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7°Alpini
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Merano / Bressanone...Italia?

X legge in Italia non si possono portare armi 'funzionanti' in manifestazioni pubbliche... e queste ?
Faccio notare che non si tratta di vecchi 'ferri' ad avancarica ma di Mauser k98 et simili
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Federico
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Re: Merano / Bressanone...Italia?

7°Alpini ha scritto:X legge in Italia non si possono portare armi 'funzionanti' in manifestazioni pubbliche... e queste ?
Faccio notare che non si tratta di vecchi 'ferri' ad avancarica ma di Mauser k98 et simili
:D

Passami la battutaccia... ma la risposta te la sei data da solo quando specifichi che la legge che vieta le armi in manifestazioni pubbliche vige in Italia. :lol:

Ciao
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merano/bressanone...italia

7°alpini ha scritto
X legge in Italia non si possono portare armi 'funzionanti' in manifestazioni pubbliche... e queste ?
Faccio notare che non si tratta di vecchi 'ferri' ad avancarica ma di Mauser k98 et simili
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BIANCOFIORE. - Al Ministro dell'interno. - Per sapere - premesso che:
nella giornata del 21 maggio 2006 si è svolto nel comune italiano di Bressanone in Alto Adige, il tradizionale raduno degli Schà¼tzen al quale hanno partecipato oltre 6 mila così detti «Tiratori scelti»;
allo stesso era presente, accompagnato dalle compagnie degli Schà¼tzen dell'Austria e della Germania, il Presidente del parlamento austriaco Andreas Khol che, a giudizio dell'interrogante, si è distinto per affermazioni che hanno fatto ancora una volta trasparire una tendenza egemonica sull'Alto Adige e un certo disappunto sull'appartenenza stessa dell'Alto Adige allo Stato italiano. Uno dei tanto precedenti risale ai festeggiamenti per gli 800 anni di Colle Isarco, frazione del comune della città  di Brennero, per i quali il Presidente Khol era prontamente (non si sa a quale titolo), presente. Nel corso di quella cerimonia giunse ad ammonire l'economia locale a non cadere in non ben definiti «vecchi errori» e consigliò animatamente - pur cosciente di trovarsi in terra italiana - di non usare la denominazione «Porta Italia» per un nascente centro commerciale a Brennero, ma di usare quella di «Porta Sà¼dtirol»;
nel corso dell'adunata del 21 maggio 2006, di concerto con il Presidente della Giunta della Provincia autonoma di Bolzano - Luis Durnwalder -, il Presidente Khol si è spinto non solo a chiedere la libera circolazione in Europa delle armi (sciabole e fucili), perfettamente funzionanti degli Schà¼tzen ma anche che potessero essere introdotti in Italia, in palese violazione dell'ordinamento giuridico italiano, i fucili imbracciati dagli Schà¼tzen di oltrebrennero e cioè quelli in grado di fare fuoco;
nelle dichiarazioni seguite al raduno, il divieto sancito dalla legge italiana di venire in Italia con le loro armi agli Schà¼tzen di Austria e di Baviera è stato paradossalmente bollato dal Presidente della Giunta Provinciale Durnwalder come «antieuropeo»;
come riportato dalla stampa nei mesi scorsi, il Presidente del Parlamento austriaco parrebbe non essere stato solo il destinatario ma anche l'ispiratore della «sdegnosa» petizione dei 116 sindaci altoatesini che hanno chiesto di fatto l'annessione all'Austria;
egli è prontamente intervenuto attraverso i media altoatesini (mentre il Parlamento italiano discuteva la riforma costituzionale lo scorso ottobre) rendendosi sedicente difensore della Vaterland (terra dei padri) cioè dell'Alto Adige e, secondo l'interrogante, di fatto tentando indirettamente di influenzare il corso stesso della riforma -:
se ritenga in particolare in periodo di terrorismo internazionale e di focolai di revanscismi accompagnati da violenze che stanno sempre più affliggendo le regioni pangermaniche, che siano da assecondare effettivamente le richieste del Presidente della Provincia Autonoma e del Presidente Khol annunciate a mezzo stampa, di permettere l'uso e l'introduzione delle armi funzionanti degli Schà¼tzen d'oltrebrennero;
se ritenga che vi sia il rischio nel caso di effettiva introduzione di consistenti quantitativi di dette armi che possano verificarsi gravi reati;
se sia auspicabile arrestare preventivamente e definitivamente questa tendenza che sotto un non ben specificato «folclore» - peraltro sostenuto con soldi pubblici erogati da enti locali dello Stato italiano -, inneggia di fatto allo scontro, ad una ingiustificata e provocatoria minaccia di autodeterminazione e addirittura spesso celebra il ricordo di coloro che sono stati condannati in Italia per atti di terrorismo;
se non ritenga, di contro alle richieste presentate da Khol e Durnwalder, vista anche la spiccata ostentata natura «pacifista» del governo del quale si onora di far parte, che debbano essere rimosse le allusioni alla guerra, limitando l'uso delle



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Pag. VII

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armi storiche, concesso dall'allora Ministro dell'interno Bianco, anche agli Schà¼tzen altoatesini che con una semplice modifica possono tornare a far fuoco;
cosa si nasconda dietro l'escalation di provocazioni degli ultimi mesi che la comunità  italiana altoatesina sta continuando a subire senza motivi, condannate anche da quella parte di minoranza tedesca e ladina che è orgogliosa di appartenere ad uno Stato italiano artefice della più ampia e remunerata forma di Autonomia conosciuta in Europa;
se dietro le iniziative in Italia del Presidente del Parlamento austriaco Andreas Khol, acclamato dagli Schà¼tzen altoatesini come «presidente del parlamento nazionale» (con la suggestione che il Presidente Khol sia da considerare presidente di un neonato parlamento pantirolese) e accolto con tutti gli onori riservati ad un Capo dello Stato, si celi l'intenzione di riunire il Grande Tirolo secondo i confini antecedenti il 1918 nonostante la firma nel 1992 da parte dell'Austria della «Quietanza liberatoria» al Pacchetto di leggi per l'Alto Adige;
cosa intenda fare il Governo italiano per difendere l'onore e l'unità  dello Stato italiano e mettere fine a quelle che all'interrogante appaiono vere e proprie pericolose istigazioni politiche che - come è emerso sulla strada del corteo della parata degli Schà¼tzen - vengono respinte pacificamente ma non senza tensioni da parte della popolazione di tutti i gruppi linguistici caratterizzanti l'Alto Adige, mediante la spontanea simbolica esposizione e ostentazione del tricolore italiano.
(4-00113)

Risposta. - Nelle giornate del 20 e 21 maggio 2006 si è svolto a Bressanone il diciannovesimo raduno degli Schutzen delle regioni alpine al quale hanno partecipato circa 7.000 persone provenienti dal Tirolo, dalla Baviera, dalla Svizzera e dal Trentino.
Al raduno ha preso parte anche il Presidente del parlamento austriaco Andreas Khol oltre a diverse autorità  regionali e provinciali del Tirolo e della Baviera. Erano anche presenti esponenti politici del Sudtiroler Volkspartei, dell'Union fur Sudtirol, dei Freiheitlichen nonché della Lega Nord del Trentino.
Nel corso della cerimonia ufficiale, il Presidente della Giunta provinciale di Bolzano Luis Durnwalder ha rinnovato l'istanza al Governo italiano di autorizzare gli Schutzen d'oltre Brennero, in deroga al principio giuridico che proibisce nel nostro Paese il porto d'armi in pubbliche riunioni, ad esibire le proprie armi storiche durante le manifestazioni tradizionali svolte in quella provincia, evidenziando che dal perdurare del divieto potrebbero scaturire ulteriori tensioni.
Si ricorda che alcuni anni fa il Ministro dell'interno aveva già  esaminato la questione e accordato agli Schutzen l'uso dei fucili a condizione che fossero resi totalmente inoffensivi.
Precedentemente, esponenti delle locali formazioni politiche della destra istituzionale avevano manifestato il proprio dissenso allo svolgimento dell'evento, alimentando le polemiche seguite alla petizione finalizzata ad istituire, nella futura Costituzione austriaca, un riferimento alla funzione di «tutela» dell'Austria nei confronti della popolazione sudtirolese, con diritto all'autodeterminazione del medesimo popolo.
Tale ultima iniziativa è stata avviata dalla Lega Schutzen sudtirolese nel dicembre 2005, in vista della ripresa dei lavori parlamentari diretti a predisporre il nuovo testo costituzionale austriaco. La petizione è stata poi riproposta mediante una raccolta di firme su appositi moduli, che ha visto coinvolto anche il sodalizio d'oltre Brennero «Bund der Tiroler Schutzenkompanien» (Lega Schutzen tirolese). La documentazione contenente le sottoscrizioni è stata consegnata a Vienna al Presidente Andreas Khol, nel decorso mese di gennaio, a cura dei vertici degli Schutzen sudtirolesi. Sulla vicenda è stato aperto un procedimento dall'Autorità  Giudiziaria di Bolzano, poi archiviato anche in relazione alle modifiche al Codice penale, introdotte dalla



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legge 24 febbraio 2006, n. 85 in materia di reati di opinione.
Il Viceministro dell'interno: Marco Minniti.
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dopo che si sono venduti anche il fondo schiena ci si meraviglia di questo?
hanno sempre fatto qual che hanno voluto!
La Max Trid.
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