto con scuse ridicole. Riprova una commissione internazionale guidata da Kirchner, presidente argentino che ha passato la presidenza alla moglie. Per giorni ai margini della foresta aspettano un segno dalla guerriglia, pronti a correre e a rischiare. Ma capiscono che i padroni non gradiscono la loro presenza. Vengono liquidati con un discorso pubblico di Uribe: nessuna interferenza esterna nei problemi colombiani. Allora parte Sarkozy, Ingrid è anche francese. Quando l'aereo ambulanza arriva in un aeroporto colombiano, Reyes, mediatore Farc, viene ucciso in Ecuador da un attacco dei rangers di Bogotà : attraversano il confine dell'Ecuador aprendo una crisi tra i due paesi mentre il presidente oscilla tra le parole di pace e l'invio di nuovi reparti per risolvere militarmente il sequestro di Ingrid ed ogni sequestro. La madre, la sorella, figli e marito non smettono di cercare aiuto, soprattutto fra la gente. Benedetto XVI ha ricevuto Yolanda Pulecio. La Roma di Veltroni consacra Ingrid cittadina onoraria. Tre mila firme e Conferrati replica l'onore a Bologna. Racconti, ore Tv, tanta commozione ma non basta.

Un giornalista può solo ricordare come il premio Nobel abbia salvato le vite ad Aung San e a Rigoberta, ma anche a Perez d'Esquivel, architetto argentino che i militari torturavano. Il Nobel è un faro acceso sugli occhi di tutti: nessuno può fingere di non vedere. Il Nobel potrebbe liberare Ingrid Betancourt per permetterle di ricostruire il progetto di pace che le armi e l'isolamento vogliono impedire. Ma il cammino del Nobel osserva regole da rispettare. Per entrare nello specchio di candidata inconsapevole, almeno cinque protagonisti del Nobel devono sottoscrivere la proposta da presentare a chi decide. Rigoberta è libera e può farlo; chissà  se i militari di Rangoon permetteranno a Aung San di appoggiare con due righe la liberazione della Betancourt.

Rita Levi Montalcini è un'altra donna che ha sofferto il dolore dell'esilio e l'angoscia di una vita sospesa ai passi sconosciuti che si avvicinavano alla sua porta. Ossessione delle legge sulla razza nell'Italia nera dei ragazzi di Salò. Ha fondato nel '98 la sezione italiana della Green Cross International, Ong riconosciuta dalle Nazioni Unite e presieduta da Gorbaciov, altro Nobel.

Un giornalista non è autorizzato a mettere in fila i nomi di chi può aiutare la Betancourt: da Dario Fo a Garcia Marquez, ammirazione ed amicizie che le Farc hanno allontanato. Ma un testimone non può ripetere per anni lo stesso richiamo: attenzione, la stiamo perdendo. Parole immobili se lettori e protagonisti dei nostri giorni non le raccolgono.


Un bellissimo articolo.
Scritto però prima che Ingrid fosse liberata.
Come verrà  considerata ora la proposta del Nobel per la Betancourt?
Come verrà  considerata la stessa Ingrid? Avrà  ancora le possibilità  di costruire la pace che desidera?


Ciao a tutti.
Roby
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Re: Ingrid Betancourt

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averlo noi un politico così!!!
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Re: Ingrid Betancourt

Sono felice per la signora Betancourt, e spero possa riabbracciare presto il suo secondo marito.

"Leggendo un testo latino, non si troverà  mai una parola in più del necessario, una parola inutile. Non è vero che lo studio del latino non serva a nulla. E non è neppur vero che il latino sia una lingua morta. Il fatto che non lo si parli più ha un'importanza relativa: il latino è talmente vivo che, oggi, non esiste lingua parlata capace di esprimersi con tanta precisione e con così scarso numero di parole. Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà  abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del prossimo futuro, ma perché gli uomini non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà  l'era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà  più servire, e qualsiasi cafone potrà  impunemente tenere un pubblico discorso e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà  nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto "sonoro", potrà  parlare un'ora senza dire nulla. Cosa impossibile col latino"
(Giovannino Guareschi)

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Re: Ingrid Betancourt

Luigi ha scritto:Sono felice per la signora Betancourt, e spero possa riabbracciare presto il suo secondo marito.

"Leggendo un testo latino, non si troverà  mai una parola in più del necessario, una parola inutile. Non è vero che lo studio del latino non serva a nulla. E non è neppur vero che il latino sia una lingua morta. Il fatto che non lo si parli più ha un'importanza relativa: il latino è talmente vivo che, oggi, non esiste lingua parlata capace di esprimersi con tanta precisione e con così scarso numero di parole. Il latino è una lingua precisa, essenziale. Verrà  abbandonata non perché inadeguata alle nuove esigenze del prossimo futuro, ma perché gli uomini non saranno più adeguati ad essa. Quando inizierà  l'era dei demagoghi, dei ciarlatani, una lingua come quella latina non potrà  più servire, e qualsiasi cafone potrà  impunemente tenere un pubblico discorso e parlare in modo tale da non essere cacciato a calci giù dalla tribuna. E il segreto consisterà  nel fatto che egli, sfruttando un frasario approssimativo, elusivo e di gradevole effetto "sonoro", potrà  parlare un'ora senza dire nulla. Cosa impossibile col latino"
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Lo sa bene un nostro amico bassetto che vive a Roma....assieme naturalmente all'alfabeto Machiavelliano
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Re: Ingrid Betancourt

Per lui magari Machiavelli ere uno sporco comunista, Putin no!!!
"Cum parole non si mantengono li stati" da "Il Principe". (:bla:) (:g:)
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Re: Ingrid Betancourt

bravo51 ha scritto:Per lui magari Machiavelli ere uno sporco comunista, Putin no!!!
"Cum parole non si mantengono li stati" da "Il Principe". (:bla:) (:g:)
L'omo è di per sè la creatura più malvagia, capace di infuriarsi più per un furto al patrimonio che per la morte del padre, il Principe deve ingannare per non essere ingannato"
questo mi sembra utilizzato ora da una certa persona come vangelo!!!!
mah :D
se il destino è contro di noi... peggio per lui!!!

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