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axtolf
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Tetto allo sconto sui libri

http://www.corriere.it/cultura/11_giugn ... d3e7.shtml

«Tetto allo sconto sui libri: massimo 15%»
La proposta di legge bipartisan torna al Senato. Per tutelare pieccoli e grandi editori

La proposta di legge bipartisan torna al Senato. Per tutelare pieccoli e grandi editori

MILANO - Via libera della Camera alla proposta di legge bipartisan che pone dei limiti agli sconti nella vendita dei libri. La commissione Cultura di Montecitorio, ha infatti dato il via libera in sede legislativa al testo proposto da Ricardo Levi (Pp), e sottoscritta anche da esponenti degli altri gruppi parlamentari.

Ricardo Levi del Pd (Ap)
AL SENATO - Per la trasformazione definitiva in legge occorre ora il sì del Senato. La proposta di legge di Levi mira a contemperare gli interessi dei piccoli e dei grandi editori, così come della piccola e della grande distribuzione e del commercio elettronico. Viene stabilito che il prezzo di vendita dei libri è «liberamente fissato dagli editori». Su tale prezzo è consentito «uno sconto fino ad una percentuale massima del 15 per cento». (fonte: Ansa)

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Qualcuno mi fa qualche esempio di come questa proposta di legge dovrebbe in qualche modo tutelare gli editori?
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Innichen
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Re: Tetto allo sconto sui libri

Innichen ha scritto:Ci dev'essere senza dubbio della perversione in questa logica.
Certo, sapere che un Den Brà un non verrà  mai sbolognato alle masse a meno di 17/18 euro è già  un buon risultato.
Penso però che il termine "piccoli editori" alla maggior parte dei forumisti suggerisca un lungo scaffale di pubblicazioni di carattere storico e militare, e non mi risulta che Mondadori, Einaudi e Feltrinelli abbiano pianificato a breve di buttarsi anche loro sulle monografie dei battaglioni alpini, quindi dal nostro punto di vista la proposta di legge appare incomprensibile.
Poi capita pure che un narratore pubblicato da una piccola casa editrice guadagni un po' di fama e venga poi acquistato dal grosso marchio per sfornare libri a contratto (vedi il caso di Mauro Corona): anche qui mi riesce difficile comprendere come un tetto allo sconto massimo riesca a salvaguardare la sopravvivenza delle edizioni locali.

Tra l'altro Ricardo Levi è già  noto da tempo nella blogosfera per un'altra iniziativa (attingo sbrigativamente da Uichipìdia):
Uichipìdia ha scritto: Alle elezioni politiche del 2006 viene eletto deputato nella Circoscrizione III (Lombardia 1), in qualità  di rappresentante della lista dell'Ulivo. Dal 18 maggio dello stesso anno è sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel secondo governo Prodi, ricevendo la delega per l'informazione, la comunicazione e l'editoria il 15 giugno 2006.

È coautore del discusso Disegno di legge Levi-Prodi sull'editoria che obbligherebbe gli autori di pubblicazioni sul web (inclusi, per esempio, i blog) a registrarsi al Registro Operatori Comunicazione.
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Nicola
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Re: Tetto allo sconto sui libri

Eventualmente potrebbe tutelare i distributori...
Nei posti dove il libro è uno dei tanti prodotti in vendita (centro commerciale ad esempio, oppure acquisti via web) i costi di distribuzione diminuiscono e gli sconti possono essere più alti, con il rischio che la gente compri più libri lì disertando (e facendo morire) le librerie.
L'aspetto della tutela degli editori (che tra l'altro decidono il prezzo, quindi che gliene frega dello sconto) sfugge decisamente anche a me.

Del resto qui si predica bene e si razzola male, tutti a magnificare il libero mercato autoregolante senza rendersi conto che è un'astrazione praticamente inesistente (si pensi in primo luogo ai prezzi dei carburanti).
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wintergreen
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Re: Tetto allo sconto sui libri

Questa norma dovrebbe aiutare i librai, non gli editori.
Uno volta ne conoscevo uno che mi ha spiegato qualche cosa.
I libri venivano pagati con uno sconto del 30% sul prezzo di copertina più una 13ma, cioè se compravi 12 volumi ne ricevevi uno in omaggio.
Quindi sino a 12 il ricarico era del 42%, per 13 diventava il 54%
Questo dimostra che più comperi più sconto hai.
Poi dovevi pagare a 30/60 giorni anche se non vendevi e molti editori non accettavano i resi.
Inoltre i più grandi costringevano a vendere anche libri di poco successo.
E' evidente che una catena di supermercati non compra 12 libri ma 1.200 e può fissare le condizioni che vuole, con pagamenti a 90/120 giorni; quindi può vendere (per contanti) anche col 20/30 % di riduzione.
Ponendo un limite agli sconti si pensa che la gente torni in libreria, ma molta gente ha paura ad entrarvi e continuerà  a comprare al Supermercato che certamente non ci perderà , anzi vendendo a prezzi più alti ci guadagnerà .

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