Ciao Claudio, grazie per la tua notizia che però richiede qualche precisazione Io da parecchi anni mi sto interessando della storia del XVI Battaglione Costiero da Fortezza (in tedesco: 1.Kp/it.Kűsten-Festungs-Btl. 16) e di come è finita la guerra a Fiume con particolare attenzione ai reparti italiani, della cui storia praticamente non si sa nulla. Ho trovato anche alcuni reduci, triestini e fiumani sparsi in giro per l'Italia e nel mondo, che mi hanno raccontato le loro storie e con i quali sono anche diventato molto amico ed è la parte più simpatica della ricerca.
Alcune mie ricerche le ho pubblicate in un forum gemello che i moderatori mi perdonaranno se nomino:
http://www.worldwarforum.net/forum/view ... 84&t=25722
Secondo due documenti germanici del 17 e 25 dicembre 1943, pubblicato da Stefano di Giusto nel suo prezioso volume sui reparti militari presenti nella OZAK (Zona d'Operazioni Litorale Adriatico), il 16° da Fortezza era la ridenominazione del Gruppe De Bonis della Milizia stanziato a Salcano, alla periferia di Gorizia oggi in Slovenia, senza la 163a Btr. Alpina che in questo momento non c'entrava niente col reparto.
All'inizio del febbraio 1944 ne assunse il comando il Cap. Manzo che lo detenne fino all'ultimo giorno della guerra e all'inizio del maggio 1944 venne trasferito a Fiume. Qui dopo qualche mese venne spesso indicato come reparto di Alpini probabilmente perché aveva il compito di difendere, oltre alla cinta esterna della città anche la 163a Btr. Alpina nel frattempo giunta nella zona, comandata dal Ten. Franco Geja, la cui storia è ben documentata e qui non la ripeto per non appesantire ulteriormente questa mail, ma sulla quale posso fornire dei documenti.
In questa occasione il 16° da Fortezza ebbe il permesso di indossare il cappello alpino con penna mentre le mostrine utilizzate furono quelle degli Alpini, verdi a tre punte con i gladi o con le stellette e, nell'ultimo periodo della guerra anche nessuna probabilmente perché l'incalzare degli avvenimenti non permetteva di prepararle.
Come operazioni effettuò dei rastrellamenti nel territorio ad est del Fiume Eneo (oggi RjeÄina pron. Riecina) scontrandosi con i partigiani jugoslavi ma non ebbe modo di rintuzzare le mire espansionistiche degli ustascia croati perché gli Alpini erano dislocati in una zona lontana dalla città con la quale avevano pochi contatti, mentre avevano contatti cordiali con le gente locale che li ricorda ancora oggi con una certa simpatia.
E' ben vero che le formazioni ustascia protette dalle autorità militari germaniche ebbero spesso pestaggi e anche scontri a fuoco con le truppe della RSI ma con quelle accasermate nella città di Fiume.
Il 17 aprile 1945 circa 280 uomini del battaglione, questi organizzati dal Ten. Raoul Sperber poi fucilato, erano stati arrestati dai tedeschi perché sospettati di volere passare ai partigiani, per cui sulla linea del fronte rimasero 36 Alpini che, molto validamente appoggiati dal fuoco delle batterie italiane presenti nella zona, riuscirono a bloccare l'avanzata dell'armata jugoslava fino al 28 Aprile quando, cessato l'appoggio dell'artiglieria per la mancanza delle munizioni, tutti gli Alpini vennero posti in libertà dal Cap. Manzo, i fiumani scesero verso le loro case, i triestini con mezzi di fortuna raggiunsero la loro città .
Nessuno di questo reparto rimase nella zona per cui non è assolutamente vero che combatté fino al 2 maggio e che si arrese agli jugoslavi finendo nelle foibe mentre molto probabilmente sarà successo ad altri militari dislocati nella città che hanno tentato di difendere a fianco dei tedeschi.
E' necessario ricordare che a Fiume, alla fine della guerra, ha operato il 17.o Battaglione Costiero da Fortezza del quale si hanno pochissime informazioni, probabilmente costituito da ragazzi di Fiume che hanno tentato l'ultima difesa della loro città .
Per arrivare alla mostrina vista nella foto è necessario ricordare che nella zona vigilata dagli Alpini erano posizionate alcune batterie, una con 4 90/53 posizionata a Montecroce, due con 6 pezzi da 75/27-06 incavernate nelle gallerie del Vallo Alpino a Santa Caterina ed una con i 4 obici da 100/17 della 163a Btr. Julia che nel frattempo era diventata 35° Btr. Julia sistemata sul Monte Lesco
Le tre località sono molto vicine, in linea d'aria 3 o 4 Km, il che può generare confusione nelle localizzazioni.
Il ragazzo della fotografia diceva di appartenere alla Julia, quindi quella del Monte Lesco che non è chiaro che mostrine avesse, nelle fotografie si vedono chiaramente gli ufficiali che portavano soltanto il Gladio.
Però, sempre il ragazzo diceva di avere turni di guardia a Santa Caterina, allora avrebbe dovuto avere le mostrine gialle dell'artiglieria con un settore verde, più il gladio.
Chi ci capisce qualcosa?
Grazie per la lettura ed a ben ritrovarci.
Claudio Pristavec da Trieste