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Morto Leonardo Caprioli

Leonardo Caprioli si è spento questa mattina a Bergamo, dove era nato il 24 novembre 1920.
E’ stato presidente della sezione di Bergamo dal ’69 al 1984, anno in cui viene eletto alla guida dell’Associazione Nazionale Alpini, di cui è stato l’ultimo presidente ad aver partecipato ai fatti di guerra, con uno dei mandati più lunghi.

Da presidente ha dato un forte impulso alla Protezione Civile dell’Associazione e, forte del suo motto «Ricordiamo i morti aiutando i vivi», ha dato vita a numerose iniziative in Italia e all’estero, come la casa per disabili a Endine Gaiano, gli interventi degli alpini in Irpinia, in Piemonte, in Valtellina, in Versilia, in Garfagnana e nell’Umbria e nelle Marche colpite dal terremoto.
Senza dimenticare la costruzione dell’Asilo Sorriso a Rossosch, nella terra dove aveva combattuto e dove gli alpini sotto la sua presidenza costruirono una struttura per 150 bambini e dove, proprio a settembre di quest’anno, gli alpini ritorneranno per celebrare il ventennale.

La sua vita negli alpini inizia nel gennaio 1941, quando interrompe gli studi di medicina e si arruola volontario nelle Truppe alpine dove frequenta la scuola militare di alpinismo di Aosta. Viene assegnato al 7º Alpini e successivamente al 6º Alpini per la Scuola Allievi Ufficiali di Complemento Alpini. Quindi passa al battaglione “Edolo”, 5º Alpini e nel luglio 1942 viene inviato sul Fronte russo.

In Russia è aggregato alla compagnia reggimentale di cannoni controcarro, il 15 gennaio 1943 è in partenza per ritornare in Italia in licenza quando i carri armati sovietici irrompono a Rossosch, sede del comando di Corpo d'Armata alpino. Caprioli rinuncia alla licenza e gli viene assegnato il comando del plotone mitragliatrici della 52ª compagnia, con il quale condivide le sorti fino alla battaglia di Nikolajewka del 26 gennaio. Quindi la stremante, tragica ritirata e l'arrivo in Italia nell’aprile 1943.
Congedato, prosegue gli studi laureandosi nel 1945 in medicina e chirurgia.

In occasione del 54° anniversario della battaglia di Nikolajewka pronunciò un discorso che è una delle pagine più toccanti sulle vicende degli alpini in Russia (leggi 'Nikolajewka per me' »). E' anche una delle ultime pagine nella sua autobiografia, intitolata "Cantavamo Rosamunda".
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Pepsi
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Re: Morto Leonardo Caprioli

Grande Alpino Leonardo Caprioli, Riposi in pace.
Nostri i silenzi e le cime
Marco Mattei
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Re: Morto Leonardo Caprioli

Grande pagina quella "Nikolajewka, per me" in Cantavamo Rosamunda, l'autobiografia di Caprioli. Me la sono riletta con piacere. Ogni periodo del racconto è un'istantanea di quella giornata. E poi quella domanda che gli rivolgevano i suoi alpini "Signor tenente, quando torneremo a baita?", la stessa domanda che rivolvevano al Sergente nella neve.

Nel mio paese in Abruzzo vive ancora uno solo dei molti alpini andati in Russia. Classe 1918,
era telegrafista nella Tridentina, artiglieria del gruppo Bergamo. Ricorda ancora la città di Pavlosk appena al di là del Don, le missioni oltre il fiume per posare le mine sotto i carri armati russi, tanti episodi avvenuti durante la ritirata, la partenza del treno da Charkov sotto un bombardamento.

Che fortuna per noi aver vissuto in anni di pace!
Marco Mattei
Battaglione L'Aquila
Cp. 119 Mortai
"Va sicure, ce stengh'i"

Occhio alla penna!

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