Nel 97/98 il pantacordellino e le camicie di flanella si usavano ancora alla grande; specialmente il pantacordellino è stato usato sia per il campo invernale con gli sci sia per il campo estivo. Le camicie di flanella usate e strausate per le marce ma non per gli sci.
Circa le tradizioni dei corsi AUC a Bracciano: la risposta sarebbe troppo lunga; diciamo che, per quello che ho potuto vedere, c'è stato un lento ma inesorabile declino: infatti finchè c'era un'unica batteria, la Terza, di soli montagnini, le tradizioni delle truppe alpine erano salvaguardate: c'era la cerimonia di presentazione degli anziani, quella di rifiuto della stupida, le sveglie notturne con la lettura dei bollettini e il finale "Buonanotte sassolini" e altre belle cose
; in terza batteria i non alpini non potevano passare e si era autorizzati a "bussare" un AUC ad esempio semovente che voleva "tagliare" e passare dalla Terza per evitare di fare il giro lungo; gli armadietti non erano chiusi perchè si sapeva che gente non alpina dalle camerate non ci poteva neanche passare; c'era la tradizione di essere più veloci, più bravi e migliori in tutto, dalle guardie al PAO alle classifiche; il formalismo era a volte esagerato; in genere i corsi in Terza erano assai più pistaioli dei rispettivi FH e semoventi e questo conferiva un senso di superiorità notevole.
Io ho fatto il primo corso in cui le specialità erano in un'unica batteria, però comandata da un montagnino. Eravamo in camerata insieme, i vecchi ci svegliavano e ci rompevano abbastanza, cercavano di educarci a essere "una batteria nella batteriar" perchè dovevamo distinguerci, alla marcia della penna ci "battezzarono"di nascosto perchè volevano proseguire la tradizione. Chiedemmo rapporto a al comandante perchè potessimo giungere da soli all'alzabandiera, cantando, e non inquadrati con gli altri. Eravamo insomma ancora autonomi, sostanzialemnte perchè dormivamo tutti insieme. I nonni si prendevano sempre cura di noi e questo ci piaceva!
Ecco, certamente ci sentivamo differenti, quantomeno perchè comunque l'addestramento era più duro, eravamo specialisti nella compo/ricompo e ci addestravamo non alla Montefinale ma nella caserma di fronte.
Il corso dopo il mio già aveva i montagnini sparsi fra le varie camerate, problema difficile, quindi era impossibile parlare a loro tutti insieme e tramandare i canti e le altri tradizioni che con ostinazione i nostri vecchi ci avevano insegnato. La benevola antipatia fra le varie specialità , che era a base del nostro spirito di corpo, inevitabilmente ne risentiva.
Alle prime sveglie notturne dovevamo girare per tutte le camerate della Prima e questo naturalmente indisponeva gli altri che non amavano essere svegliatei alle due di notte
Non era facile, e penso lo sia stato anche per i corsi successivi in cui non posso che immaginare un lento uniformarsi alle altre specialità anche se, ad esempio, ho letto con piacere che la "gita" di due settimane alla SMALP è continuata fino alla fine.
Ciao.
E siccome aveva un fisico forte, ed era alto e ben fatto, lo assegnarono all'artiglieria alpina... (M. Rigoni Stern)