demarchi ha scritto:Qualcuno sa cosa ne sia stato della base di Ca' Tron, vicino Venezia, dopo la dismissione dall'Aeronautica? Avevo letto da qualche parte che era (è ?) ancora usata come poligono o area addestrativa.
Ti mando un articolo pubblicato sul quotidiano IL GAZZETTINO il 19/06/08:
Titolo: Ruderi e lepri: qui sorgerà il Cpt
Occhiello: Viaggio nell'ex base missilistica di Ca' Tron che dovrebbe ospitare il centro per clandestini
Negli anni bui della Guerra fredda da quegli hangar sbucavano i missili americani puntati oltre cortina, a difesa dell'Occidente libero. Oggi, tra i ruderi invasi dai rovi, sgambettano le lepri e una coppia di aironi becchetta pacifica sui prati. Domani, a sfrattarli potrebbero arrivare i clandestini in attesa di rimpatrio.
Almeno questo sarebbe il proposito del ministero dell'Interno: ubicare il "Centro di permanenza temporanea" per il Veneto, dove ospitare gli immigrati che devono essere espulsi, nell'ex base militare di Ca' Tron. Si sussurra che il ministro Roberto Maroni sia già venuto in sopralluogo nel sito in comune di Roncade. Se così fosse, non ci avrà messo molto a rendersi conto che lo spazio non manca e che i nuovi inquilini non provocherebbero troppi problemi di "vicinato": sparute e lontane le abitazioni confinanti. Ma anche che le strutture dovrebbero essere (ri)costruite da cima a fondo.
Spersa nella piatta campagna, la base promana, a suo modo, un fascino decadente. I camion che sfrecciano lungo la "Triestina" sembrano separati da ben più dell'argine del canale che costeggia per un tratto la statale. Solo un lucchetto lucente, a serrare alla meno peggio i battenti disassati del cancello, dà un indizio di modernità . «Sarà da più di cinque anni che non vedo un militare», conferma la signora dietro il bancone del ristorante pizzeria "Alla Fiorita - Da Stefano", poche decine di metri più avanti, sul ciglio opposto della strada. Da qui, l'Aeronautica ha smobilitato alla fine del 1977, in contemporanea alle postazioni montane del "Forcelletto" sul Monte Grappa e di Pian Cansiglio: i missili Nike Hercules, i vettori made in Usa che potevano essere equipaggiati anche con testate nucleari, del resto, erano ormai obsoleti e le esigenze strategiche mutate rendevano inevitabile lo scioglimento del 56esimo Gruppo Intercettori teleguidati.
Di uno degli avamposti del sistema difensivo Nato sparpagliati nel Triveneto, restano le vestigia. La base si intravede a malapena, tra i campi, annunciata appena da qualche torretta di guardia arrugginita che svetta tra le macchie di alberi. I cassoni di calcestruzzo di traverso alla rampa di accesso, oltre il ponticello che valica il corso d'acqua, impediscono il transito alle auto. Ma poco possono contro i balordi che nottetempo, evidentemente, si divertono a scorrazzare nel reticolo di vialetti, senza darsi preoccupazione di disseminare lattine di birra sul loro passaggio. Ancor meno si può arrestare l'avanzata dell'abbandono e della vegetazione. Le porte della casermetta sono sfondate, le persiane pendono sbilenche dai vani delle finestre, i muri sono sbrecciati, l'uscio ingombro di calcinacci. Sulla parete, la stella a quattro punte del Patto atlantico sbiadisce al sole.
Oltre si intravedono i grandi hangar di lamiera che ricoveravano le rampe di lancio, i tozzi bunker interrati, i reticolati con il filo spinato. Le dipinture a macchie grigio-verde sono ormai anacronistiche: a mimetizzare, se mai ce ne fosse ancora qualche necessità , assolvono assai meglio rampicanti e arbusti che stanno pian piano fagocitando gli edifici.
Più lontano ancora (l'area si prolunga per svariate centinaia di metri) si indovinano gli appezzamenti e le case coloniche restaurate della Tenuta Ca' Tron. La Fondazione Cassamarca, proprietaria dell'azienda agricola, più volte in passato ha cercato di acquisire alcuni fabbricati per destinarli alle sue attività : sempre senza esito. Della dismissione definitiva del complesso missilistico se ne parla ormai da più di un decennio (con tanto di interrogazioni parlamentari, in proposito). Solo qualche mese fa, una comunicazione dell'amministrazione militare aveva riacceso le speranze del presidente Dino De Poli. Ora i clandestini rischiano di bruciarlo sul tempo.
Mattia Zanardo
Edizione del 19/6