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elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

A proposito di guerra fredda e soglia di Gorizia, espongo un mio quesito.
Dato che tra noi e il patto di Varsavia c’erano due paesi neutrali –Austria e Jugoslavia - non era previsto un movimento in avanti in caso di guerra? Sovietici & Co. avrebbero dovuto “attraversare “ questi due paesi alché noi avremmo potuto “guadagnare spazio” avanzando in territorio jugoslavo o austriaco per aiutarli contro l’aggressione sovietica, o perché “complici “ nel caso non si fossero opposti ai sovietici.
Magari con la brigata di cavalleria Pozzuolo del Friuli.
Stento a credere che in fondo a qualche recondito cassetto non ci fosse un’ipotesi simile.
Che ne dite?
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Cappellano nel suo articolo su Storia Militare relativo alla fortificazione permanente dice che in Jugoslavia fosse previsto. Pure sulla pagina FB la guerra fredda in Friuli Venezia Giulia un ufficiale avvalora questa ipotesi.
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

erano previste occupazioni di punti strategici appena oltre il confine. In merito di FB si assiste ad un proliferare di pagine sulle fortificazioni e in genere al fronte orientale, danno notizie che è meglio verificarle prima di crederci.
La Max Trid.
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Quantomeno a Trieste avrebbero dovuto avanzare: Tra il confine e il mare ci sono 10 KM, forse meno. Se avessero dovuto fare un minimo di resistenza avrebbero avuto bisogno di un poco più di spazio. Tranne che non avessero pensato di abbandonare subito città e porto.
La stessa cosa valeva per Gorizia.
1°San Giusto
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Come già detto sopra delle azioni a corto raggio oltreconfine, per acquisire migliori posizioni, erano state pianificate. Sia in Jugoslavia che in Austria. Fino ai primi anni 50 era anche previsto l'allestimento di fortificazioni con il consenso jugoslavo sul loro territorio, ogni ipotesi venne poi abbandonata a seguito della posizione di non allineamento presa dalla Jugoslavia dopo la soluzione della questione di Trieste. Successivamente per le nostre forze mobili invece si trattava di penetrare in Jugoslavia, in particolare nelle zone di Gorizia e Trieste, prendere posizione nei punti strategicamente importanti e da lì condurre l'azione di presa di contatto e frenaggio nei confronti del PdV.
Quel che avrebbe fatto in realtà la Jugoslavia dipendeva dalla sua situazione interna in caso di una crisi mondiale di questa portata, il paese era sempre stato soggetto a spinte interne contrastanti, nonostante la ferrea guida di Tito, una scelta di campo univoca a favore dell'Occidente non era un fatto scontato.
In ogni caso da parte nostra non ci sarebbe stato certamente lo scrupolo di effettuare bombardamenti aerei e di artiglieria su quel territorio per battere le colonne avanzanti del PdV, ogni punto di passaggio importante era stato acquisito e costituiva oggetto di costanti esercitazioni sugli osservatori al confine per i nostri ufficiali di artiglieria e mortai.
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Immagino che saremmo inizialmente entrati sul territorio Jugoslavo principalmente con i Gruppi esploranti divisionali che erano ben dotati di un interessante mix di carri ed armi controcarro a livello di compagnia (viewtopic.php?f=5&t=4903)
Magari con il supporto di qualche unità di genio, meglio se minatori.
Penso che se l'esercito Iugoslavo non avesse ostacolato le nostre unità avrebbero potuto andare abbastanza i avanti per rallentare il nemico.
Magari arrivando poco oltre Postumia, chissà.....
Chi mi ricorda dove erano dislocati i reparti?
A memori direi:
quello della Folgore a Gorizia
Quello della Mantova a Remanzacco
Quello dell'ariete a Casarsa

Saluti

Luca
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

7 Cavall di Milano Div Mantova Remanzacco
12 Cavall di Saluzzo Div Folgore Gorizia
19 Cavall Guide Div Ariete Casarsa
Bisogna tener conto di come si sarebbe comportata la Jugoslavia, se il PdV l’avesse invasa per arrivare in Italia
- Filo NATO, prima di arrivare alla soglia di Gorizia le truppe del PdV avrebbero dovuto eliminare l’esercito jugoslavo, cosa non facile, considerato che era preparato ad una difesa totale del proprio territorio, con un immediato utilizzo delle Forze di difesa territoriale. E molti dei reparti ungheresi e URSS avrebbero dovuto girare verso sud, per non trovarsi il fianco scoperto. Questo avrebbe dovuto permettere una mobilitazione delle riserve e magari l’occupazione, concordata, di punti importanti di difesa al di là del confine
- Filo PdV, ce la saremmo vista brutta: gli jugoslavi erano più organizzati, grazie alle strutture del partito, per mobilitarsi ed attaccare prima che arrivassero i complementi ai reparti italiani, tenuti sempre, salvo rare eccezioni, a organici ridotti.
Lo stesso discorso vale anche per il confine austriaco.
Lukediver
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Buongiorno a tutti.
Posto qui, per non creare un ulteriore topic, ma comunque mi sembra che le mie due domande possano inserirsi in questo argomento relativo alla soglia di Gorizia.
1 - ho letto in diversi post, che in caso di attacco da parte del PDV Trieste era considerata praticamente "spacciata" e che le truppe a sua difesa erano perlopiù "di bandiera"; la vera barriera iniziava a Monfalcone e li che si sarebbe cominciata lo scontro vero. Se cosi fosse, vi chiedo se qualcuno ha idea di come sarebbe stata gestita tale operazione di disimpegno della città? Ma mi piacerebbe se qualcuno conoscesse proprio i dettagli: dove si sarebbero posizionate le truppe a difesa di Trieste? quali erano i piani? si parlava di altopiano o anche di difesa cittadina? Muggia come veniva considerata? e poi le strade verso Monfalcone (costiera, campionare, strade interne) sarebbero state comunque difese o fatte saltare? non ho notizia di posizioni della FdA sul carso triestino, quindi mi viene da pensare che una ipotetica avanzata del PDV non avrebbe trovato nessuna difesa sino a Monfalcone? Possibile? Esistono delle pubblicazioni che trattano tale argomento?
2 - Mi piacerebbe sapere se qualche esperto potesse spiegare dettagliatamente come si arrivava e poi come si effettuava l'attivazione di una postazione di FdA in caso di allarme "reale". Per esempio io ho fatto il militare al 7Cuneo a jalmicco e ci veniva detto che in caso di attivazione il nostro compito era di andare a difendere la polveriera di Medeuzza (UD) per lasciare liberi i fanti di non mi ricordo quale Big (Ardenza? Fornovo? :? ). Ma concretamente questi fanti di arresto cosa dovevano fare? una volta dislocati presso l'opera difensiva con chi si dovevano integrare? ho sentito parlare di "estensione di campi minati", chi li avrebbe concretamente disposti? quante munizioni personali e di batteria erano disponibili? quali erano gli ordini e le consegne? sarebbero state lasciate in mano solo a personale di leva o sarebbero state rinforzate con truppe più addestrate (penso ai paracadutisti); insomma concretamente cosa sarebbe successo giorno per giorno?
Scusatemi infinitamente se sono domande banali, ma si parla sempre di massimi sistemi, ma magari sarebbe interessante capire proprio il singolo plotone/compagnia cosa avrebbe fatto.
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Per il 1° punto dovrebbe rispondere 1° San Giusto.
Per il 2° puoi trovare informazioni sull’ultimo numero di RID, c’è un articolo sulla “Fanteria d’arresto nella guerra fredda”. Ci sono poi due libri recenti “Ultimo bunker a Nord Est” (da cui ha tratto spunto RID) e “Pattuglie ad Est”. Entrambi interessanti e direi complementari, anche se non arrivano alla specificità da te richiesta.
1°San Giusto
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Cerco di rispondere alle domande di Lukediver per quanto mi è possibile e in modo necessariamente sintetico in quanto l'argomento è vasto e complesso. Innanzitutto ringrazio Wintergreen per aver citato anche il libro "Pattuglie ad Est" dal momento che ne sono l'autore e aggiungo qualche breve considerazione. Nel libro l'argomento trattato principalmente è quello della situazione militare tra Italia e Jugoslavia nel corso della Guerra Fredda, in particolare per quanto riguarda la rete di pattugliamento e osservazione attivata dal nostro esercito alla frontiera orientale. Siccome però non potevo prescindere dal contesto generale della difesa a nord-est ho cercato di dare un quadro complessivo del dispositivo difensivo e dell'evoluzione della nostra dottrina attraverso gli anni, seppure non scendendo nei minimi particolari. Tuttavia alcuni spunti ritengo si possano trarre per comprendere come era strutturata la nostra difesa in rapporto alle ipotetiche minacce.
Vengo alla questione di Trieste. Tralascio i numerosi post che si possono leggere in varie parti, scritti perlopiù da pseudo esperti che senza alcuna base di documentazione affermano cose che sono frutto di deduzioni personali o informazioni confuse. Se guardiamo alle varie serie dottrinali emesse nel corso degli anni dallo SME, emerge chiaramente il concetto di "difesa avanzata", senza alcuna cessione preordinata di terreno, al fine di fermare l'attacco avversario il più avanti possibile. Soltanto in caso di esito sfavorevole delle operazioni alla frontiera si sarebbe provveduto ad arretrare, cedendo terreno combattendo e logorando il nemico fino a contenerne possibilmente la spinta offensiva, per poi passare al contrattacco. Tra la teoria e la pratica naturalmente ci può essere una bella differenza ma l'intento era questo e si doveva attuare mediante una pianificazione operativa adeguata a fronteggiare la minaccia e l'evolversi della situazione nel corso delle operazioni. Quindi, nonostante quanto molti pensino e dicano comunemente, Trieste non sarebbe stata abbandonata a priori, certamente nella sua posizione non poteva essere difesa a tempo indeterminato ma per qualche giorno sì. Per la difesa di quello che nelle carte dell'Archivio dell'Ufficio Storico dello SME viene definito il Settore di Trieste, era stato appositamente costituito nel 1962 il Comando Militare di Trieste, sulla base del CMZ, successivamente divenuto Comando Truppe Trieste. La forza alle sue dipendenze equivaleva ad una piccola brigata, 151° Rgt Fanteria Sassari e 14° Rgt Artiglieria, e anche dopo la contrazione di forze dovuta alla ristrutturazione del 1975, 1° Btg mot San Giusto e 14° Gruppo Art Murge, comunque rimanevano in posizione quadro due battaglioni e all'emergenza si sarebbero costituite nove compagnie di sicurezza. Il Piemonte Cavalleria, prima del 1975 appartenente alla Brigata Pozzuolo del Friuli, poteva svolgere il ruolo di ricerca e presa di contatto con il nemico oltre confine; successivamente assieme al resto della Brigata Vittorio Veneto nella quale era inserito, faceva parte della riserva divisionale della Folgore, destinata ad operare sulla soglia di Gorizia contro il Pdv e in funzione di deterrente a Trieste nei confronti della Jugoslavia. La difesa si sarebbe basata sulla costituzione di vari capisaldi, unitari o nucleari, di plotone rinforzato o di compagnia, in alcuni casi avanzati a ridosso della linea di confine, in altri casi arretrati in prossimità dei sobborghi della città, posti a cavallo delle direttrici provenienti dai valichi di confine principali e secondari; su pattuglie di combattimento e centri di fuoco in corrispondenza delle vie di facilitazione per truppe nemiche appiedate; su interruzioni predisposte lungo tutte le vie di accesso alla città; sulla predisposizione di campi minati ove necessario; erano anche previsti metodi di lotta non convenzionale. La pianificazione operativa, che in generale ancora oggi rimane sotto molti aspetti classificata, durante la Guerra Fredda è cambiata più volte, in alcuni periodi prevedeva la difesa del corridoio di Duino e l'allargamento della profondità difensiva sconfinando in Jugoslavia, in altri si limitava alla difesa della città tramite la cintura di capisaldi, chiudendosi a testa di ponte. I motivi della difesa potevano essere di carattere etico, politico e strategico. Aldilà di quanto prevedeva la dottrina della difesa avanzata non era pensabile che, dopo quanto aveva fatto l'Italia per ottenere Trieste, il territorio venisse abbandonato a priori senza combattere, c'è una bella differenza tra questo e il cederlo combattendo e impegnando l'avversario per un certo tempo. Bisogna inoltre vedere quale sarebbe stata l'evoluzione dei combattimenti su tutta la nostra fronte, se le posizioni più a nord, verso la soglia di Gorizia, subivano una penetrazione limitata la NATO poteva decidere di utilizzare Trieste come testa di ponte per una controffensiva sul fianco, chiaramente stabilendo una superiorità aerea nella zona e immettendo un consistente quantitativo di truppe a sostegno di quelle esistenti e già impegnate. A questo proposito sono state fatte anche delle esercitazioni per i quadri e posti comando, nella fattispecie con il previsto intervento di truppe portoghesi, inoltre più volte sono venuti in visita come osservatori ufficiali americani dei Marines della VI Flotta. In caso contrario la resistenza a oltranza sarebbe durata, come detto, per qualche giorno, tenuto conto anche che non si poteva rifornire a tempo indeterminato una città di 250.000 persone e non se ne sarebbe certamente fatta una Stalingrado. La cittadina costiera di Muggia sarebbe rimasta tagliata fuori quasi subito a causa della penetrazione attraverso il valico di Rabuiese, a meno che, come accennato non si fosse verificata l'ipotesi di un più ampio intervento NATO. In ogni caso comunque investire la città con un attacco diretto non sarebbe stato semplice, come non lo è per tutti i grossi centri abitati. e avrebbe comportato per l'avversario perdite di tempo, uomini e mezzi. Per il PDV risultava forse più conveniente limitarsi a cinturare la città, tenere le difese sotto pressione con combattimenti sul perimetro esterno e cercare di farla cadere per manovra sfondando in profondità più a nord. Una conquista immediata della città sarebbe stata più importante, in via ipotetica, per la Jugoslavia che la considerava un obiettivo strategico e sappiamo che il possesso con le armi di un territorio in fase di successivi negoziati vale molto come ipoteca.
La situazione e le contromisure sopra evidenziate, presumibilmente, potevano essere valide fino al 1986, anno dello scioglimento del Comando Truppe Trieste. Successivamente, anche se ormai il PdV e la Jugoslavia stavano scricchiolando, si optava sempre per una difesa avanzata del territorio in prima battuta ma, se questo non fosse riuscito, vi sarebbe stato un arretramento verso nord. In questo caso le comunicazioni stradali dovevano rimanere libere e intatte e consentire il passaggio in ritirata sia sul carso che attraverso la città. Come questo sarebbe avvenuto, con quali modalità e con quale ordine, è difficile dirlo. In generale si sa che anche la migliore pianificazione può essere valida fino al primo colpo di cannone, poi vince chi sbaglia di meno.
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Non lo sapevo.
Complimenti per il lavoro!
Ho molto apprezzato il tuo libro prima di tutto per lo stile complessivo, di piacevole lettura e poi per due motivi specifici.
Il primo è la descrizione dell’attività operativa quotidiana (tipo osservatori e pattuglie) il secondo per la descrizione degli avversari, jugoslavi e PdV, entrambi argomenti che ho trovato trattati per la prima volta.
Senza dimenticare la quantità di informazioni a livello storico.
1°San Giusto
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Re: elucubrazione estiva:guerra fredda/soglia di Gorizia

Ti ringrazio molto per l'apprezzamento, soprattutto perché viene da un esperto e appassionato come te dell'argomento. Molte informazioni, compresi vari dati riportati anche da te nel corso degli anni, le ho tratte proprio da questo sito, e ho avuto anche la collaborazione di altre persone che intervengono nel forum per quanto riguarda alcune immagini che compaiono nel libro. Per questo motivo ho inserito Vecio.it nella bibliografia di riferimento, come sito Internet fondamentale per studi del genere.
1°San Giusto "FEDELE SEMPRE"

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