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axtolf
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4 novembre

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Lele
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Forse il fatto che fosse domenica e legato ad un ponte ha reso meno importante questo Grande Giorno........
Alp. Malaguti Daniele
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Alla manifestazione di ieri al mio piccolo paesello (10.000 abitanti esclusi extracomunitari)... erano presenti circa 100 persone... :evil:

Della giunta comunale era presente solo il sindaco e 1 assessore...

Dei componenti le associazioni d'arma la maggior parte erano alpini (che novità  1). Il più giovane delle altre armi avrà  avuto almeno 50 anni... (che novità  2)...

Tutto questo lo dobbiamo a chi ci ha governato in questi ultimi decenni...

Mi vergogno io per i miei compaesani davanti a chi ha donato la vita per renderci liberi...
...Ma gli alpini non hanno paura

Art. Marco Zanetti
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Francesco
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Se ti vergogni te Marco, cosa devo fare io? In una città  di 190.000 ab., alla cerimonia di ieri, che era anche per buona parte della provincia, saremo stati più o meno quanti voi. Durante la sfilata ho sentito qualcuno che metteva anche in dubbio la mia autenticità  di portabandiera perché ero l'unico giovane...
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Non ho più parole Francesco... davvero...
Chissà  cosa pensa chi ha donato la vita per la nostra nazione, vederla ridotta così... dai suoi discendenti...
...Ma gli alpini non hanno paura

Art. Marco Zanetti
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Luigi
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Breve storia di un Quattro Novembre (I)

Qualche tempo fa realizzo che quest'anno l'anniversario della Vittoria cade di domenica. Mi dico: perchè non chiedere l'apposita autorizzazione, e partecipare alla cerimonia cittadina in uniforme?
Passa qualche giorno, e scopro del complotto contro l'UNUCI. Penso: con l'Associazione Alpini posso andare anche altre volte, con l'UNUCI forse è l'ultima possibilità . E poi è pur sempre un 'no!', piccolo e insignificante che sia.
Domanda agli amici, via gerarchica in sedicesimo; nessun problema, autorizzazione.

La drop esce dall'armadio.
Il cordellino arancione, lo stemma del Conean, i gradi: fra tanti petti sovietici, ho il sospetto che spiccherà  la mia dignitosa povertà .
Domenica mattina scopro pure che nell'uniforme ci entro ancora. Mezz'ora per sistemare quei malefici sbuffi sugli anfibi, e poi parto con la sensazione di essere un insaccato.
Contro tutte le mie ansie, arrivo perfino in anticipo.
Qualche battuta con i tre ufficiali, poi entriamo in chiesa e ci inquadriamo con la Bandiera della sezione UNUCI.
La Messa pare durare un istante. Arriva il momento della Comunione, e allora alla mia sinistra si alza una voce accompagnata dall'organo.
È roba che viene da altri secoli, sicuro.

Inumidisce perfino gli occhi, questa cantata barocca, a pensarvi sopra gli addii sulle aie nella nostra campagna, e le tradotte che andavano verso il fronte - "e trasportavano migliaia degli alpini" - e il momento fatale, nella terra di nessuno, di tanta giovinezza in grigioverde, mentre a casa chi era rimasto interrompeva magari per un momento la mietitura, sotto il sole, e si raddrizzava segnandosi perchè aveva intuito.
Non so perchè, ma scende una tranquilla serenità  nell'immaginare queste mute scene in bianco e nero.
Forse è il pensiero che fino a quando anche uno solo ricorderà , tutto non sarà  stato invano.
E forse la consapevolezza che questo canto non è roba da tempi nuovi, ma arriva dove deve arrivare.

Mi riscuoto. È ora di uscire per la parte civile della cerimonia.
Alzabandiera.
Onori ai Caduti.
La banda attacca "La leggenda del Piave".
"Già , il Piave."
Ormai è per me un riflesso automatico. Ogni volta che queste note mi arrivano all'orecchio, vedo Peppone sul palco, e don Camillo in sagrestia rigirare nervosamente i dischi fino a trovare quello buono, "contro qualsiasi nemico dell'oriente e dell'occidente".
Fino allo scatto dalla seggiola, gli occhi lucidi.
"Presente"

Le pietraie del Carso.
L'Isonzo.
Il Sabotino, il Monte Santo, il San Michele.
Quota 2.105 dell'Ortigara.
Il Piave.
Il Grappa.

"Presente".
...
"Gli Alpini arrivano a piedi là dove giunge soltanto la fede alata"
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Luigi
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Breve storia di un Quattro Novembre (II)

Poi vengono i discorsi, un'intera alluvione di parole, per cui, come amava ripetere un vecchio ammiraglio, possiamo passare direttamente alla conclusione di ogni pagina terrena con il castigo dei meritevoli e la premiazione dei colpevoli.

Si ringraziano, perciò, in ordine sparso:
- il comandante la compagnia di formazione, che ha tenuto il reparto sul riposo durante il silenzio d'ordinanza;
- a dimostrazione che non nutro preferenze per i signori uffiziali, il maresciallo che accompagnava un labaro in perenne masticazione di ciuingomma;
- il sindaco obiettore, che chiude il suo discorso con un impegnato "viva l'Italia, viva le Forze Armate";
- la banda che ha accompagnato la cerimonia con una serie di mazurke e foxtrot;
- il cerimoniere, che è riuscito a citare al posto d'onore anche in questa ricorrenza le associazioni di parte - perfino prima ancora del Nastro Azzurro - sotto la corretta visione che a Caporetto fu vera resistenza;
- la cittadinanza intervenuta in forze, ma evidentemente dirottata presso qualche centro commerciale da un'errata cartellonistica viaria;
- il nostro commander-in-chief, che ha additato a noi tutti la via che porta al nuovo ordine mondiale o alla morte.

Si ammoniscono, affinchè in futuro tengano altro comportamento:
- gli amici della sezione UNUCI, che hanno permesso la realizzazione di un mio piccolo sogno, e perciò meritano un futuro di scoponi e protezione civile, in un sodalizio finalmente castrato e non più castrense;
- il padre di uno di questi, per la signorilità  del tratto in tempi così doverosamente plebei;
- la cantrice del coro, perchè la prossima volta intoni qualche melodia saltellante e chitarrosa, che meglio disponga l'animo alle cose huius mundi;
- coloro che ancora tenacemente tengono la posizione, pur ormai consci dell'accerchiamento;
- sopra tutto, quanti hanno reso possibile nei secoli con l'unica strada a nostra disposizione, quella del sacrificio, che il metallo sottilmente edile delle stellette divenisse per noi, "gli ultimi rimasti", simbolo di umiltà , onore, impegno, fedeltà , dovere, amore di Patria.

A questa ultima colpa non si ha pena adeguata, se non l'oblio.


"La Cascina Vecchia, un tempo, aveva funzionato egregiamente da magazzino per la stagionatura del formaggio prodotto nel caseificio del Lolli. Poi, quando il caseificio era andato alla malora, la Cascina non aveva cessato d'essere un ampio e solido fabbricato. E qui il gruppo dei vecchi combattenti si radunava dal 1945, la sera del 4 novembre, per il famoso rancio. Panche, cavalletti e assi ce n'erano a volontà . Di stoviglie non si sentiva il bisogno per via della gavetta e annesso coperchio: dato poi che ogni commensale doveva portarsi forchetta, cucchiaio, coltello, bicchiere e (facoltativo) un tovagliolo, si capisce facilmente come, procurata qualche marmitta e qualche tegame, il comitato organizzatore avesse rapidamente esaurito il suo compito.
Il menù di ogni rancio era semplice: salame e culatello, pastasciutta, cacciatora di pollo o spezzatino di vitella, due o tre torte grandi come ruote di carro, spezzoni di formaggio grana e un diluvio universale di vino imbottigliato. La carne arrivava cucinata e c'era soltanto da tenerla calda, il resto arrivava già  pronto all'uso: la cucina doveva provvedere semplicemente alla pastasciutta.
[...]
Quando ognuno ebbe la sua gavetta piena di pasta ed ebbe preso posto alla lunga tavola, si alzò il Torelli il quale gridò:
"Un momento di silenzio. Il cappellano farà  il discorso commemorativo".
Tacquero tutti e don Camillo, levatosi, disse:
"Pace agli uomini di buona volontà . La parola al signor sindaco".
Peppone si alzò e disse:
"Viva l'Italia".
"Viva", rispose l'assemblea.
"Adesso basta coi discorsi e badiamo a consumare il rancio fin che è caldo" affermò Torelli."
(da G. Guareschi, "Tutto don Camillo", racconto "'99, classe di ferro")

Mandi.
Luigi
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Luigi ha scritto:Breve storia di un Quattro Novembre (I)

Qualche tempo fa realizzo che quest'anno l'anniversario della Vittoria cade di domenica. Mi dico: perchè non chiedere l'apposita autorizzazione, e partecipare alla cerimonia cittadina in uniforme?
Passa qualche giorno, e scopro del complotto contro l'UNUCI. Penso: con l'Associazione Alpini posso andare anche altre volte, con l'UNUCI forse è l'ultima possibilità . E poi è pur sempre un 'no!', piccolo e insignificante che sia.
Domanda agli amici, via gerarchica in sedicesimo; nessun problema, autorizzazione.

La drop esce dall'armadio.
La sezione di Roma non consente agl iscritti di partecipare in uniforme. Contrariamente al resto d'Italia.
(E ricordiamo che tale onore non spetta solo agli iscritti Unuci, ma ai militari in congedo). Aridatece Bossi.

Comunque sono molto, molto felice per te. E spero che tu abbia messo il nastrino dei Vespri.
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Una sola parola: Bravo!

Anzi due: grazie.

Ciao
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Bricchetto ha scritto:La sezione di Roma non consente agl iscritti di partecipare in uniforme.
:?: :(
Bricchetto ha scritto:Comunque sono molto, molto felice per te. E spero che tu abbia messo il nastrino dei Vespri.
Non avendoli fatti, certo che no! :P

Spero di non aver mai vantato la mia partecipazione, perchè avrei contato una balla. Ma il mio neurone ogni tanto si prende delle licenze, per cui nel caso mi scuso subito.
Mandi.
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Non posso aggiungere altro. Dopo aver fatto alcune delle tue considerazioni, Luigi, domenica 4 novembre, per la prima volta, mi sono rimesso l'uniforme. Mi manca il fiato anche ora che ci ripenso.
Federico ha scritto:Una sola parola: Bravo!

Anzi due: grazie.

Ciao
P.S. L'autorizzazione all'uso dell'uniforme vige permanentemente per il 2 giugno (per chi interessa) e per il 4 novembre.
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noooo!
me la son persa!

bravi, avete detto tutti delle belle cose che condivido e me ne rammarico per quanti (i più) tutto questo non gli sfiori nemmeno, anzi...
vieni visto come un babbeo.. :evil:

se fosse così son contento di esserlo :wink:
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Luigi ha scritto:...
Bricchetto ha scritto:Comunque sono molto, molto felice per te. E spero che tu abbia messo il nastrino dei Vespri.
Non avendoli fatti, certo che no! :P

...
Mandi.
Luigi
Sempre a sottilizzare, te, a cercare il pelo nell'uovo. Pignolo! :lol:

Ciao
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