Ma non confandiamo il concetto di unità con quello di popolo.
Io rimango della mia idea: in Italia vive una massa d'individui. In altri paesi vivono dei popoli.
La massa d'individui che popola lo stivale è anche unita, a volte: per esempio (caso eclatante) quando vince la nazionale di calcio (e solo quella. Perchè se vince quella di tennis - per dire - la coppa davis, si fa fatica a trovare la notizia sui giornali). Se la nazionale perde, si torna tutti allegramente ad essere massa d'individui e buonanotte. Ancora, e qui secondo me con una dose di pusillanimità sconfinata, per non parlare di schizofrenia, la massa è unita, un solo petto fronte al nemico!, quando si tratta di denigrare e stigmatizzare gli evasori fiscali (salvo poi accordare al dentista di farci pagare meno ma senza fattura: tutti uniti anche li).
Negli altri Paesi esiste il concetto romanissimo di res publica (= la cosa pubblica). Che si traduce nel rispetto di regole comuni (che a scuola chiamavano educazione civica) prima ancora della fisicità delle cose pubbliche (dalla panchina da non divellere ai giardinetti, alla non scrittura sui muri, pubblici o privati che siano) Da noi no: il rispetto della buona creanza è considerata etichetta d'idiozia. Noi abbiamo il culto dell'individuo. Non in senso generale, di idea astratta di individuo. Nossignore: intendo dire l'io-individuo. Ognuno di noi (e qui sopra molto ma molto meno che altrove) si "deifica" un pochino, ponendosi al di sopra degli altri. Quando 60 milioni di persone (ma la metà che fa così basta e avanza), ragionano così, pure l'unità diventa un problema.
Coda al catasto? Falla tu, io c'ho un'amico che...
Coda al bar? Io mi metto qui di fianco a te, che sei arrivato prima, e provo a vedere se magari la barista mi serve prima. Vorrai mica pensare di essere più importante di me e di essere servito prima di me solo perchè sei qui da prima, no?
Il semaforo ha due corsie, un, senza coda, per girare a sinistra. Una, con la coda, per andare dritto. Siccome il mio tempo è MOLTO più prezioso di quello dellamassa di pirla che sta in coda, io mi metto a sinistra anche se devo andare dritto. Gli altri, si fottano pure.
Con ragionamenti di questo tipo, come potete parlare di popolo? Quando l'idea stessa di popolo presuppone il sacrificio di individualità personale a beneficio di un comune benessere? Qui da noi chi sacrifica più niente del suo io-individuo? Nessuno (tranne i pochi disadattati che bazzicano questo sito).
Poi si dovrebbe parlare dell'ignoranza abissale che ci contraddistingue. Inculcata da scuole indegne, anche le università - preda di baroni inccompetenti - è diventata un valore. Nemmeno più la competenza, intesa come expertise in una deterinata materia (cioè la conoscenza delmestiere) è considerata un valore.
Uniti siamo, certo: ma in che cosa? Nell'essere individui, ognuno per sé (e Dio per tutti invece no, che viene immediatamente preso come l'ennesimo attacco clericale all'autonomia dell'individuo (ancora!)).
Ciao